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lunedì, 9 Dicembre 2024

Gli Alieni in agricoltura: una introduzione 

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La globalizzazione ha aumentato il rischio di diffusione, da una parte all’altra del globo terrestre, di specie ALIENE dannose alle piante e ai prodotti dell’agricoltura, non di rado favorite da trend climatici che ne stanno alterando distribuzione e comportamento in gran parte degli ecosistemi agricoli, urbani e forestali. Scopriamo, in questo numero, i problemi posti all’agricoltura e alla selvicoltura da alcuni degli organismi nocivi più pericolosi e dannosi presenti o a rischio di introduzione per il nostro Paese e gli sforzi fatti, a livello nazionale ed internazionale, per prevenirne i danni. 

L’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, conosciuta con la sigla FAO ( Food and Agriculture Organization of the United Nations) – creata per concorrere ad accrescere la sicurezza alimentare e migliorare la vita delle popolazioni rurali, contribuendo in modo sostenibile alla crescita – stima che annualmente fino al 40%  della produzione globale di prodotti agricoli venga persa a causa di parassiti, con un costo per l’economia del pianeta di oltre 220 miliardi di dollari/anno. 

Le perdite dell’agricoltura pesano in modo particolarmente grave in un contesto, che vede la popolazione mondiale in crescita e le risorse agricole sottoposte a crescenti pressioni negative. Tra i diversi fattori che, sommandosi, determinano l’alto tasso di perdita dei prodotti agricoli, rientrano senz’altro gli organismi nocivi, una categoria generale che comprende sia Insetti e Nematodi (piccoli vermi che si annidano nelle radici delle piante evitandone lo sviluppo e la giusta crescita), che si alimentano direttamente delle piante, sia microrganismi agenti di malattie, senza dimenticare che, spesso, tra i primi e i secondi si instaurano strette relazioni con effetti catastrofici per le colture e gli ecosistemi. 

Il movimento planetario di persone e merci attraverso le frontiere, connesso alla globalizzazione, ha, infatti, aumentato notevolmente il rischio di diffusione, da una parte all’altra del pianeta, di specie ALIENE dannose alle piante e ai prodotti dell’agricoltura, non di rado favorite da trend climatici che ne stanno alterando distribuzione e comportamento, in gran parte degli ecosistemi agricoli, urbani e forestali. 

Cimice Asiatica, danni su melo

Anche l’Agricoltura Italiana deve confrontarsi in modo crescente con vere e proprie “Invasioni Biologiche” di Insetti, Acari, Nematodi, Virus, Batteri e Funghi ALIENI dannosi alle piante e ai prodotti agricoli, che stanno causando perdite enormi al settore agroindustriale. A titolo di esempio basti pensare che le stime complessive delle perdite dirette e indirette causate da organismi alieni nocivi come gli Insetti Halyomorpha halys, Popillia japonica, Anoplophora chinensis e Anoplophora glabripennis, Drosophila suzukii e altri, ormai si collocano su un ordine di grandezza di centinaia di milioni di euro ogni anno. 

Gli sforzi per affrontare queste sfide includono lo sviluppo e l’attuazione di strategie di prevenzione e di gestione degli organismi nocivi alieni, insieme al rafforzamento della collaborazione internazionale per monitorarne e controllarne la diffusione. Tutto questo ha, però, possibilità di riuscita solo se non vien trascurato il settore strategico della ricerca per sviluppare metodi diagnostici innovativi, mezzi di controllo a basso impatto ambientale, utilizzo di agenti di controllo biologico e, ove possibile, lo sviluppo di varietà resistenti. 

La ricerca e l’innovazione sono, infatti, sempre più fondamentali per affrontare queste vere e proprie emergenze e per garantire la sicurezza e la sostenibilità dell’agricoltura, soprattutto nell’attuale contesto di cambiamento climatico. 

In questo numero, vengono presentati i grandi problemi posti all’agricoltura e alla selvicoltura da alcuni degli organismi nocivi più pericolosi e dannosi presenti o a rischio di introduzione per il nostro Paese, la loro biologia ed ecologia e gli sforzi che, a livello nazionale ed internazionale, si sostengono per prevenirne i danni.  

Pio Federico Roversi
Direttore del CREA DC

Entomologo, ricercatore in difesa fitosanitaria delle piante

Francesco Faggioli 
Dirigente di Ricerca CREA – Centro di Ricerca Difesa e Certificazione

Virologo vegetale, attualmente. Responsabile del Laboratorio Europeo di Riferimento per la diagnosi virologica fitosanitaria. Coordinatore della Rete Nazionale dei Laboratori fitosanitari

#lafrase Chi nega la ragion delle cose, pubblica la sua ignoranza (Leonardo da Vinci)

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