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martedì, 23 Aprile 2024

Non c’è futuro senza ricerca (… e sperimentazione in campo)

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Scienza e innovazione sono fondamentali per la tutela del pianeta e per coniugare sviluppo economico-sociale e sostenibilità ambientale, valorizzando al tempo stesso le eccellenze del nostro patrimonio agroalimentare. In questo quadro è fondamentale il contributo che le TEA possono offrire: la ricerca già lo sa. Bisogna intraprendere un percorso che preveda un adeguamento legislativo, basato sulle evidenze scientifiche, che permetta la sperimentazione in campo sulle piante generate tramite TEA per portare i prodotti migliorati sul mercato.

L’applicazione delle TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita) nell’ambito della ricerca è già una realtà, ma la vera prospettiva futura è quella di vedere in campo e sul mercato i nuovi genotipi più resistenti a malattie, resilienti ai cambiamenti climatici o con caratteristiche qualitative migliorate sia in termini nutrizionali che merceologici, il tutto a vantaggio dell’agricoltura, dell’ambiente e del consumatore. L’innovazione tecnologica e la diversificazione varietale sono necessarie per far fronte alle richieste dei mercati e dei consumatori, che cambiano nel tempo, ad esempio per fascia di età o per tipologia di dieta. La crescente sensibilità del consumatore per le proprietà nutrizionali e salutistiche degli alimenti, per la derivazione dei prodotti e la sostenibilità delle produzioni, indirizza largamente le scelte di mercato e le produzioni.

Tuttavia, l’attuale quadro normativo italiano relega di fatto l’impiego di queste agro-biotecnologie alle sole attività di laboratorio, senza nemmeno la possibilità di sperimentazione in campo. A chiedere però un cambiamento non sono solo i ricercatori, ma anche le associazioni di categoria che hanno compreso come queste metodiche di precisione possano essere determinanti per affrontare le sfide dell’agricoltura di oggi e di domani e su come il loro utilizzo possa consentire di raccogliere la sfida aperta dall’UE per un sistema agroalimentare salubre e resiliente.

In particolare, bisogna intraprendere un percorso scevro da conflitti ideologici ed interessi di parte che sia in grado di costruire un futuro in cui ci sia un adeguamento legislativo basato sulle evidenze scientifiche che permetta la sperimentazione in campo sulle piante generate tramite TEA al fine di portare i prodotti migliorati sul mercato. Occorrono regole chiare, che rendano più semplice la creazione di un contesto nel quale l’innovazione possa svilupparsi liberamente. In parallelo è importante un investimento strutturale nella ricerca in campo vegetale, finalizzata all’implementazione tecnologica e all’acquisizione di know-how sulle metodiche del genome editing, in continuo aggiornamento per lo sviluppo di strumenti molecolari sempre più innovativi, precisi ed efficaci. E, soprattutto, occorre un investimento nella ricerca fondamentale: da una parte, per la comprensione della funzione dei geni, di come questi sono strutturati e regolati, in particolare in risposta alle condizioni ambientali, dall’altra, invece, per lo studio della biodiversità agricola di cui è ricco il nostro Paese. Queste attività sono necessarie per la progettazione di nuove varietà da ottenere mediante TEA, al fine di ottenere piante che possano garantire produttività, salubrità e sostenibilità delle coltivazioni, soprattutto alla luce delle mutevoli condizioni climatiche che già oggi sono evidenti nel nostro Paese.

In assenza di un vero cambio di passo nella legislazione e nell’investimento sull’attività di ricerca in questo campo, si rischia di rimanere indietro rispetto ad altri Paesi, soprattutto extra-europei, che già oggi stanno sperimentando e commercializzando i prodotti derivati dalle TEA. L’Italia deve diventare un riferimento internazionale per queste biotecnologie, avendo già oggi a disposizione nel settore pubblico competenze e strutture. I prodotti vegetali, che verrebbero prodotti con le TEA non sono affatto una minaccia per le varietà tradizionali, ma le affiancherebbero per potenziare i prodotti del Made in Italy, molti dei quali già oggi a rischio per la loro scarsa produttività e la suscettibilità a malattie. Si favorirebbe così il mantenimento e la valorizzazione della ricca agrobiodiversità nazionale, consentendo anche la partecipazione di soggetti locali ai progetti di miglioramento varietale.

Fabio D’Orso, CREA – Centro di Ricerca Genomica e Bioinformatica

Si occupa, attraverso metodiche di Genome Editing in pianta, dello studio del metabolismo secondario e della capacità di risposta a stress ambientali.

#lafrase Cerca di dare un senso a ciò che vedi e domandati sempre per quale motivo tutto esiste. Sii sempre curioso (Stephen Hawking)

Daniela Palma, CREA – Centro di Ricerca Genomica e Bioinformatica

#lafrase Una buona pratica preliminare di qualunque altra è la pratica della meraviglia (C.Candiani) 

Marco Possenti, CREA – Centro di ricerca Genomica e Bioinformatica

Fulcro dei suoi studi sono i pathway molecolari che presiedono allo sviluppo delle piante con particolare attenzione al ruolo svolto dai fattori di trascrizione della famiglia HD-Zip.

#lafrase Panta rhei os potamòs (Eraclito) 

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