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giovedì, 25 Aprile 2024

Agricoltura & Ambiente: l’impatto. Intervista a Giuseppe Corti, Direttore CREA Agricoltura e Ambiente

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Tema di grande attualità al centro del dibattito scientifico e politico, ma su cui esiste ancora molta incertezza, preoccupazione e disinformazione: le TEA, Tecniche di Evoluzione Assistita che giuocano un ruolo strategico per rafforzare e innovare il Made in Italy, rendendo i nostri prodotti migliori, resistenti a stress biotici e abiotici, sempre più competitivi e sostenibili, ma al contempo di qualità e soprattutto autenticamente italiani.

Giuseppe Corti, Direttore Centro Agricoltura e Ambiente

Sono pericolose per la salute e per l’ambiente? Quanto impattano sulle risorse naturali? Ne parliamo con Giuseppe Corti, Direttore del CREA Agricoltura e ambiente.

1) In generale, come impattano le TEA sulle risorse naturali?

L’impatto della TEA che possiamo prevedere è indubbiamente positivo, perché se riusciamo a produrre delle colture in grado di resistere, anche se non completamente, a patogeni o insetti, siamo in grado di coltivarle con un minor impiego di prodotti e sostanze per la loro difesa, con un vantaggio economico per gli agricoltori, ma anche e soprattutto per l’ambiente. Bisogna sfatare il falso mito che piante o colture ottenute con le TEA possano essere dannose o pericolose per l’ambiente: al momento, infatti, non esistono evidenze scientifiche in tale senso. Non si tratta più di quelle tecniche, impiegate fino ad una decina di anni fa o più, che prelevavano parti del DNA di una specie per inserirli in un’altra; oggi, le tecnologie utilizzate consentono di inserire all’interno del genoma di una pianta alcuni geni, utili e funzionali ad un determinato scopo, che appartengono però alla stessa specie o alla stessa famiglia di piante e non di provenienza esterna. Proprio per questo si chiamano TEA, Tecniche di Evoluzione Assistita: perché implicano inserimenti e innesti di geni, che potrebbero avvenire in maniera naturale e spontanea, ma vengono accelerati e favoriti con le TEA. Fugati i dubbi sulla pericolosità per l’ambiente, per flora o fauna, le TEA hanno ricadute positive anche sulla salute umana, perché nonostante l’Italia sia fra i paesi con le maggiori garanzie di salubrità e fra quelli che maggiormente controlla i prodotti alimentari al mondo, con queste nuove tecniche avremo un’ulteriore riduzione della presenza di sostanze nocive all’interno delle derrate alimentari.

2) in particolare: su suolo?

Certo che avranno ricadute positive anche sul suolo. Se parliamo di suolo, la prima immagine che ci viene in mente è la parte minerale del terreno, quando in realtà il suolo è molto di più. È formato, infatti, da tantissimi microrganismi viventi: basti pensare che in un cucchiaino da tè di terra, prelevata dai primi 5 centimetri di suolo, vivono da 100 milioni a 10 miliardi di cellule di microrganismi, appartenenti a centinaia di migliaia di specie diverse. Si tratta di una ricchezza incredibile non solo in termini di biodiversità, ma anche di funzionalità ecologica: in quel suolo così ricco di microrganismi, infatti, è possibile che venga degradata qualunque molecola organica venga introdotta e la loro presenza è, innegabilmente, una garanzia eccezionale dal punto di vista ambientale. I microrganismi purtroppo non possono depurare il suolo dai metalli pesanti, che non possono essere chimicamente degradati, ma possono essere immobilizzati – resi cioè meno disponibili per le piante – e su questo anche i microrganismi intervengono. Questo si traduce in salute per i nostri suoli e per i prodotti alimentari, perché unendo l’attività di questa biodiversità microbica a quella della varietà biologica in termini di pedofauna (gli animaletti delle dimensioni inferiori ai 3-4 millimetri, quali ragni, zecche, larve, acari, ecc.) aumentano la fertilità e la qualità dei suoli, in quanto sostanze inquinanti e nocive vengono eliminate o immobilizzate.

Perché quindi le TEA sono positive sui suoli? Perché se avremo una minore introduzione di prodotti necessari alla difesa delle piante, avremo, di conseguenza, una minore aggressione al comparto vivente del suolo(pedofauna e microrganismi), a nostro vantaggio e beneficio.

