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venerdì, 29 Marzo 2024

Città sostenibili 2/ – Il verde, una opportunità da reinventare

Della stessa Rubrica

L’infrastruttura verde nelle città è una combinazione unica di obiettivi e vantaggi economici, sociali e ambientali che, però, per essere efficace e duratura richiede una pianificazione lungimirante, competente ed evidence-based, una realizzazione attenta e una gestione accurata e responsabile.

Quali sono le regole per ottenere allestimenti a verde effettivamente sostenibili? Qual è il ruolo della ricerca scientifica affinché il verde urbano possa fornire sempre più servizi ecosistemici?

Il Verde in città è sempre stato apprezzato per la bellezza che apporta all’ambiente urbano e per il gradevole senso di pace e benessere che suscita nei cittadini. Negli ultimi decenni, però, lo sviluppo spesso scriteriato delle nostre metropoli e il fenomeno dei cambiamenti climatici a livello globale hanno posto in evidenza molti benefici che alberi e piante apportano alle città: dallo stoccaggio di CO2 (anidride carbonica) e rilascio di O2 (ossigeno) all’assorbimento di sostanze inquinanti, dal contenimento degli effetti degli eccessi climatici (isole di calore e piogge torrenziali) alla riduzione delle spese energetiche per il condizionamento delle nostre case.

Piantare alberi e arbusti in città è il principale (anche se non l’unico!) intervento che gli uomini possono fare per rimediare ai problemi causati dal nostro stile di vita irrimediabilmente portato a bruciare energia e a produrre rifiuti, soprattutto nei contesti urbani in cui ormai si concentra più del 60% della popolazione mondiale. Tuttavia, perché il Verde in città possa davvero svolgere le funzioni sopra esposte e fornirci quei “servizi ecosistemici” per i quali viene realizzato, è necessario che il Verde sia “sostenibile”, sia dal punto di vista economico che ambientale.

Echinopsis e Trichocereus

La sostenibilità di alberi, arbusti e fiori posti nei viali, nelle aiuole, nei parchi e giardini di una città è un concetto essenziale ma, purtroppo, difficile da raggiungere. Una pianta in ambito urbano, infatti, non è uguale alla stessa pianta nel suo ambiente naturale, dove questa cresce liberamente assimilando CO2 e rilasciando O2, convivendo in simbiosi con animali, insetti e microrganismi, fornendo ombra e riparo dal vento, sviluppando le proprie radici nel terreno e proteggendolo dall’effetto battente della pioggia e dall’erosione. Un albero in città cresce in un ambiente fortemente antropizzato e inquinato, in cui deve interagire con l’asfalto delle strade, con le auto parcheggiate in prossimità del tronco, con le recinzioni di giardini privati, coi muri delle case, con le reti idriche, elettriche e telefoniche interrate che determinano spesso il taglio di radici: per mantenere in vita un albero in città è necessario spendere denaro e bruciare energia (impianto, cure colturali, potature, raccolta delle foglie), e quando questi costi superano i benefici dei servizi ecosistemici (quantificabili anch’essi in euro e in CO2) forniti dalla pianta, allora a quel punto il Verde non è più sostenibile.

Per ottenere allestimenti a verde effettivamente sostenibili, una Amministrazione deve fondamentalmente scegliere bene: CHI progetterà e realizzerà l’area e ne curerà le piante; PERCHÉ verrà allestito l’impianto a verde; DOVE e COME si realizzerà l’opera; COSA verrà piantato; QUANDO verranno effettuati i lavori di impianto e di manutenzione dell’infrastruttura verde (cura e potatura delle piante, gestione degli impianti di irrigazione, raccolta delle foglie etc.). La sostenibilità delle opere a verde può essere quindi conseguita solamente affidando tutte le varie fasi di realizzazione e manutenzione a professionisti capaci e ad aziende competenti.

Opuntia humifusa

La progettazione di un’area verde deve essere effettuata da agronomi o forestali che conoscano bene le dimensioni finali e le esigenze fisiologiche delle piante che vengono utilizzate, le caratteristiche ambientali (clima, terreno) dell’area interessata, le infrastrutture già presenti (edifici, strade, muri) che dopo 10 anni interferiranno con la pianta adulta, NON con l’alberello che pensano di piantare oggi.

