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martedì, 30 Aprile 2024

Alieni e Viticoltura: la Cicalina americana Vettore della Flavescenza dorata

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Pilastro della nostra economia, la viticoltura è da troppo tempo sotto attacco della cicalina della vite, vettore della flavescenza dorata, che continua ad espandersi senza sosta, sebbene le strategie di contenimento finora attuate da viticoltori, vivaisti e organi fitosanitari aiutino a rallentarla. La Flavescenza dorata e Scaphoideus titanus rappresentano una seria sfida per il mondo europeo della vite e del vino, da fronteggiare con azioni tempestive e coordinate, da parte delle autorità fitosanitarie, degli agricoltori e dei ricercatori.

In un contesto in cui la viticoltura rappresenta un pilastro fondamentale per molte economie locali, la comparsa di minacce alla salute dei vigneti è motivo di preoccupazione crescente. Tra le sfide più recenti, che si stagliano all’orizzonte dei viticoltori, spicca la presenza sempre più invasiva di Scaphoideus titanus, un piccolo insetto, che si configura come una vera e propria minaccia per il patrimonio enologico.  

L’insetto vettore 

Scaphoideus titanus, comunemente noto come Cicalina della vite o Cicalina americana, è un insetto della famiglia Cicadellidae originario del Nord America. La sua presenza si è diffusa a livello globale, ma negli ultimi anni ha attirato particolare attenzione in Europa, dove il suo impatto devastante sulle vigne è diventato oggetto di studio e preoccupazione. 

Adulto di Scaphoideus titanus

Le femmine della cicalina depongono le loro uova all’interno dei tessuti legnosi delle viti; dopo aver trascorso l’inverno in questo stadio, in primavera (intorno a metà maggio e in modo scalare per diverse settimane) nascono le forme giovanili, che si alimentano pungendo le foglie delle stesse piante. La presenza delle forme giovanili prosegue per l’intero mese di luglio. I primi adulti della nuova generazione si hanno all’inizio di luglio e rimangono nei vigneti fino all’inizio dell’autunno. 

Cos’è la flavescenza dorata 

L’insetto si nutre per tutta la sua vita della linfa delle viti, trasmettendo allo stesso tempo la temibile malattia nota come “flavescenza dorata”. Questa malattia, causata da un fitoplasma classificato nei gruppi 16SrV-C e D, appartiene al gruppo dei giallumi della vite. È un batterio patogeno senza parete, che vive nella linfa delle viti e ne compromette gravemente la salute, riducendo la resa delle uve e inducendo uno squilibrio delle attività fisiologiche e metaboliche, fino spesso al deperimento e alla morte della pianta stessa. I sintomi principali riguardano il colore delle foglie, che vira verso il giallo o il rosso, in base al colore della bacca, la riduzione o perdita dei fiori e dei grappoli, ed infine il danno sui tralci, che rimangono verdi fino all’autunno, non riescono a maturare e quindi a superare l’inverno. 

Si tratta di una malattia, classificata fra quelle di quarantena – per le quali la lotta è obbligatoria – è presente in Europa ed in Italia fin dalla metà/fine del secolo scorso, ma continua ad espandersi senza sosta, seppure le strategie di contenimento attuate da viticoltori, vivaisti e organi fitosanitari aiutino a rallentarne l’espansione. La Flavescenza dorata si trova solo nei vigneti dove è presente il vettore Scaphoideus titanus. 

A essere maggiormente interessate sul territorio italiano dal binomio Scaphoideus titanus-Flavescenza dorata sono le aree di Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Un elenco esteso, a cui si aggiunge ora anche la Toscana, dove di recente sono stati segnalati nuovi focolai. In Liguria e Val D’Aosta, invece, la presenza della malattia è ridotta o sporadica. Le segnalazioni occorse negli anni sulla presenza del solo insetto riguardano, però, anche le seguenti regioni italiane: Umbria, Abruzzo, Marche, Lazio, Basilicata, Campania, Puglia, mentre al momento la specie non risulta presente in Sicilia e Sardegna. 

Forme giovanili di Scaphoideus titanus

L’aspetto insidioso di Scaphoideus titanus sta proprio nel suo ruolo di vettore per la trasmissione del patogeno da una pianta all’altra, rendendolo un agente propagatore della malattia che minaccia interi vigneti. 

Le forme giovanili di Scaphoideus possono acquisire il fitoplasma durante l’alimentazione dai vasi floematici (vasi in cui circola nelle piante la linfa elaborata) dalle viti infette, ma dato che il processo completo, dall’acquisizione del fitoplasma alla sua trasferibilità a mezzo delle punture di nutrizione, richiede circa un mese, gli adulti sono i maggiori responsabili della trasmissione e rimangono infetti durante tutta la loro vita.  

Cosa stiamo facendo? 

Le autorità fitosanitarie e i ricercatori stanno lavorando incessantemente per comprendere e controllare la diffusione della Cicalina americana e della Flavescenza dorata. Misurare l’estensione della sua presenza e sviluppare strategie efficaci per la gestione della cicalina e della flavescenza dorata sono diventate infatti priorità importanti per il settore. 

Gli agricoltori sono chiamati, anche per mezzo di una legislazione ad hoc (DM n. 4 del 22 giugno 2023 recante “Misure fitosanitarie d’emergenza per il contrasto di Grapevine flavescence dorée phytoplasma atte ad impedirne la diffusione nel territorio della Repubblica italiana”) ad adottare pratiche agricole sostenibili e tecniche di gestione integrata per limitare la diffusione di Scaphoideus. Ciò include la vigilanza costante dei vigneti, l’utilizzo di trappole per monitorare la presenza dell’insetto adulto e controlli visivi sulle forme giovanili, nonché l’adozione di trattamenti insetticidi mirati con sostanze autorizzate e per controllarne le popolazioni. Esiste inoltre l’obbligo di espiantare le viti malate nelle zone di eradicazione; pratica, questa, che è comunque fortemente consigliata in tutte le aree colpite, poiché le piante infette sono fonte di inoculo della malattia per la cicalina vettrice e per il resto del vigneto. 

L’impatto economico della presenza della Cicalina è significativo, con perdite che possono anche essere ingenti a causa della diminuzione della produzione vinicola e dei costi associati alla lotta. La comunità vitivinicola è quindi chiamata a mobilitarsi per affrontare questa minaccia e proteggere il suo prezioso patrimonio. 

La Flavescenza dorata e Scaphoideus titanus rappresentano una seria sfida per la viticoltura europea. La sua presenza richiede azioni tempestive e coordinate, a livello di comprensorio, da parte delle autorità fitosanitarie, degli agricoltori e dei ricercatori per proteggere le vigne e preservare la ricchezza del settore vitivinicolo. Solo attraverso uno sforzo collettivo sarà infatti possibile fronteggiare questa minaccia e garantire un futuro per le regioni vitivinicole colpite. 

Elisabetta Gargani
Ricercatore, CREA Centro Difesa e Certificazione

Entomologia agraria 

#lafrase Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta (Wiston Churchill)

Anita Nencioni 
Tecnologo, CREA Centro Difesa e Certificazione

Entomologia agraria 

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Ilaria Cutino 
Ricercatrice, CREA Centro Difesa e Certificazione
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Dirigente di Ricerca,
CREA Centro Viticoltura ed Enologia 

Studia le malattie della vite, in particolare batteriche e virali, e il loro controllo con metodi sostenibili 

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