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giovedì, 21 Novembre 2024

L’invasione aliena/2: i vivai italiani

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La popillia japonica in Italia rappresenta una minaccia per l’intero comparto agroforestale con ripercussioni ambientali, economiche e sociali. Proprio per questo motivo è stato inserito all’interno della lista dei 20 organismi più pericolosi per la Comunità Europea.  Come contenere questo coleottero? Grazie alla lotta biologica classica. Scopriamo cosa sta facendo il CREA Difesa e Certificazione in questa direzione 

L’industria vivaistica in Italia affronta una minaccia crescente e silenziosa: Popillia japonica, noto come Coleottero o Scarabeo giapponese. Questo insetto, originario dell’Asia orientale, è stato ritrovato in Italia nel 2014, in un’area protetta del nord Italia (Parco Regionale del Ticino), al confine fra la regione Piemonte e la regione Lombardia. Da allora il coleottero giapponese si è diffuso sul territorio nazionale occupando ad oggi un’area di circa 20.000 km2, che comprende anche le regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta. 

La Popillia japonica e i suoi danni 

Popillia japonica è un piccolo insetto dalla colorazione vivace, e come succede spesso quando parliamo di questi organismi, la bellezza è un carattere direttamente proporzionale alla pericolosità. Gli adulti si riconoscono per il loro colore verde brillante e bronzeo ma soprattutto per 5 ciuffi di sete bianchi su ogni lato dell’addome e due ulteriori ciuffi di sete più grandi proprio alla fine delle elitre. 

Gli adulti si alimentano su più di 400 specie vegetali, tra cui alberi, arbusti e piante da fiore nutrendosi di foglie, fiori e frutti. Le larve invece si trovano nel terreno, assomigliano molto alle larve di altri scarabei e come quest’ultime si alimentano di radici, preferendo in questo caso quelle di piante erbacee, principalmente graminacee. Nel caso di forti infestazioni si possono osservare danni irreversibili al cotico erboso di prati con diverse destinazioni d’uso, siano esse produttive o ricreative. Danni maggiori sono stati registrati anche in Italia in prati destinati ad attività sportive che, nei periodi caldi e aridi vengono mantenuti verdi attraverso un’opportuna irrigazione, rendendoli così un ottimo substrato di ovideposizione e sviluppo larvale per il coleottero giapponese.  

Adulti del Coleottero giapponese

L’arrivo di Popillia japonica in Italia rappresenta una minaccia per l’intero comparto Agricolo Forestale con ripercussioni ambientali, economiche e sociali. Proprio per questo motivo questo insetto è stato inserito all’interno della lista dei 20 organismi che la Comunità Europea considera fra i più pericolosi per il territorio unionale. Gli effetti di Popillia japonica sulle colture vivaistiche possono essere devastanti non solo per i danni diretti alle piante, ma soprattutto per i danni indiretti causati dalla sua invasione “silenziosa”. In quest’ultimo caso ci si riferisce alle problematiche delle aziende vivaistiche all’interno di un’area infestata, anche nel caso in cui i danni determinati dalla presenza dell’organismo nocivo non siano ancora rilevabili nello specifico territorio interessato dalla coltivazione delle piante. Questa situazione determina un aumento dei costi di produzione, dovuti all’applicazione di misure preventive obbligatorie atte a escludere la presenza di larve nei terreni delle piante coltivate in vaso e di quelle coltivate in pieno campo. Ciò può provocare perdite economiche significative e una ridotta richiesta del materiale vegetale da aree considerate indenni. 

Le strategie di contenimento 

Larve del Coleottero giapponese

Il controllo di Popillia japonica rappresenta una sfida complessa per l’intero comparto vivaistico. Fra i mezzi di lotta verso questo pest, gli agenti di controllo biologico svolgono un ruolo fondamentale e strategico, soprattutto se utilizzati in un contesto della lotta integrata. Sperimentazioni condotte dal CREA – Centro di ricerca difesa e certificazione – nell’ambito del progetto europeo H2020 IPM POPILLIA, hanno permesso di individuare ceppi indigeni di nematodi entomopatogeni (EPN) (piccoli vermi, invisibili ad occhio nudo, utilizzati per il controllo degli insetti dannosi su numerose colture), appartenenti alla specie Heterorabditis bacteriophora, particolarmente efficaci nel controllo delle larve di questo insetto alieno. Questi organismi, non regolamentati nella legislazione europea e nazionale come un vero e proprio prodotto fitosanitario, possono essere utilizzati liberamente e anche se il loro costo costituisce comunque un onere per i vivaisti, i risultati nel controllo larvale di P. japonica sono sorprendenti, soprattutto se i nematodi vengono utilizzati in ambienti confinati (es. vasi), mantenuti umidi mediante sistemi di irrigazione. In questo modo il terreno di coltivazione risulta ottimale per la loro efficacia.  

In sintesi, la presenza di Popillia japonica rappresenta una vera e propria sfida per il comparto vivaistico nazionale e richiede azioni immediate e coordinate. La consapevolezza della gravità del problema, insieme alla scelta di strategie di gestione integrate ed ecosostenibili, sono fondamentali per preservare la salute delle colture e salvaguardare il commercio delle stesse, garantendo l’esclusione del rischio di trasporto passivo del coleottero verso nuove aree. 

Guardando al futuro, è essenziale investire ancora di più nella ricerca per comprendere meglio il comportamento di Popillia japonica in questi ambienti produttivi e sviluppare tecniche di controllo specifiche contro questo organismo, che possano permettere una conduzione ordinaria dell’attività vivaistica e commerciale.  

Leonardo Marianelli
Primo Ricercatore, CREA Centro Difesa e Certificazione

Entomologo 

Immacolata Iovinella
Tecnologa, CREA Centro Difesa e Certificazione

Laura Specialistica in Scienze e Tecnologie Biomolecolari presso l’Università di Pisa (2008). Attualmente lavora al CREA Centro di ricerca Difesa e Certificazione sede di Firenze, dove si occupa di controllo biologico di specie invasive e di diagnostica molecolare di specie dannose per le piante.

#lafrase Salvaguardate il vostro diritto di pensare, perché anche pensare male è meglio di non pensare affatto (Ipazia d’Alessandria

Francesco Paoli
Primo Ricercatore, CREA Centro Difesa e Certificazione

#lafrase Homo, qui erranti comiter monstrat viam, quasi lumen de suo lumine accendat, facit. Nihilo minus ipsi lucet, cum illi accenderit (Ennio, poeta latino)

Giulia Torrini
Tecnologa, CREA Centro Difesa e Certificazione, sede di Firenze

Responsabile del Laboratorio Nazionale di Riferimento per la Nematologia, lavora nel campo della diagnosi dei nematodi fitoparassiti e nel controllo degli insetti dannosi alle colture agrarie mediante l’utilizzo di nematodi entomopatogeni.

#lafrase Nematologa di professione e per passione

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