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venerdì, 29 Marzo 2024

Il Suolo, risorsa preziosa, non rinnovabile, da difendere per garantire la conservazione della Vita

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La Crescita Demografica, le Risorse Naturali, l’Ambiente 

Le tre grandi sfide primarie che l’uomo si trova ad affrontare – e che diventeranno sempre più drammatiche nel corso del prossimo decennio – riguardano la crescita demografica, le risorse naturali e gli sconvolgimenti climatici, che condizionano non solo la disponibilità di cibo, ma anche fenomeni sociali complessi quali le migrazioni, il lavoro, la salute.  

Il Suolo sostiene il 90% di tutta la produzione di alimenti, mangimi, fibre e combustibili e fornisce materia prima per attività che spaziano dall’orticoltura al settore delle costruzioni. È essenziale anche per la salute dell’ecosistema: purifica e regola le acque, è il motore per cicli di nutrienti, nonché un serbatoio per geni e specie, a sostegno della biodiversità. È un bacino di carbonio globale, che svolge un ruolo fondamentale nel potenziale rallentamento del cambiamento climatico. È il prezioso custode delle tracce del nostro passato, rappresentando un presidio unico del nostro patrimonio culturale. 

Il 95% del cibo dipende dalla fertilità del Suolo (FAO, 2015), ma di questo non tutti sembrano esserne consapevoli, se ancora oggi i fenomeni di degrado del Suolo sono così evidenti. Nel mondo ogni mezz’ora si perdono 500 ha di Suolo per le cause più diverse: erosione, incendi, inquinamento, cementificazione, ecc. Oggi, oltre il 33% dei suoli mondiali è affetto da forti limitazioni per la produzione di alimenti e – nei paesi industrializzati – le terre da destinare all’agricoltura sono ormai limitatissime. 

Oltre allo spazio, anche il tempo non è una variabile indipendente: la formazione di solo 1 cm di nuovo Suolo fertile necessita dai 100 ai 1000 anni a seconda del clima, del substrato litologico, dell’impatto antropico e di altri fattori. La biodisponibilità per le colture di elementi nutritivi viene regolata dai microrganismi del Suolo che mineralizzano la frazione organica. Essi vivono nei primi 5 cm di Suolo: perderne dunque anche solo i primissimi strati, significa compromettere in maniera pressoché irreversibile la produzione di cibo.  

Nel Suolo risiede oltre il 90% della biodiversità del pianeta in termini di organismi viventi. Se la biodiversità rappresenta il capitale naturale da cui trovare approvvigionamento di cibo per le popolazioni della terra, mal gestire il Suolo, compromettendone la fertilità, significa perdere o limitare fortemente la capacità produttiva. 

La Gestione Sostenibile del Suolo  

L’agricoltura è una attività umana ed in quanto tale produce un impatto sull’ambiente naturale: ciò significa che si deve porre particolare attenzione alla coltivazione del Suolo, orientando le diverse attività ad una sua gestione sostenibile. 

La FAO stima che se si iniziasse, a livello mondiale, a praticare una gestione davvero sostenibile del Suolo, si riuscirebbe ad ottenere un incremento del 56% delle produzioni, fattore di enorme rilevanza, qualora si consideri la previsione FAO sul fabbisogno di cibo al 2050 – in relazione all’incremento demografico previsto della popolazione mondiale (9,7 miliardi di persone) – che è stato calcolato in aumento del 60% rispetto all’attuale.   

Il bacino del Mediterraneo si configura come una delle aree in cui più marcate saranno le modificazioni ambientali indotte dai cambiamenti climatici in atto. Questo impone sia azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici, sia azioni di adattamento, necessarie nel medio periodo per mantenere i sistemi produttivi efficaci in condizioni ambientali più ostili delle attuali e con minore prevedibilità degli andamenti meteorici. 

I due assi principali su cui operare sono la risorsa Acqua e la risorsa Suolo, quest’ultimo sia con funzioni di serbatoio di carbonio attraverso l’aumento della sostanza organica, sia come elemento fondamentale della fertilità. Il Suolo è essenziale anche per la nostra salute. Un prossimo obiettivo medico-epidemiologico sarà quello di capire l’evoluzione delle malattie infettive in relazione al clima e al cambiamento dell’utilizzo del Suolo (”Global rise in human infectious disease outbreaks” Katherine F. Smith et al. J. R. Soc. Interface 6 December 2014 vol. 11 no. 101 20140950). 

Fatto salvo il concetto di sicurezza alimentare legato alla intensificazione delle produzioni, la qualità del cibo deve essere intesa nella sua accezione più ampia: salubrità dei prodotti dell’agricoltura e dell’agroindustria, sia per l’assenza di sostanze nocive e per la presenza di nutrienti essenziali, sia dal punto di vista della qualità organolettica, associata all’immagine gastronomica dell’Italia nel mondo.   

