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sabato, 21 Settembre 2024

Soluzioni globali per problemi globali

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Nei prossimi anni il pianeta dovrà affrontare sfide strategiche nel contesto di un modello di sviluppo sostenibile, nel quale anche l’agricoltura, i prodotti agricoli e la gestione delle foreste e delle aree naturali, dovranno essere declinati in funzione della tutela della salute dei cittadini, della inversione della perdita di biodiversità, della neutralità climatica e dell’aumento di competitività. Siamo pronti? 

La Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni (COM 846/2020 del 18.12.2020) e le “Raccomandazioni agli Stati membri sui relativi piani strategici della Politica Agricola Comune”, riconoscono i legami inscindibili tra persone sane, società sane e un pianeta sano” ed evidenziano come la PAC rivestirà un ruolo primario nel gestire la “transizione verso un sistema alimentare sostenibile” per contribuire agli obiettivi climatici dell’UE e alla protezione dell’ambiente”. 

In tale quadro generale si evidenzia che un equilibrato sviluppo socio-economico e una gestione realmente sostenibile delle risorse alimentari e dell’ambiente non può prescindere dalla ricerca di innovative strategie di difesa fitosanitaria da fitofagi e patogeni che minacciano i principali sistemi agricoli e le foreste. 

Riflessione tanto più importante in un Paese così diversificato come l’Italia, dove la gamma di contesti produttivi ha reso il sistema agricolo uno dei più ricchi al mondo di prodotti tipici, ciascuno con proprie e peculiari necessità di protezione della coltura dalle avversità, con particolare attenzione agli attacchi di fitofagi e alle infezioni di patogeni. 

L’analisi fatta dall’Unione per delineare il possibile contributo di ogni Stato per il raggiungimento dell’ambizioso traguardo del Green Deal europeo considera fin dalla prima pagina del capitolo 1 le azioni attinenti l’uso dei pesticidi e i rischi connessi come elemento di importanza primaria per l’attuazione della strategia “Dal produttore al consumatore” e della “strategia sulla biodiversità per il 2030”. A dimostrazione di quanto tale argomento abbia anche un legame diretto con gli aspetti di sostenibilità economica si ricorda che lo stesso documento della Commissione pone l’accento sul fatto che le rese future degli agricoltori dipenderanno largamente dallo stato di salute delle risorse naturali. 

Vale la pena sottolineare, con riferimento alla difesa delle piante e delle colture, che la situazione di difficoltà è stata amplificata in anni recenti dalla necessità di contrastare emergenze fitosanitarie determinate da invasioni biologiche di organismi/microrganismi nocivi delle piante, che hanno devastato le coltivazioni. 

Al riguardo la problematica primaria e di maggiore complessità che ci si trova ad affrontare per prevenire introduzioni accidentali o gestire focolai di nuovi organismi alieni emergenti nocivi alle piante – in un pianeta nel quale si stima siano presenti oltre 5 milioni di specie di insetti – afferisce alla identificazione univoca dei “Pest”. Il problema si pone con analoga gravità nel caso di microrganismi dannosi. Le necessità in tale settore e le richieste di sempre più affidabili, economici e rapidi test diagnostici utilizzabili anche nei punti di entrata sul territorio nazionale, stanno crescendo di pari passo con l’elevarsi dei controlli sui flussi commerciali da e verso il nostro Paese e l’evolversi della disciplina fitosanitaria definita dal Regolamento UE 2016/2031 e più in generale dalle normative a livello mondiale. 

Non è infatti solo aumentata la necessità di un efficace e tempestivo contrasto a nuove introduzioni accidentali, ma è sempre più sentita anche l’esigenza – per tutelare le produzioni agricole nazionali – di assicurare l’assenza di organismi e microrganismi nocivi in merci e piante che, dal nostro Paese, partono per esportazioni verso altre aree geografiche. 

La Certificazione delle Sementi, le azioni inerenti l’iscrizione al Registro delle nuove varietà vegetali e i controlli di supporto alle autorità nazionali sulla presenza di ogm nelle sementi rappresentano anch’essi un ambito di primaria importanza svolto dal Centro per supportare l’agricoltura del Paese e, al riguardo, particolare rilievo assumeranno gli sforzi per modernizzare questa particolare area, la cui attività di terza missione deve sempre più porre attenzione anche alle metodiche più avanzate, in primo luogo per la valutazione delle resistenze a patogeni. 

