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mercoledì, 3 Luglio 2024

Impresa agricola, il contributo delle Organizzazioni/2: Confagricoltura 

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Ripensare i modelli imprenditoriali e le politiche per le nuove sfide globali – Editoriale di Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura 

Il concetto di impresa è insito nella storia di Confagricoltura. Il primo articolo dello Statuto confederale pone l’imprenditore agricolo al centro dell’attività dell’Organizzazione. Non si tratta di una mera affermazione, bensì di un principio ispiratore di tutta l’azione sindacale, finalizzata all’efficienza delle imprese, a una competitività sempre più avanzata, a un generale orientamento verso la crescita e le innovazioni tecnologiche, in stretto collegamento con le altre parti della filiera agroalimentare per cogliere le aspettative dei consumatori in Italia e nel mondo.  

I fatti di questi ultimi anni hanno dimostrato che l’Italia può fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui i nostri associati costituiscono una componente essenziale: collaborano con le nostre aziende oltre cinquecentomila addetti che sviluppano 64 milioni di giornate lavoro. Oggi, tuttavia, la responsabilità delle imprese non si esaurisce all’interno delle strutture produttive e sui mercati: le scelte vanno a incidere sul livello di benessere della società, sulle condizioni del lavoro, sulla protezione delle risorse naturali, sulla definizione concreta del concetto di sostenibilità. L’impresa agricola si sta evolvendo velocemente. 

Le nostre aziende in molti comparti sono leader indiscusse per innovazione, capacità di stare sul mercato e di competere a livello internazionale. Rappresentiamo, come Confagricoltura, circa un terzo della SAU e il 45% della produzione agricola nazionale e del relativo valore aggiunto di settore. Le imprese stimolano la nostra agenda sindacale. Non a caso abbiamo chiesto e sostenuto l’introduzione dell’Agricoltura 4.0, che ha contribuito in modo determinante a modernizzare e a disegnare una nuova immagine del settore primario. Un lavoro che continua e che necessita di nuove risorse. 

Oggi più che mai abbiamo bisogno di un approccio strutturale al percorso di sviluppo dell’agricoltura, minacciata dagli effetti del cambiamento climatico. È importante accelerare nella definizione di un piano strategico dedicato che abbia la visione di un modello agricolo in grado di aumentare le produzioni e l’occupazione, con un rapporto più integrato tra tutti gli attori della filiera, anche in termini di migliore assegnazione del valore aggiunto. In questa direzione si colloca “Mediterranea”, l’associazione che abbiamo voluto insieme a UnionFood per rafforzare le filiere e la loro efficienza dal campo alla tavola, la sostenibilità delle produzioni e per efficientare la rete logistica e dei sistemi di stoccaggio. Una compagine del valore di 106 miliardi di euro, che offre lavoro a 650mila addetti. 

Per raggiungere nuovi obiettivi le imprese agricole hanno bisogno di superare ostacoli vetusti, come eccesso di burocrazia, infrastrutture materiali e immateriali obsolete rispetto alle esigenze di oggi. Serve uno sforzo in questa direzione, così come in Europa occorre rivedere le politiche di settore. Gli ultimi mesi hanno posto all’attenzione di tutti l’inadeguatezza dell’attuale PAC, che penalizza la produzione mettendo a rischio l’indipendenza alimentare dell’Ue in una fase di elevata instabilità a livello internazionale.  

Sicurezza alimentare, reciprocità sui mercati, semplificazione, energie rinnovabili, gestione del rischio rispetto ai cambiamenti climatici, ricerca scientifica: sono queste le parole chiave sulle quali l’Europa deve agire per una sostenibilità ambientale ed economica con imprese agricole solide e competitive. 

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