TESTATA GIORNALISTICA ONLINE DEL CREA, ISCRIZIONE N. 76/2020 AL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI ROMA DEL 29/7/2020

14 C
Roma
mercoledì, 8 Maggio 2024

Gambero rosso della Louisiana: il grande conquistatore 

Della stessa Rubrica

Importato per scopi alimentari, il gambero rosso della Louisiana sta invadendo il nostro territorio grazie alla sua estrema adattabilità e flessibilità, che lo rendono in grado di vivere in condizioni climatiche estreme, in ogni tipo di ambiente d’acqua dolce (canali, laghi, torrenti, paludi, risaie) e, in caso di condizioni ambientali sfavorevoli, di spostarsi facilmente anche sulla terraferma, alla ricerca di nuovi siti più adatti

L’introduzione di specie aliene, insieme alla perdita e alla frammentazione degli habitat, all’inquinamento e al sovrasfruttamento delle risorse ittiche, provoca una massiva riduzione della biodiversità nelle acque interne mondiali, che risulta addirittura più rapida rispetto a quanto registrato negli ecosistemi terrestri. In Italia sono state individuate nelle acque interne 112 specie aliene, che costituiscono circa il 2% della fauna italiana. 

Le acque interne sono, infatti, particolarmente vulnerabili alle invasioni biologiche a causa dello stretto legame tra l’uomo e i corsi d’acqua (per il commercio, il trasporto e le attività ricreative), della capacità dispersiva delle specie dulcacquicole (specie che vivono in acque dolci) e dei cambiamenti climatici.  

Tra le specie aliene invasive maggiormente conosciute in Italia, per la sua diffusione e per il suo impatto, va sicuramente ricordato il gambero rosso della Louisiana. 

Il gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii Girard, 1852 è un crostaceo d’acqua dolce, dalla lunghezza massima di 15-20 cm, dalla  caratteristica colorazione rossa, arancione o bruno-rossastra. E’ una specie originaria del Nord America, che è stato importata per scopi alimentari (acquacultura) e recentemente anche per acquariofilia, in tutti i continenti, eccetto l’Oceania e l’Antartide. In Italia questa specie, introdotta a partire dal 1989, si è insediata con successo in gran parte del territorio, comprese le isole maggiori.  

Questa specie è molto prolifica:  le femmine possono produrre fino a 600 uova per volta e possono riprodursi già al primo anno di vita. La specie è, inoltre, capace di adattarsi a condizioni climatiche estreme, in quanto è caratterizzata da notevole flessibilità ecologica e comportamentale (caratteristiche tipiche di specie aliene invasive di grande successo). Questa specie può adattarsi, infatti, a ogni tipo di ambiente d’acqua dolce (canali, laghi, torrenti, paludi, risaie) e in caso di condizioni ambientali sfavorevoli, può spostarsi facilmente anche sulla terraferma, alla ricerca di nuovi siti più adatti. 

Quali danni? 

I danni maggiori causati da questa specie riguardano il crollo degli argini provocato dalle attività di scavo nei canali di drenaggio e di irrigazione, nonché nelle risaie. Ancora, questa specie ha un comportamento molto aggressivo e può competere con successo, soprattutto per cibo e rifugi, con gli altri gamberi di fiume indigeni. Può, inoltre, provocare importanti stravolgimenti sulla struttura e composizione degli habitat, contribuendo al degrado generalizzato della qualità delle zone umide e, quindi, alla riduzione della biodiversità. Può, infine, trasmettere malattie sia ai gamberi indigeni che all’uomo. 

In conclusione, una serie di caratteristiche biologiche, quali l’intensa attività di scavo, l’alimentazione di tipo generalista e opportunista, l’elevata capacità di diffusione, la plasticità nel ciclo biologico e l’adattabilità ad ambienti diversificati, rende questa specie particolarmente invasiva e molto difficile da gestire. L’eradicazione, ad esempio, è quasi impossibile da effettuare, se non in situazioni particolari. 

Giuseppe Mazza
Primo Ricercatore, CREA Centro Difesa e Certificazione, sede di Firenze

Zoologo, esperto in specie aliene invasive e controllo biologico.

#lafrase Eureka, Ho trovato! (Archimede

Gli ultimi articoli