Difesa e Certificazione – identikit 

  • Mission: Difesa delle piante agrarie, ornamentali e forestali e delle derrate alimentari da agenti biotici e abiotici. Conservazione e la valorizzazione dell’agro-biodiversità vegetale con particolare riguardo alla valutazione delle caratteristiche di resistenza a stress. È riferimento nazionale per la difesa e la certificazione dei materiali di pre- moltiplicazione e dei materiali sementieri, inclusa la valutazione per l’iscrizione o il rilascio di privativa di varietà vegetali. 
  • Sedi: presente in tutto il territorio nazionale con 9 sedi e 10 aziende sperimentali distribuite in 8 Regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia). 
  • Personale: 365 unità  
  • Progetti attivi: 67 progetti di ricerca, 13 dei quali finanziati dall’UE o da istituzioni internazionali incentrati sulle tematiche “Difesa Fitosanitaria delle colture agrarie, degli ecosistemi forestali e del verde urbano, sulle tecniche avanzate di Certificazione delle Sementi e sulla Tutela del Germoplasma vegetale”. 
  • “Segni particolari”: Il Centro oltre a riunire in un’unica struttura le più antiche istituzioni di Difesa delle Piante in Europa, fondate in Italia oltre 150 anni fa, dal 2021 con il D.Lgs N.19 è Istituto Nazionale di Riferimento per la Protezione delle Piante e fa parte del Servizio Fitosanitario Nazionale (SFN). Nel Centro operano i 5 Laboratori Nazionali di Riferimento del SFN (Entomologia e Acarologia, Nematologia, Virologia, Batteriologia, Micologia) e 2 Laboratori Europei di Riferimento (EURL-BAC Batteriologia ed EURL-VIR Virologia). Il Centro si occupa anche della Certificazione delle Sementi, delle azioni inerenti l’iscrizione al Registro delle nuove varietà vegetali e dei controlli di supporto alle autorità nazionali sulla presenza di ogm nelle sementi. 

Per saperne di più: https://www.crea.gov.it/en/web/difesa-e-certificazione
Sito del Servizio Fitosanitario Nazionale: https://www.protezionedellepiante.it/ 

Infine, l’argomento protezione delle piante da fattori biotici avversi non risparmia certo gli ecosistemi forestali, tanto che, tra le cause del deperimento delle foreste, i più recenti Documenti della Commissione inseriscono le “fitopatie e infestazioni parassitarie”, insieme a siccità, tempeste e alluvioni. Con riferimento agli aspetti connessi agli stock di carbonio, studi recenti hanno dimostrato come, da sole, 5 specie aliene di interesse forestale siano in grado di compromettere nei prossimi anni oltre il 10% del carbonio immagazzinato nelle foreste europee, se non sarà fermato il loro ingresso o la loro avanzata a partire da focolai iniziali, come nel caso del temuto Nematode del pino, a rischio di diffusione dalle ormai devastate pinete del Portogallo. Anche per la tutela di tali patrimoni, gestiti per la produzione di legname o facenti parte di aree protette (tra cui si ricordano i territori della Rete natura 2000) e in ogni caso preziosi fornitori di servizi ecosistemici, il Centro dovrà continuare a svolgere un ruolo scientifico di rilievo con Ministeri e Comando Carabinieri per la tutela della biodiversità e dei parchi. 

Piattaforma Tecnologica “CUSTOS PLANTIS – Guardiano delle Piante” 

Alla luce della nuova normativa fitosanitaria Nazionale ed Europea e della recente pubblicazione il 2.02.2021 del D.lgs N.19 “Norme per la protezione delle piante dagli organismi nocivi”, il CREA-DC, individuato quale Istituto Nazionale di Riferimento per la Protezione delle Piante, ha assunto un ruolo chiave nella prevenzione dell’entrata e della diffusione degli organismi dannosi delle piante. In tale contesto, è stata progettata una specifica Piattaforma Tecnologica per supportare in modo adeguato il sistema Paese nel settore della difesa fitosanitaria da organismi fitofagi e microrganismi fitopatogeni alieni dannosi alle piante, denominata “CUSTOS-PLANTIS – Guardiano delle Piante”. 

La Piattaforma Tecnologica Integrata include strutture imperniate su due Laboratori Nazionali da Quarantena con livelli di biosicurezza definiti nell’ambito della Classificazione della World Health Organization. 

Elementi base della piattaforma sono: 

  • Laboratorio Nazionale da Quarantena per il Controllo dei Patogeni dannosi alle Piante, Virus, Viroidi, Fitoplasmi, Batteri, Funghi (LNQ-VBF); 
  • Laboratorio Nazionale da Quarantena per il Controllo degli Insetti, degli Acari e dei Nematodi dannosi alle Piante (LNQ-IAN). 