3) In particolare: su acqua?

Anche sull’acqua hanno ovviamente effetti benefici. Si parla tanto del glifosate, che ha un livello di tossicità bassissimo, quasi inesistente. Tutto in natura può essere tossico, dipende dalle quantità; è noto infatti che: si può morire anche di troppa acqua: ad una persona di normale statura e peso, bere 7 litri di acqua in un giorno può essere fatale. Questo per dire che l’uso del glifosate in agricoltura non produce più danno di tante altre sostanze comunemente utilizzate, e questo non produce alcun danno se viene usato correttamente, cioè come disseccante per le piante spontanee che entrano in competizione con le colture, cioè le malerbe. Il glifosate a volte trovato nelle acque superficiali o di falda non dipende dall’uso corretto che se ne fa in agricoltura, ma da uno scorretto, quando viene usato, per esempio, per diserbare i fossi, i cigli delle strade o delle ferrovie; in questi casi una pioggia può solubilizzare rilevanti quantità di glifosate, facendole confluire rapidamente in torrenti, fiumi o falde. Questo succede perché l’acqua di pioggia ha trovato il glifosate immediatamente accessibile, cosa che non sarebbe accaduta o sarebbe accaduta con probabilità molto inferiore, se fosse stato usato correttamente per diserbare le malerbe. Se le TEA, quindi, forniranno piante in grado di resistere a determinate molecole con uso specifico contro le malerbe che infestano i campi coltivati, ne avremo un vantaggio, purché si faccia un uso accorto e corretto in agricoltura di queste molecole; diversamente, nel caso di un uso scorretto, non possono essere ritenuti responsabili per i danni causati all’ambiente né il glifosate né le TEA.

4) In particolare: sulle pratiche agronomiche?

Con le TEA le cose cambieranno sicuramente anche dal punto di vista agronomico. Basti pensare che due dei problemi che affliggono il suolo sono la sigillazione e il compattamento. La prima rappresenta la copertura del suolo da parte di cemento e asfalto che ne determinano l’impermeabilizzazione, la seconda è dovuta all’eccesso di traffico della macchine operatrici in campo, necessario per diverse pratiche agronomiche, inclusa la distribuzione di prodotti fitosanitari. Se le TEA ci forniranno colture in grado di difendersi da patogeni e insetti, ci sarà una minor esigenza di effettuare trattamenti e, di conseguenza, avremo una minor trafficabilità sui suoli, un minor compattamento del terreno, una minore necessità di dotarsi di macchinari e, quindi, un maggior risparmio economico per gli agricoltori. Non solo. Cambieranno anche certe pratiche agronomiche, sempre a vantaggio nostro, in quanto sarà possibile avere maggiori densità di semina o di impianto (per le colture arboree). Incrementando la densità, aumenterà di conseguenza anche la produzione, rispondendo così alla crescente domanda di fabbisogno nutritivo della popolazione mondiale. Le TEA, quindi, racchiudono le potenzialità non solo di far fronte a problemi di carattere ambientale, ma anche di natura etica.

5) Costi/benefici?

I costi sono rappresentati da quelli sostenuti per la ricerca, anche se, in realtà, si tratta di investimenti, che fanno risparmiare su altri fronti: a volte in vite umane, altre in denaro, con un semplice vantaggio economico, che, per le piccole aziende agricole italiane, a conduzione familiare, in molti casi coincide con la loro stessa sopravvivenza.

Altri costi saranno dati dal prezzo di alcune sementi, che costeranno di più in virtù del fatto che saranno state rese resistenti a patogeni o a sbalzi climatici tramite le TEA. Tali costi, però – e questi sono i i benefici – saranno ampiamente ripagati dal risparmio economico e ambientale, derivato dalla minore necessità di input esterni.

Micaela Conterio
Ufficio stampa CREA

Giornalista pubblicista dalla comprovata professionalità sia come addetto stampa, con particolare riguardo ai social media (relations, strategy, event e content) e al web, sia come redattrice di articoli presso diverse redazioni di testate giornalistiche nazionali. Fotografa e scrittrice per passione.

#lafrase Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi (Marcel Proust)

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