La scelta delle piante da utilizzare dovrà necessariamente ricadere sulle specie che, in quelle particolari condizioni, saranno in grado di crescere con la minima richiesta possibile di energia, di acqua e di cure colturali e che potranno svolgere al meglio le funzioni per le quali è stata progettata l’area verde: decorativa, stoccaggio di CO2, frangivento, ombreggiamento, trattenimento di sostanze inquinanti etc. Nei box vengono descritte due tipologie di piante, poco esigenti e molto rustiche, che ben si adattano alla realizzazione di aiuole e giardini ecosostenibili: le cactacee (piante grasse) e le psammofile (piante adatte alla crescita in terreni poveri e sabbiosi).

Bosco Verticale di Boeri a Milano

Cosa fa la ricerca?

Oggi la Ricerca, condotta anche dai ricercatori del CREA, è in grado di fornire ai progettisti di opere a verde informazioni non solo sulle caratteristiche botaniche ed estetiche delle piante (altezza, portamento, date di fioritura, esigenze idriche e termiche, emissione di polline allergenico etc.), ma anche su quelle fisiologiche e funzionali relative alla capacità di fornire servizi ecosistemici. Sulla base di queste indicazioni, sarà possibile per il progettista scegliere le specie più adatte alla realizzazione di un’area verde ecosostenibile, in cui le piante richiedono un minimo di cure colturali, di acqua e di energia e, al contempo, svolgono tutte le funzioni richieste loro. Inoltre, il progettista potrà definire il calendario degli interventi e delle cure colturali che ditte specializzate dovranno effettuare periodicamente negli anni successivi all’impianto.

Non ultima, anche la programmazione della vita degli alberi in città e la loro sostituzione è molto importante: come per tutti gli esseri viventi, infatti, anche per gli alberi arriva, prima o poi, il momento della morte dell’organismo. In Natura esistono alberi pluricentenari, ma una pianta, in un ambiente artificiale come quello urbano, non potrà mai avere la stessa longevità. Non si può pensare di aspettare la morte fisiologica di un albero per provvedere alla sua sostituzione: una pianta morta o vecchia e malata è infatti facilmente soggetta allo sradicamento, alla caduta di rami o allo schianto del tronco in concomitanza di eventi meteorologici estremi e, quindi, può rappresentare una minaccia per veicoli, manufatti sottostanti e anche per i cittadini. La questione è estremamente delicata perché da un lato coinvolge sentimenti di affetto da parte della cittadinanza nei confronti dei propri amici alberi; dall’altro, però, tocca il drammatico tema della responsabilità civile e penale dell’Amministrazione nel malaugurato caso in cui la caduta di un albero causi danni a cose o, ancor peggio, a persone! Dal punto di vista tecnico, il momento in cui le piante andrebbero sostituite dovrebbe essere quello in cui le spese, in termini economici ed energetici, necessarie per il mantenimento della pianta che ha iniziato la fase di senescenza, superano i vantaggi forniti dalla pianta stessa: in quel momento, la pianta perde la sua funzione e diventa un costo ambientale ed economico per l’intera comunità. Anche la sostituzione programmata degli alberi in città, pertanto, è uno degli elementi chiave per rendere il Verde urbano sostenibile!

Echinopsis ibrido cv. Princess Anne (Schick)

Piante Succulente e Cactacee

Con Xeriscaping, “paesaggio asciutto”, termine coniato nel 1981 dalla Denver Water in Colorado, si definisce una pratica finalizzata alla creazione di paesaggi e spazi verdi preservando le risorse idriche da sprechi, ossia minimizzando i consumi di acqua. Al riguardo vengono scelte piante che si adeguano meglio al clima locale, oppure originarie dello stesso ambiente, o altrimenti che abbiano elevate capacità di riserva idrica. Al contempo, gli strati del terreno vengono sistemati in modo da evitare perdite di acqua per filtrazione, evaporazione, dilatazione ed erosione. Sia i cactus che le succulente, anche se spesso provenienti da altri continenti, sono piante fondamentali nello Xeriscaping perché si integrano in qualsiasi paesaggio e offrono la stessa varietà di forme, trame e colori delle piante che richiedono acqua. I giardini così progettati guadagneranno in bellezza perché le piante resistenti alla siccità affrontano bene le estati secche e, se scelte con criterio, fanno bella mostra di sé tanto in estate quanto in inverno, rimanendo decorative senza richiedere costanti attenzioni. Negli ambienti dove si fa sovente riferimento al cosiddetto “Mediterranean gardening”, una delle principali strategie adottate è proprio l’idonea scelta della specie vegetali: le piante succulente e cactacee, proprio per la loro capacità di sopravvivere in contesti ostili sotto il profilo idrico, rappresentano spesso una scelta obbligata. I vantaggi sono: minori spese idriche, più acqua disponibile per altri usi e per le persone, meno tempo e lavoro necessario per il mantenimento, minori input energetici per la loro gestione, scarsissimo utilizzo di prodotti fitosanitari per la loro difesa, grandi capacità di assorbimento di anidride carbonica e, in molti casi, elevata produzione di fiori e frutti eduli. Cactus e succulente, inoltre, sono molto importanti per gli insetti pronubi in quanto forniscono, con le loro fioriture, polline e nettare anche in periodi dell’anno in cui le altre specie vegetali sono a riposo, garantendo riserve alimentari per le nuove colonie.