Le Nazioni Unite hanno lanciato come sfida per il terzo millennio l’azzeramento della fame ed il contrasto della povertà, elencando 17 punti per lo sviluppo sostenibile dei popoli. 

Analizzandolo, emerge chiaramente che la cura e la conservazione del Suolo, come la gestione dell’Acqua, rientrano in tutti e 17 gli obiettivi di sviluppo sostenibile:  

Nell’ambito delle attività che la FAO sta compiendo con Global Soil Partnership (GSP, l’Alleanza Mondiale per il Suolo istituita nel 2012 per promuovere e diffondere a livello planetario l’importanza del suolo per la vita sulla Terra), tra le più importanti risulta la redazione delle linee guida sull’uso sostenibile del Suolo, le quali individuano 11 azioni prioritarie da affrontare per garantire la conservazione della risorsa e precisamente: 

Contenere l’erosione 
Contenere il degrado della struttura  
Assicurare una adeguata copertura vegetale 
Promuovere lo stoccaggio del carbonio
Assicurare la fertilità dei suoli per le produzioni evitando perdite di nutrienti 
Assicurare livelli minimi di salinizzazione e sodicizzazione 
Assicurare il corretto drenaggio delle acque 
Assicurare livelli di contaminanti sotto la soglia di tossicità 
Assicurare il mantenimento della biodiversità del Suolo e di tutte le sue funzioni 
Assicurare un giusto e sicuro apporto di nutrienti per la produzione di cibo, foraggi, ecc. 
Ridurre il consumo di Suolo con una responsabile pianificazione territoriale 

Negli ultimi anni si è andata diffondendo la falsa convinzione, trasmessa all’opinione pubblica, che fertilizzare il Suolo significa generare inquinamento. Pesticidi e fertilizzanti sono l’emblema di questa accezione negativa di inquinamento legato alla chimica, ma chimica non è sinonimo di veleno. Gli organismi viventi sono basati sulla chimica e tutte le reazioni metaboliche che avvengono in un organismo vivente sono chimica. Nel Suolo tutti i processi che regolano i servizi ecosistemici sono basati su processi chimici o biochimici.  Non voler fertilizzare un Suolo da destinare ad agricoltura è poco intelligente: nel medio-lungo periodo si produrrebbe la perdita della fertilità e della produttività stessa di quel Suolo. È necessario invece prevedere una gestione della fertilizzazione che dovrebbe proporsi di essere: 

  • Sostenibile per l’ambiente, conservando la fertilità del Suolo senza depauperarlo. Tanti elementi nutritivi vengono allontanati dal Suolo, tanti ne devono essere reintegrati. Conservazione del Suolo significa anche utilizzare fertilizzanti di qualità che non introducano potenziali inquinanti, che si andrebbero poi a ritrovare nella catena alimentare.  
  • Sostenibile per l’operatore, con l’utilizzo di prodotti sicuri e controllati, attraverso il recupero e riciclo in agricoltura di biomasse e prodotti di scarto delle produzioni primarie, dell’impiego dei diversi concimi organici, sia di origine animale, sia di origine vegetale. Questo tema è di fondamentale importanza per quanto riguarda la sostenibilità sociale e porta a risolvere una innumerevole quantità di problematiche, una fra tutte la gestione della raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Il riciclo della frazione organica dei rifiuti e dei sottoprodotti può avere come finalità la produzione di biogas e biometano, quali fonti energetiche per uso aziendale o in rete. Nel concetto di economia circolare e bioeconomia ritroviamo proprio questa pratica. Il riutilizzo degli elementi nutritivi, con costi decisamente inferiori nella produzione del fertilizzante rispetto alla sintesi di molecole a livello industriale. Coloro che si occupano del trattamento di questi materiali di risulta, trasformandoli in un prodotto riutilizzabile, forniscono un vero e proprio servizio sociale, aspetto questo molto spesso disconosciuto. 
  • Sostenibile per l’economia: mantenere e accrescere la fertilità del Suolo e utilizzare prodotti ad alta efficienza comporta risparmi energetici e produce un valore economico, traducendosi in un’intensificazione delle produzioni.  

Il Contributo del CREA 

I tre argomenti citati sono altamente interconnessi: il CREA, con i suoi 12 Centri di ricerca e con la ricchezza delle infrastrutture di cui dispone, può far fronte alle diverse problematiche correlate alla conservazione ed uso sostenibile del Suolo, proponendo schemi di innovazione nell’agricoltura familiare e nella gestione delle risorse naturali, al servizio dello sviluppo della popolazione.  

La ricerca e la sperimentazione saranno in grado di supportare, incrementare, regolare i servizi ecosistemici forniti dal Suolo senza comprometterne significativamente funzionalità e biodiversità, tenendo conto in particolare che il sostegno alla produttività delle colture deve essere bilanciato dal migliore utilizzo dell’acqua, unitamente al contenimento delle emissioni di gas serra da parte dell’agricoltura (VGSSM, FAO, 2016). 

