TESTATA GIORNALISTICA ONLINE DEL CREA, ISCRIZIONE N. 76/2020 AL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI ROMA DEL 29/7/2020

10 C
Roma
domenica, 8 Dicembre 2024

Imprese agricole & Rica/2: una lettura dei dati 2012-2022  

Della stessa Rubrica

Per sua natura, per come è strutturata la RICA (Rete d’Informazione Contabile Agricola) consente di analizzare l’evoluzione di particolari fenomeni e gli andamenti dei risultati economici aziendali. Tale lettura dei dati economici e strutturali della RICA può contribuire a completare il quadro che emerge risultati dall’ultimo Censimento dell’Agricoltura, relativi all’annata agraria 2019-2020.  

La Banca Dati RICA fornisce informazioni sulle caratteristiche economiche e strutturali delle aziende agricole, necessarie per determinare il reddito netto e per l’analisi della composizione patrimoniale aziendale. Essendo una rilevazione annua, è possibile confrontare nel tempo parametri e indicatori tecnici, economici e patrimoniali per analizzare l’evoluzione di particolari fenomeni o, semplicemente, per avere un’idea sugli andamenti dei risultati economici aziendali.  

I risultati dell’ultimo Censimento dell’Agricoltura, relativi all’annata agraria 2019-2020, evidenziano un calo del numero delle aziende agricole in Italia (sia con coltivazioni che zootecniche) e una sostanziale tenuta della superficie agricola. Questo si traduce in un aumento della dimensione media aziendale, osservato in tutte le tipologie di coltivazioni ad eccezione dei prati e pascoli. Rispetto al passato, i risultati censuari mettono in evidenza un’evoluzione dell’agricoltura verso forme più strutturate, con una maggiore incidenza di manodopera salariata. Sebbene il campione della RICA sia costruito su un campo di osservazione che non coincide con quello del Censimento (essendone un sottocampione), è da quest’ultimo che prende le basi. La lettura dell’evoluzione dei dati economici e strutturali in RICA può pertanto contribuire a completare il quadro emerso dai confronti intercensuari relativamente ad altre grandezze. 

Un primo indicatore utile a questo è dato dalla redditività dei fattori produttivi, ovvero dal rapporto tra i risultati conseguiti nel processo produttivo e i mezzi impiegati per realizzarli. Due indicatori parziali spesso utilizzati nell’analisi delle aziende agricole sono la redditività della terra e del lavoro (Figura 1), data dal rapporto tra il Reddito Netto aziendale e la SAU e le Unità di Lavoro, rispettivamente. L’analisi della serie storica dal 2014 al 2022 mostra un incremento di entrambi gli indicatori, rilevato in particolare tra il 2019 e il 2020. Considerando che l’entità dei due fattori produttivi è rimasta tutto sommato stabile, a determinare un incremento è stato l’andamento del reddito netto medio. 

Figura 1 – Redditività del lavoro e Redditività della terra 

La possibilità di classificare le aziende della RICA per orientamento tecnico-economico consente di capire meglio quali sono le tipologie aziendali con i redditi medi più elevati e come è variata l’entità del reddito medio nel tempo (Figura 2). Nel 2022 (ultimo anno contabile a disposizione in RICA), le tipologie aziendali con il reddito netto più elevato sono quelle dei granivori, degli allevamenti di bovini da latte e dell’ortofloricoltura. Se si guarda alla variazione rispetto al 2014 si nota che non tutte le tipologie hanno avuto lo stesso andamento. I redditi netti medi hanno avuto incrementi rilevanti negli allevamenti di granivori (+62%) e nelle aziende con fruttiferi (+54%). Le aziende specializzate in olivicoltura hanno invece fatto registrare una diminuzione del reddito netto aziendale (-17%), che trova spiegazione nella diminuzione della produzione che, tralasciando l’alternanza delle fasi di carico e scarico, sembra avere acquisito un carattere strutturale da ricollegare sia ai problemi fitosanitari delle principali regioni produttrici sia nel cambiamento climatico. Il decremento nei redditi delle aziende viticole è stato invece lieve (-1%). 

Figura 2 – Reddito netto aziendale per specializzazione produttiva nel 2022 (barra gialla) e variazione percentuale del 2022 rispetto al 2014 (punto verde).  

Per concludere: il 2022, che si era prefigurato come un anno di crisi per l’agricoltura (guerra in Ucraina, aumento del prezzo dei prodotti energetici e dei fattori produttivi), è risultato nel complesso meglio del previsto: c’è stata una lieve diminuzione del reddito, dovuto all’effetto congiunto dei costi di produzione (che sono aumentati) e dei prezzi di alcuni prodotti (che sono leggermente diminuiti), ma non ci sono stati shock importanti per il settore. Le prime simulazioni fatte per il 2023 confermano quanto detto sopra, con un’ulteriore lieve diminuzione della redditività. Si tratta comunque di una situazione di estrema volatilità dei prezzi (dei prodotti e dei fattori di produzione) che mette a dura prova la capacità degli imprenditori agricoli di prevedere gli andamenti di mercato e assumere decisioni di semina o, più in generale, di gestione dell’impresa. 

Luca Cesaro
CREA Centro Politiche e Bioeconomia

Sonia Marongiu
Ricercatrice CREA Centro Politiche e Bioeconomia

Laureata in Scienze Forestali e Dottore di Ricerca in Politica Agraria, è referente RICA per le Province Autonome di Trento e Bolzano. Si occupa di economia e politica agraria e forestale

#lafrase Plan for what it is difficult while it is easy, do what is great while it is small (Sun Tzu, VI-V century BC

Gli ultimi articoli