Crithmum maritimum

Piante Psammofile

L’aumento delle temperature e l’incremento di fenomeni meteorologici estremi, soprattutto nel bacino Mediterraneo, hanno portato negli ultimi anni ad una nuova progettazione dei giardini, scegliendo soluzioni gestionali ecocompatibili e specie stress tolleranti. Risulta quindi di duplice interesse individuare tecniche colturali che permettano un uso efficiente delle risorse idriche ed energetiche e promuovere la coltivazione di specie autoctone che, una volta messe a dimora, non richiedano irrigazioni frequenti e al contempo permettano di salvaguardare la biodiversità. L’utilizzo di specie autoctone, con corredo genetico locale, rappresenta il presupposto fondamentale in opere di ripristino ambientale.
Nell’ambito della flora costiera psammofila della Liguria, sono state individuate specie ad elevato impatto ornamentale (Pancratium maritimum, Glaucium flavum, Eryngium maritimum, Crithmum maritimum, Asphodelus fistolosus) che potrebbero essere inserite nei processi produttivi vivaistici. La loro rusticità e le ridotte esigenze colturali ne permettono l’introduzione nell’arredo di giardini ecosostenibili e a basso impatto gestionale. Il loro uso consente la valorizzazione del patrimonio floristico locale, contribuendo a contrastare l’utilizzo di specie esotiche invasive e aprendo quindi nuovi scenari di interesse ed interlocutori.
Per le specie scelte sono stati individuati protocolli di propagazione in vivo e/o in vitro, finalizzati all’ottenimento di materiale vegetale qualitativamente e quantitativamente superiore. Sono state valutate la riproduzione via seme, garantendo il mantenimento della massima espressione della biodiversità, oppure la moltiplicazione massiva di genotipi superiori, attraverso tecniche tradizionali in campo oppure attraverso la micropropagazione, con la finalità di ottenere un numero elevato di cloni della pianta madre in breve tempo, in spazio ridotti, esenti da fitopatie e svincolate dalla stagionalità.
Le attività di ricerca afferiscono al Progetto PSR Regione Liguria Misura 16.1 “Risparmio idrico ed energetico in pratiche vivaistiche attraverso l’utilizzo di piante autoctone psammofile – PSAMMbeach”. Il capofila Confagricoltura Liguria si avvale del partenariato costituito dal DISTAV dell’Università di Genova, dall’Azienda F.lli Rebella e dal CREA-Orticoltura e Florovivaismo Sede di Sanremo (Marco Savona, Carlo Mascarello, Barbara Ruffoni, Lorenzo Camerini).

Glaucium flavum
Silene colorata e Medicago marina

Gianluca Burchi
Dirigente di ricerca CREA – Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo, Sede di Pescia

Si è sempre occupato di miglioramento genetico di specie floricole e orticole per l’industria e di fisiologia postraccolta delle piante ornamentali. Negli ultimi anni si occupa prevalentemente di produzioni florovivaistiche per il Verde Urbano.

#lafrase Il VERDE ci ha reso l’atmosfera respirabile negli ultimi 2 miliardi di anni. Nel Verde ci siamo evoluti negli ultimi 2 milioni di anni. Dal Verde ci siamo sempre più distaccati negli ultimi 200 anni. Verso il Verde dobbiamo tornare Oggi! (cit. Burchi)

Domenico Prisa
Ricercatore CREA – Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo, Sede di Pescia

Si occupa dello studio e della protezione mondiale di cactus e succulente come membro dello IUCN SSC (Cactus and Succulent Plant Specialist Group), di ricerca e applicazione di microrganismi e biofertilizzanti in agricoltura, di coltivazione delle piante con metodi sostenibili e a basso impatto ambientale

#lafrase I fiori tra le spine, colori e profumi di realtà divine (cit. Prisa)

Marco Savona
È responsabile scientifico del Progetto PSAMMbeach

Si occupa di conservazione della biodiversità vegetale, con particolare attenzione alla flora ligure. Ha competenze di micropropagazione e di biotecnologie vegetali.

#lafrase La ricerca è curiosità, passione, ma soprattutto innovazione (cit. Savona)

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