È tempo gettare i semi per l’Africa: costruire insieme un sistema di sementi durevole e su misura. 

Una delle iniziative approvate dal G7 è il rafforzamento della capacità di certificazione delle sementi in Africa. L’iniziativa è guidata dall’OCSE, che gestisce gli Schemi per la certificazione varietale o il controllo della circolazione delle sementi.  

Gli schemi OCSE per le sementi forniscono un quadro internazionale per la certificazione delle sementi. Essi mirano a facilitare il commercio globale stabilendo standard per la produzione di sementi che garantiscano l’identità e la purezza varietale delle sementi. Questo aiuta i Paesi membri a espandere le loro industrie e i loro mercati delle sementi, offrendo agli agricoltori l’accesso a sementi di alta qualità e migliorando i mezzi di sussistenza, la sicurezza alimentare e la sostenibilità dell’agricoltura. 

La disponibilità di sementi di qualità costituisce un elemento strategicamente fondamentale per lo sviluppo di una produzione agricola di qualità e sostenibile, in grado di contribuire a fornire all’utente finale le necessarie garanzie di sicurezza. L’Africa sta infatti affrontando la triplice sfida di garantire la sicurezza alimentare, i mezzi di sussistenza e la sostenibilità ambientale della propria agricoltura. 

Avere una politica sementiera per un Paese significa avere le leve per indirizzare la produzione e per intervenire in caso di necessità quando disastri naturali o eventi internazionali alterano gli equilibri consolidati. A causa della diversità di clima, territori, economia e agricoltura, in Africa esistono diversi sistemi sementieri. Molti Paesi africani si sono resi conto della necessità di modernizzare, potenziare e rafforzare il proprio sistema sementiero anche dal punto di vista istituzionale. 

Nonostante l’accordo generale sull’importanza fondamentale del settore sementiero, le sfide principali in molti Paesi africani rimangono spesso la necessità di una migliore organizzazione dei sistemi sementieri e l’eccessiva dipendenza dalla filiera informale delle sementi, con conseguente scarsa adozione di varietà migliorate e scarso utilizzo di sementi di qualità. Undici Paesi del continente africano partecipano attivamente agli Schemi sementieri dell’OCSE. Il primo Paese africano ad aver aderito agli schemi è stato il Sudafrica nel 1961, diventando membro del Maize and Sorghum Seeds Scheme. Negli anni Settanta hanno aderito anche il Kenya e la Tunisia. Il Paese che ha aderito più di recente è il Burkina Faso (2024), seguito da Nigeria (2023), Tanzania (2016) e Zambia (2017). 

Paesi africani che partecipano a uno o più schemi di semina dell’OCSE e data di adesione
Egypt1998
Burkina Faso2024
Kenia1973
Morocco1989
Senegal2015
South Africa1961
Tanzania2016
Tunisia1978
Uganda2005
Zambia2017
Zimbabwe1992

Negli ultimi anni, diversi Paesi del continente africano hanno espresso interesse per gli Schemi di semina, come Malawi, Mozambico, Etiopia, Togo, Ghana, Costa d’Avorio e Ruanda. Essi riconoscono che, aderendo agli Schemi sementieri dell’OCSE, i Paesi emergenti e in via di sviluppo possono cogliere i benefici della globalizzazione e penetrare nei mercati globali. Saranno in grado di esportare sui mercati esteri, a livello regionale ma anche con partner di altri continenti. Inoltre, potranno beneficiare dei vantaggi raggiunti in breve tempo dagli altri Paesi che hanno recentemente aderito agli Schemi. Gli schemi offrono anche un linguaggio comune e riducono le barriere tecniche al commercio. 

L’obiettivo è offrire una piattaforma per lo sviluppo di capacità istituzionali sulla certificazione delle sementi. Il programma di sviluppo delle capacità sarà adattato ai Paesi partecipanti per tenere conto delle specificità di ciascun sistema sementiero. L’obiettivo del progetto è quello di formare i formatori dei Paesi africani. Questi formatori dovrebbero poi diffondere la loro esperienza a un numero maggiore di ispettori ufficiali all’interno del Paese. 

Negli anni successivi si terrà una sessione all’anno in uno dei Paesi africani che hanno già aderito agli schemi di semina dell’OCSE, aperta agli ispettori provenienti da altri Paesi della regione. 

