Un progetto italo-francese che si pone l’obiettivo di proteggere, conservare e valorizzare la biodiversità di specie e varietà storiche presenti in questo territorio, a cavallo tra le due Nazioni, al fine di preservare un patrimonio floricolo unico e aiutare il settore a realizzare una nuova offerta mediterranea di alta qualità, più rispondente alle sfide del XXI secolo.
Storia, conservazione e valorizzazione dell’agro-biodiversità floricola sono gli argomenti principali del progetto internazionale FLEURSTORIA (Interreg VI-A Francia-Italia ALCOTRA). La Riviera italo-francese, da sempre, è un luogo naturalmente vocato alle produzioni agricole grazie al suo tipico clima mite “mediterraneo”. Dopo un intenso periodo dedicato alla produzione di agrumi e in seguito alla scomparsa di parecchi agrumeti dovuta alle frequenti gelate, a partire dal XIX secolo, l’economia della zona si orientò verso la produzione di fiori. I contadini liguri cominciarono a spostarsi dall’Italia verso la vicina Francia per acquisire nuove tecniche colturali ed iniziare a coltivare fiori anche nelle loro terre natie. All’inizio del 1900, con la costruzione della ferrovia e grazie all’impegno di agronomi “illuminati”, vennero istituite le “Cattedre ambulanti” di Floricoltura. In Riviera, Mario Calvino e la moglie Eva Mameli diedero un fortissimo impulso alla coltivazione “industriale” del fiore presso la Stazione Sperimentale di Floricoltura di Sanremo. Nello stesso periodo iniziò l’intensa attività degli ibridatori per lo sviluppo di nuove varietà, principalmente di rose e garofani. La coltivazione di specie antiche è documentata per tutto il Novecento in Riviera e già negli anni ’60,’70 e ’80 molte coltivazioni floricole erano ormai ben note. Molte di queste antiche coltivazioni erano presenti nel manifesto realizzato dall’UCFOR del 1988 e nel libro di Bruno Filippi, dove venivano pubblicizzate tutte le specie floricole coltivate nel Ponente ligure. La floricoltura era riconosciuta come un settore economico ben organizzato, remunerativo e parte integrante del patrimonio culturale regionale. Negli anni 2000, la floricoltura regionale si è indebolita a causa dell’emergere di nuove coltivazioni massive in Africa e Sud America, caratterizzate da minori costi di produzione. Il mercato ha poi iniziato ad appoggiarsi a paesi come Alsmeer (Olanda), causando ulteriori rallentamenti in tutto il comparto floricolo, favorendo la ricerca di colture sempre più specializzate e di nicchia e trascurando le colture floricole protagoniste del secolo precedente. Queste azioni hanno messo a rischio l’agrobiodiversità floricola transfrontaliera, patrimonio culturale e colturale comune di grande importanza. Gli ultimi anni hanno visto una ripresa delle coltivazioni su “nuove” specie (es. peonia in Francia e ranuncolo in Italia), ma anche di coltivazioni tradizionali (es. anemone). Dal 2010, con le linee guida del Green Deal Europeo, è aumentato l’interesse verso l’ottenimento di colture più sostenibili e la ricerca delle tradizioni colturali storiche da cui trarre materiale genetico utile per rinnovare le nuove linee produttive.
Il progetto internazionale Fleurstoria nasce, quindi, dall’esigenza di recuperare il patrimonio floricolo storico: da parte italiana, la Regione Liguria ha approvato e finanziato diversi progetti nell’ambito del PSR Misura 10.2 “Conservazione della agro-biodiversità”, con l’obiettivo di caratterizzare, sia a livello morfologico sia genetico, le accessioni con la creazione di una banca dati. Sul versante francese, invece, è stata realizzata la rete “Conservatoire Mediterraneen Partagè” per il reperimento e la tutela attiva delle varietà in giardini e orti botanici, per la raccolta di informazioni storiche ed etno-orticole e per il trasferimento delle competenze dalle vecchie alle nuove generazioni.
In quest’ottica, il progetto Fleurstoria ha un carattere transnazionale intrinseco, nato da una rete volontaria di diverse strutture francesi e italiane coinvolte nella floricoltura, che hanno avuto nel corso dei secoli attività e scambi tecnico-commerciali che persistono ancora oggi. Lo scopo del progetto è proteggere, conservare e valorizzare la biodiversità di specie/varietà storiche presenti in questo bacino geografico al fine di preservare un patrimonio agricolo unico e aiutare il settore floricolo a realizzare una nuova offerta mediterranea di alta qualità, che risponda alle sfide del ventunesimo secolo.
Gli obiettivi operativi del progetto riguardano il recupero e la protezione di colture floreali antiche, che verranno descritte e caratterizzate grazie all’esperienza degli enti di ricerca coinvolti, e il salvataggio del know-how acquisito, favorendo la promozione del patrimonio agricolo e culturale. Si procederà, poi, con la progettazione di nuove aree paesaggistiche, anche in ambito urbano, dedicate alla conservazione ex situ e alla promozione delle cultivar floricole locali.
Oltre alle attività di carattere divulgativo, come la predisposizione di un e-book e di schede identificative delle specie, il progetto Fleurstoria prevede la progettazione di aree dedicate alla valorizzazione del patrimonio floristico transfrontaliero che andranno a costituire un’ulteriore opportunità per il ripristino di queste antiche specie dal valore inestimabile.
Laureata in Biotecnologie vegetali e microbiche, è stata Borsista (Progetto ‘RIFioriRe’) al CREA Orticoltura e Florovivaismo di Sanremo. Attualmente sta svolgendo un Dottorato di Ricerca sull’uso dei biostimolanti in vitro su piante aromatiche e ornamentali sotto stress salino.
#lafrase L’umorismo va distinto dall’ironia. Quando si fa dell’ironia si ride degli altri. Quando si fa dell’umorismo si ride con gli altri
(Carlo M. Cipolla)
Responsabile scientifico sottoprogetto GEO.
Di recente ha pubblicato una review sul genome editing nelle specie ornamentali: Giovannini A., Laura M., Nesi B., Savona M. and Cardi T. (2021) Genes and genome editing tools for breeding desirable phenotypes in ornamentals. Plant Cell Rep 40, 461–478. https://doi.org/10.1007/s00299-020-02632-x.
#lafrase La ricerca è curiosità, passione, ma soprattutto innovazione
(Marco Savona)