La micropropagazione è una tecnica fondamentale nello sviluppo della floricoltura, in quanto consente di produrre piante in modo rapido e sicuro, conservando caratteristiche genetiche e migliorando la qualità e la varietà dei fiori. Si tratta di uno strumento essenziale per l’innovazione e lo sviluppo del settore, permettendo una moltiplicazione efficiente, sicura e sostenibile delle piante da fiore, con vantaggi economici e qualitativi significativi.
Il fiore, la floricoltura e il comparto floricolo in generale, da sempre, sono stati contraddistinti da un elevato turn over: chi ama, apprezza e, quindi, acquista i fiori, richiede sempre la novità.
Questa tendenza ha stimolato il continuo lavoro di ricerca e rinnovamento di specie e varietà da parte dei costitutori, con la necessità di ridurre i tempi di ibridazione e perfezionare le tecniche di coltivazione; in questo contesto, le diverse tecnologie in vitro sono in grado di ridurre sensibilmente i tempi di affermazione di una varietà sul mercato e di diminuire le ricadute ambientali dei sistemi produttivi, svincolandosi anche dalle problematiche recenti del cambiamento climatico. La prima specie ornamentale ad affermarsi sul mercato unicamente grazie alla sua propagazione in vitro è la Gerbera, la famosa “margheritona” di tutti i colori, che oggi ha un impatto economico enorme; a seguire ci sono stati interventi di messa a punto di tecniche sui Lilium e sulle orchidee. Oggi quasi tutte le importanti specie ornamentali sono o parzialmente o completamente propagate in vitro (vedi box).
Ricerca pubblica e ricerca privata
Estremamente importante per l’economia floricola italiana risulta soprattutto lo studio di sistemi di propagazione efficienti dei genotipi superiori selezionati negli ambienti mediterranei, che possano rendere disponibile l’offerta nelle quantità di materiale richiesto dai produttori. Infatti, perché una specie diventi di successo è necessario un metodo veloce, efficace e ripetibile di produzione di piantine tutte uguali. Spesso, l’unica possibilità è l’utilizzo della coltura in vitro, che garantisce la produzione di materiale di propagazione sano, esente da virus e batteri. Il potenziamento della ricerca e della successiva diffusione dei risultati, finalizzandoli alle innovazioni di prodotto e di processo, sono, quindi, obiettivi necessari per il rilancio della floricoltura in Italia. Le linee guida devono essere mirate alla riduzione dei costi e al miglioramento della qualità, con un occhio anche alla valorizzazione del patrimonio genetico autoctono o naturalizzato, all’individuazione di nuove specie con valore estetico elevato.
Molte aziende italiane produttrici di fiori hanno iniziato da qualche anno a sviluppare e produrre innovazione, per cercare di migliorare questo settore e limitare il ricorso all’importazione, che offre prodotti e tecniche non sempre studiate, sperimentate e adattate alle esigenze del nostro comparto. È certamente un lavoro importante quello svolto dalla ricerca e sperimentazione privata italiana, che, tuttavia, non riesce ancora ad essere così incisivo come meriterebbe, perché debole sul piano della sua “certificabilità scientifica”.
Spesso, infatti, gli ibridatori e le aziende private che si dedicano a produrre innovazione, non hanno i mezzi per saggiarne fino in fondo il valore e per divulgarne correttamente l’utilizzo, strumenti che, invece, sono a disposizione della ricerca pubblica. È proprio su questo ultimo aspetto che è importante e fondamentale l’attivazione di una sempre più forte e stretta collaborazione tra ricerca pubblica e privata, che consenta di sfruttare appieno le reciproche competenze e di arricchire le conoscenze di entrambi i soggetti. Vi sono esempi virtuosi di collaborazione tra le strutture scientifiche del settore pubblico e i privati, come ad esempio il progetto VITROFLOR, finanziato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) qualche anno fa, in grado di favorire quella crescita e quello sviluppo che il settore della floricoltura merita.
La micropropagazione (o propagazione in vitro)
E’ una tecnica di riproduzione vegetativa delle piante che in Europa ha visto il suo massimo sviluppo tra il 1975 e il 1990, periodo caratterizzato da un continuo incremento nel numero di laboratori privati, attrezzati per la produzione di piante in vitro di vario genere (frutticole, ornamentali, floricole). Alla fine degli anni ‘80, ad esempio, oltre 190 milioni di piante risultavano già prodotte in vitro in Europa occidentale, la maggior parte delle quali rappresentate da specie ornamentali (82,5%), seguite dalle specie da frutto (10,1%) e piccoli frutti (4,8%) e, infine, da specie erbacee, orticole e forestali (2,6%) ed è ancora un numero ridotto se lo si raffronta con la produzione di piante ornamentali nel mondo. Il comparto ornamentale solo negli Stati Uniti, ad esempio, raggiunge i 2 miliardi di dollari. C’è, quindi, molto spazio per continuare la ricerca su specie nuove o rinnovate.
Il contributo del CREA
Presso la sede di Sanremo del Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo è attivo il servizio “Piattaforma di colture di tessuti vegetali e micropropagazione” (riportato anche nella Carta dei servizi CREA), con 30 anni di esperienza e attrezzato con laboratori recentemente rinnovati, che offre un approccio scientifico per lo studio dei protocolli originali e per la produzione di un congruo numero di piante stock qualitativamente e sanitariamente eccellenti.
Tra le specie propagate in vitro con successo negli anni ricordiamo ortensia, lisianthus, gerbera, ciclamino, limonium, ixia, mimosa, rosa, garofano, anemone e ranuncolo, nonché le specie legnose della macchia mediterranea come carrubo, lentisco, mirto e corbezzolo e specie di recente introduzione come globba e curcuma ornamentale.
Esperienza trentennale in floricoltura, specie aromatiche e medicinali e fiori eduli. Esperta di propagazione in vitro, colture di tessuti vegetali per produzione di metaboliti secondari, di biotecnologie applicate a supporto delle attività di breeding e di propagazione ex situ per conservazione di specie a rischio di estinzione. Dal febbraio 2021 è stata nominata Vicepresidente del Distretto Florovivaistico del Ponente Ligure.
#lafrase Si regalano i fiori per il piacere degli occhi, si cucinano per quello del palato
È responsabile scientifico del Progetto PSAMMbeach.
Si occupa di conservazione della biodiversità vegetale, con particolare attenzione alla flora ligure. Ha competenze di micropropagazione e di biotecnologie vegetali.
#lafrase La ricerca è curiosità, passione, ma soprattutto innovazione (Marco Savona)