I formatori formeranno poi gli ispettori dei singoli Paesi partecipanti. 

Il progetto includerà un quadro di monitoraggio e valutazione che sarà sviluppato con parametri chiave da misurare come indicatori di successo. All’inizio della formazione per ogni Paese, verrà rilevata la situazione di partenza e verrà monitorato il miglioramento per un periodo di 5 anni. Ai formatori sarà chiesto di fornire relazioni annuali al Segretariato dell’OCSE, riportando le loro attività di formazione, il numero di formazioni erogate a livello nazionale o internazionale, il numero di partecipanti formati. 

Per misurare la portata dei corsi di formazione, al Paese che ha ricevuto la formazione verrà anche chiesto di fornire i dati relativi alla produzione di sementi certificate, alle importazioni e alle esportazioni, per mostrare l’impatto della certificazione delle sementi sul proprio settore. 

Il CREA-DC ha assistito il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e il Segretariato dell’OCSE nella stesura del progetto e sarà coinvolto anche nella sua attuazione, compresa la fornitura di formatori.

Research Centre for Plant Protection and Certification. Global solutions for global challenges 

In the forthcoming years, the planet will face strategic challenges within the sustainable development model, in which agriculture, agricultural products, and forests and natural areas management must be shaped focusing on protecting people health, reversing biodiversity loss, achieving climate neutrality, and increasing competitiveness. Are we ready? 

Protection of agricultural, ornamental and forestry plants and foodstuffs from harmful biotic and abiotic agents. 

In the coming years, the planet will  face great challenges in the context of a development geared towards a  society pattern that places sustainability at the forefront, in which agriculture, agricultural products and the management of forests and natural areas will also have to be shaped to protect the health of citizens, reverse the loss of biodiversity, achieve climate neutrality and increase competitiveness. 

Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions recognize the tight links between healthy people, healthy societies and a healthy planet. 

In this framework, it is highlighted that a balanced socio-economic development and an effectively sustainable management of food resources and environment cannot neglect the search for innovative phytosanitary control strategies against phytophages and pathogens threatening the main agricultural systems and forests. 

This is mandatory in Countries as diversified as Italy, where the range of production has made the agricultural system one of the richest in the world in terms of typical products, each with its own traits for crop protection from adversities, with particular care to attacks by phytophagous and pathogens. 

Centre for Defence and Certification: identikit  

  • Mission: Protection of agricultural, ornamental, and forest plants, as well as food products, from biotic and abiotic threats. Preservation and enhancement of plant agro-biodiversity, with a focus on assessing stress resistance traits. It serves as the national reference point for the protection and certification of pre-multiplication materials and seeds, including the evaluation for variety registration or plant breeders’ rights. 
  • Headquarters: Active nationwide, with 9 offices and 10 experimental farms across 8 regions (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Tuscana, Lazio, Campania, Sicilia). 
  • Staff: 365 employees 
  • Ongoing projects: 67 research projects, 13 of which are funded by the EU or international institutions, focusing on “Phytosanitary Protection of agricultural crops, forest ecosystems, and urban green spaces, advanced Seed Certification methods, and Plant Germplasm Conservation.” 
  • Special features: The CREA-DC Center, which has brought together the oldest Plant Protection institutions in Europe, founded in Italy over 150 years ago, was addressed as the National Reference Institute for Plant Protection in 2021 under Legislative Decree No. 19. It is part of the National Phytosanitary Service (SFN) and houses 5 National Reference Laboratories (Entomology and Acarology, Nematology, Virology, Bacteriology, Mycology) and 2 European Reference Laboratories (EURL-BAC Bacteriology and EURL-VIR Virology). The Center also oversees Seed Certification, the registration of new plant varieties, and supports national authorities in monitoring GMO presence in seeds. 

More about us: Centre’s websiteHome – Plant Protection and Certification – CREA,  
National Phytosanitary Service website https://www.protezionedellepiante.it/ 

Many of the CREA-DC Centre’s energies will be increasingly addressed towards research of tools and strategies aimed at reducing the use of and risks associated with pesticides. With specific reference to the CREA Plant Protection and Certification Centre, it should be stressed here that the analysis carried out to outline the possible contribution of each State to achieve the ambitious goal of the European Green Deal considers, from the actual start of document, actions concerning the use of pesticides and related risks as element of primary importance for the implementation of the “Producer to Consumer” strategy and the “Biodiversity Strategy 2030”. To assess how this topic is directly connected to aspects of economic sustainability, it should be noted that the Commission document itself emphasizes that farmers’ future yields will depend largely on the health of natural resources. 