Grazie all’azione di sensibilizzazione promossa dalla Global Soil Partnership, l’attenzione per il Suolo è andata aumentando considerevolmente rispetto ad anni or sono nei quali la tematica era appannaggio solo di pochi esperti. L’interesse più diffuso per il Suolo oggi beneficia anche dell’apporto dei media e quindi del cittadino. L’argomento, all’attenzione anche del livello politico, è stato inserito in un disegno di legge volto ad arginare il consumo di Suolo, che attende la discussione parlamentare (Senato della Repubblica, XVIII Legislatura, Fascicolo Iter DDL S. 193: Misure per il contenimento del consumo del Suolo e il riuso del Suolo edificato, 08/08/2021). Al CREA e ad ISPRA è affidato il compito del monitoraggio sul consumo di Suolo.  

Il CREA vanta una lunga tradizione di studio del Suolo e della sua fertilità: una delle prime stazioni di ricerca e sperimentazione agraria fondate dal Conte di Cavour, primo Ministro dell’Agricoltura del Regno d’Italia, riguardava proprio il Suolo e la nutrizione delle piante (Regia Stazione di Chimica Agraria), eredità oggi raccolta dal Centro di Ricerca di Agricoltura e Ambiente del CREA, sede legale anche della Società Italiana per la Scienza del Suolo (SISS), nelle cui fila hanno collaborato e collaborano tuttora numerosi ricercatori dell’Ente.  

Oggi il CREA esprime la vicepresidenza (President incoming) dell’International Union of Soil Science Societies, che guiderà il Convegno Mondiale delle celebrazioni per il centenario della fondazione proprio in Italia nel maggio del 2024. 

Il Suolo è dunque uno tra i più importanti temi di ricerca del nostro Ente, analizzato in tutti i suoi aspetti, compresi quelli inerenti la lavorabilità e trafficabilità del terreno (problematiche insorte in seguito agli elevati livelli di meccanizzazione agricola adottati dalle aziende agrarie negli ultimi decenni), tutti legati alla sostenibilità delle produzioni, alla valorizzazione del made in Italy, alla conservazione del territorio, all’ambiente.  

Voglio ricordare alcune importanti iniziative sviluppate dal CREA: il Progetto Panda (Produzione Agricola nella Difesa dell’Ambiente), pioniere nella tutela delle produzioni agricole e al contempo nel dettare i criteri per la definizione della vulnerabilità ambientale, con l’attuale costituzione di un HUB sul Suolo, che raccoglie in un network nazionale tutte le competenze sul Suolo dall’Università, al CNR, all’ISPRA, all’ENEA, alle Regioni ed alle Associazioni culturali, al fine di rispondere a tutte le problematiche più o meno emergenti a livello nazionale, europeo ed internazionale e al coordinamento della Italian Soil Partnership – emanazione della Global Soil Partnership – affidato al CREA dal MIPAAF.  

Tra le diverse attività di sensibilizzazione verso la popolazione, intraprese in questi ultimi anni in Italia e di particolare efficacia, è risultata la stesura da parte della Società Italiana per la Scienza del Suolo, della Società Italiana di Pedologia e del Fondo Italiano per l’Ambiente di un decalogo sulla protezione del Suolo. I dieci “comandamenti”, costituiscono dieci punti di riflessione e di forte raccomandazione, rivolti a partire sin dai bambini della scuola materna fino ai Governanti del nostro Paese. Adattando, infatti, il linguaggio ai diversi fruitori, sarà possibile raggiungere con questo messaggio tutti coloro – persone di ogni età ed estrazione, esperti e non – che vogliono prendersi cura del nostro pianeta, proprio a partire dal Suolo. 

I 10 Comandamenti del Suolo

Prenditi cura del Suolo, è un organismo vivente
Proteggi il Suolo, è una risorsa non rinnovabile
Difendi il Suolo dall’erosione
Salvaguarda il Suolo dall’inquinamento
Sostieni la qualità del Suolo
Riduci gli sprechi e nutri il Suolo
Custodisci la biodiversità del Suolo
Tutela il Suolo per la protezione del paesaggio
Preserva il Suolo ed il cibo che produce
Diventa un ambasciatore del Suolo 

Mi piace concludere ricordando che, parlare di queste tematiche non è mai abbastanza e “non è mai troppo tardi”, perché il Suolo – al pari dell’Acqua e dell’Aria – è una risorsa indispensabile alla Vita, limitata e non rinnovabile, e ciò non può essere mai trascurato né dagli Studiosi, che vi dedicano la propria attività professionale, né dagli Agricoltori, dagli Allevatori, da Amministratori e Politici, né da ciascun singolo abitante del pianeta Terra.  

Carlo Gaudio
Presidente CREA

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