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mercoledì, 1 Ottobre 2025

AgrEcoMed: il progetto per aziende agricole più agroecologiche

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Il settore cerealicolo affronta sfide cruciali: cambiamento climatico, concorrenza estera e pressione sui prezzi. A rispondere è la svolta green: il progetto AgrEcoMed, guidato dal CREA, coinvolge giovani agricoltori in una rivoluzione agroecologica, tra rotazioni colturali, economia circolare e alleanze tra ricerca, imprese e territorio. Un nuovo modello per un’agricoltura più resiliente, sostenibile, legato alla tutela della biodiversità e alla cooperazione territoriale. 

L’Italia è da sempre uno dei principali produttori di frumento in Europa. Secondo gli ultimi dati ISTAT a disposizione, la superficie coltivata a cereali ha superato i 3 milioni di ettari, con una produzione di circa 154,5 milioni di quintali, in crescita dell’8% rispetto all’anno precedente. L’aumento è dovuto sia all’espansione delle superfici (esclusi mais, riso e avena), sia al miglioramento delle rese, favorito da condizioni climatiche particolarmente favorevoli, soprattutto per i cereali a semina primaverile. 

Negli ultimi decenni, il settore cerealicolo italiano ha subito importanti trasformazioni, influenzate da fattori economici, ambientali e tecnologici. Si è verificata una progressiva concentrazione delle superfici agricole, con un numero sempre minore di aziende, ma di dimensioni più ampie, segno di un processo di razionalizzazione produttiva. Allo stesso tempo, si è osservata una crescente variabilità nelle rese, dovuta in larga parte agli effetti del cambiamento climatico, che colpiscono in particolare le aree meridionali del Paese. A complicare ulteriormente il quadro è la forte pressione competitiva internazionale: l’Italia continua a importare grandi quantità di mais e grano tenero, e ciò crea difficoltà per i produttori nazionali, soprattutto in termini di competitività e prezzi di mercato. 

In risposta a queste sfide, il comparto cerealicolo si sta orientando verso modelli produttivi più sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che economico. Accanto all’adozione di tecnologie e agricoltura di precisione per migliorare le rese e ridurre l’uso di input chimici, si diffondono pratiche agronomiche a basso impatto, come la rotazione colturale, la minima lavorazione del suolo e un uso più efficiente delle risorse. In questo scenario cresce anche l’interesse per l’approccio agroecologico, che punta su sistemi colturali ecocompatibili e valorizza le risorse locali e la biodiversità. 

Il progetto di ricerca “AgrEcoMed – New agroecological approach for soil fertility and biodiversity restoration to improve economic and social resilience of mediterranean farming systems” finanziato dal programma PRIMA, rivolgendosi in particolare a giovani agricoltori e agricoltrici mira a favorire la transizione agroecologica delle aziende agricole mediterranee, promuovendo pratiche sostenibili dal punto di vista ecologico, sociale ed economico allo scopo di affrontare le sfide climatiche dell’area. 

A tale scopo, nell’ambito del progetto, il CREA Politiche e Bioeconomia ha progettato e realizzato, con la collaborazione dell’Università della Basilicata, laboratori formativi in aula e in campo sulla rotazione colturale, l’agroecologia e l’economia circolare. Inoltre, con l’obiettivo di valorizzare e diffondere esempi virtuosi di pratiche agricole sostenibili, in collaborazione con il progetto Eccellenze Rurali della Rete Nazionale PAC, sono state individuate esperienze significative di transizione ecologica adottate, di cui alcune  relative alla produzione cerealicola. L’analisi di quest’ultime ha permesso di individuare un futuro sostenibile della cerealicoltura nel rispetto dei tempi della natura, nel rafforzamento del legame tra produttore e consumatore e nella valorizzazione e promozione della produzione attraverso forme di collaborazione tra agricoltori, cooperative, trasformatori, enti di ricerca, enti pubblici, associazioni. 

Partner del progetto AgrEcoMed 

CREA Politiche e Bioeconomia (IT) 

Università Studi della Basilicata (IT) 

Università di Bari (IT) 

Politecnico di Valencia (ES) 

Università di Cordoba (ES) 

Centro di Biotecnologia di Sfax (TN) 

Scuola Nazionale di Agraria (MA) 

Università Beni -Mellal (MA) 

Maria Assunta D’Oronzio  
Dirigente Tecnologo CREA Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia 

Economista agraria impegnata su ricerche di cooperazione per l’innovazione, agroecologia e sostenibilità, analisi territoriali e di filiera,  individuazione di fabbisogni di intervento e programmazione delle politiche rurali. 

Barbara Zanetti
Primo tecnologo CREA Centro Politiche e Bioeconomia

Imprenditoria giovanile e femminile, multifunzionalità e diversificazione delle aziende agricole, turismo rurale 


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