Seed Certification, actions related to the registration in the Register of New Plant Varieties, and the support checks for national authorities on the presence of GMOs in seeds will also continue to be an area of primary importance carried out by the Centre to support the agriculture. In this direction, particular importance will be given to the efforts to modernise this area of the Centre, whose third mission activity must also increasingly focus on the most advanced methods, mainly for the evaluation of pathogen resistance. 

It is time for Africa Seed, build a durable and tailored seed system together. 

One of the initiatives endorsed by the G7 is to strengthen Seed Certification Capacity in Africa.  

The initiative is led by the OECD, which manages the Schemes for the Varietal Certification or the Control of Seed Moving. 

The OECD Seed Schemes provide an international framework for the certification of seed. They aim to facilitate global trade by setting up standards for seed production ensuring seed varietal identity and purity. This ultimately helps member countries to expand their seed industries and markets, giving farmers access to high-quality seed and improving livelihoods, food security and agriculture sustainability. 

The availability of quality seed is fundamental for developing quality, sustainable agricultural production able to provide the end user with the required safety guarantees. 

Africa is facing the three-times challenge to ensure food security, livelihoods, and environmental sustainability of its agriculture. 

Having a seed policy for a country means having the levers to direct production and to intervene iif needed when natural disasters or international events alter the balance. 

Due to the diversity of climate, territories, economy, agriculture there are several seed systems in Africa. Many African countries understood the need to modernize, boost and strengthen their seed system from an institutional point of view. 

Despite the lack of agreement on the paramount importance of the seed sector, the challenges in many African countries often remain the need of a better organized seed systems and over-dependence on the informal seed chain resulting in poor adoption of improved varieties and little use of quality seeds. 

Eleven countries on the African continent actively participate in the OECD Seed Schemes. The first African country that joined the Schemes was South Africa in 1961, by becoming a member of the Maize and Sorghum Seeds Scheme. Then Kenia and Tunisia jointed the Seed Schemes in the Seventies. The most recent participating country is Burkina Faso (2024) which followed Nigeria (2023), Tanzania (2016) and Zambia (2017). 

African countries participating to one or more OECD Seed Scheme and date of accession 
Egypt 1998 
Burkina Faso 2024 
Kenia 1973 
Morocco 1989 
Senegal 2015 
South Africa 1961 
Tanzania 2016 
Tunisia 1978 
Uganda 2005 
Zambia 2017 
Zimbabwe 1992 

Several countries from the African continent showed interest in the Seed Schemes in the last years such a Malawi, Mozambique, Ethiopia, Togo, Ghana, Ivory Coast, Rwanda. They acknowledge that joining the OECD Seed Schemes, emerging, and developing countries can reap the benefits of globalization and enter the global markets. They will be able to export to foreign markets, at regional level but also with partners on different continents. They also understand the benefit reached in a short timespan by the other countries that joined the Schemes in recent years. The Schemes also provide a common language and reduce technical barriers to trade. 

The scope of the project is offering a platform for institutional capacity building on seed certification. The capacity building program will be tailored to the participating countries to consider the specificity of each seed system. The goal of the project is to “train the trainers” from the African countries. These trainers should then share their expertise with as many official inspectors as possible.  

In the following years, one session per year will be held in one of the African countries which already joined the OECD Seed Schemes, open to inspectors coming from different places in the region. 

The trainers will then train the inspectors of the single participating countries. 

Thes project will include a monitoring and evaluating framework which will be developed with key parameters to be measured as success indicators. At the start of training for each country, the baseline will be captured and monitored for improvement over a period of 5 years. Trainers will be asked to provide yearly reports to the OECD Secretariat, reporting on their training activities, number of training courses provided nationally or internationally, and number of trained participants. 

To measure the outreach of the training, the trained country will also be asked to provide its certified seed production, import and exports figures, to show the impact of seed certification on their seed sector. CREA-DC assisted the Ministry of Agriculture, food sovereignty and Forest and the OECD Secretariat in drafting the project and will be also involved in its implementation, including the trainers provision.

Pio Federico Roversi
Direttore del CREA Centro Difesa e certificazione

Entomologo, ricercatore in difesa fitosanitaria delle piante

Pier Giacomo Bianchi
Dirigente di ricerca, CREA Centro Difesa e certificazione

Coordinatore scientifico area sementi

#lafrase Mi hanno sepolto, ma quello che non sapevano è che io sono un seme (Wangari Maathai)

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