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Rinnovabili: la chiave per l’indipendenza energetica

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La crisi energetica, l’aumento dei prezzi del gas e dell’energia elettrica e il Green Deal europeo favoriscono sempre più la transizione verso le rinnovabili, unica alternativa realmente sostenibile per il raggiungimento dell’indipendenza energetica. In particolare, il parco agrisolare e l’agro-fotovoltaico rappresentano soluzioni innovative in grado di far fronte alla crisi. 

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha evidenziato come il nostro Paese –  e più in generale tutta l’Unione europea – abbia bisogno di un’indipendenza energetica, attuabile anche grazie alle nuove fonti di energia rinnovabile (FER). 

Da un punto di vista economico, il gas dal 2021 al 2022 ha subito importanti incrementi, in alcuni periodi pari al 100% del valore iniziale. Questo è conseguenza diretta della forte dipendenza energetica che il nostro Paese ha nei confronti degli Stati dell’est Europa. Ad oggi, il prezzo del gas, infatti, è pari a 0,98€/Smc, in leggero aumento (+13,7%) rispetto al mese di ottobre 2022. 

Discorso analogo si può fare per l’energia elettrica, che dalla fine  del 2021  è aumentata  del 300% a kWh. 

Grafico 1

Alla crisi energetica e al conseguente aumento improvviso e costante dei prezzi, si aggiungono gli obiettivi del Green Deal europeo, che prevede la produzione di almeno il 40%, entro il 2030, di energia rinnovabile sul totale annuo energetico prodotto dai singoli Stati. 

Ad oggi, in Italia, la produzione di energia rinnovabile è così ripartita: 

  • il 44,7% proviene da fonte idraulica;  
  • il 25% da fonte solare; 
  • il 20,8% da fonte eolica; 
  • il 18,3 da bioenergie, come biomasse solide, liquide e biogas; 
  • il 5,9% da fonte geotermica. 

Al fine di raggiungere gli obiettivi europei e di ottenere (almeno in parte) la già citata indipendenza energetica, l’Italia, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha introdotto soluzioni innovative che permettono di fronteggiare l’attuale crisi.  

Più nel dettaglio, i due principali interventi previsti dal PNRR sono il parco agrisolare e l’agro-fotovoltaico

Con il termine agrisolare si intendono tutti gli interventi relativi all’acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all’attività delle imprese beneficiarie, senza comportare consumo di suolo. Basti pensare che, attualmente, in Italia ci sono oltre 3 milioni di fabbricati agricoli, ripartiti in abitazioni, ricoveri e altri fabbricati: molti di questi sono idonei per l’installazione di pannelli fotovoltaici (tabella 1). 

Tipologia di fabbricatoNumeri in Italia
Abitazioni1.102.558
Ricoveri1.084.038
Altri fabbricati1.376.304
Tot.3.562.900
Tabella 1

L’obiettivo fissato dal PNRR prima, e dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) poi, è di produrre, attraverso questa misura, almeno 375 MW di nuovi impianti solari fotovoltaici. Ad oggi, in seguito al bando emanato a fine settembre 2022, il MASAF ha ammesso 5253 aziende agricole e zootecniche italiane al finanziamento per il parco agrisolare. Queste aziende, dunque, contribuiranno al raggiungimento del target dei 375 MW di energia fotovoltaica in agricoltura.

Foto 1

Invece, con il termine agro-fotovoltaico o agrivoltaico, si intende una tecnologia innovativa caratterizzata da un utilizzo ibrido dei terreni, tra produzione agricola e produzione di energia elettrica, grazie all’installazione, sugli stessi terreni coltivati o adibiti ad allevamento, di pannelli fotovoltaici sopraelevati (Colantoni A., Di Stefano V., et al).  Tale tecnologia, dunque, permette di creare una sinergia tra agricoltura e produzione di energia elettrica, senza comportare alcun consumo di suolo.  

Foto 2

Da un’interpretazione normativa e da un’analisi della letteratura in materia, l’altezza minima dei pannelli è pari a 2,4m con una distanza tra le file pari ad almeno 6m: tali misure permetterebbero una corretta coltivazione del suolo, garantendo il passaggio delle macchine. Esistono altresì, in alcuni Paesi europei, esperimenti di pannelli posti dai 3m ai 6m di altezza. 

La produzione di energia rinnovabile, nel corso degli anni, si è però più volte scontrata con il settore agro-forestale, con particolare riferimento alle problematiche connesse al consumo di suolo e al danneggiamento del paesaggio, suscitando discussioni sugli impianti FER. 

Se, in merito alla prima problematica, le Autorità competenti si sono espresse affermando che né l’agrisolare né l’agro-fotovoltaico comportano consumo di suolo (ex multiis TAR Puglia – Lecce, Sez. II, sentenza n. 248/2022), per quanto riguarda, invece, il danneggiamento del paesaggio, la dottrina e la giurisprudenza si sono scontrate in più di un’occasione: al momento, l’orientamento maggioritario (vedasi Consiglio di Stato – Sez. IV, sentenza n. 2983/2021) è quello di far prevalere l’interesse alla produzione di energia rinnovabile rispetto a quello della tutela del paesaggio. 

In conclusione, senza le nuove fonti di energia rinnovabile, l’indipendenza energetica appare lontana. Il settore agricolo, come si è sinteticamente dimostrato, è in grado di offrire valide soluzioni nel settore delle rinnovabili senza compromettere la coltivazione del suolo. Tuttavia, per far sì che esso possa svolgere un ruolo fondamentale nel processo di transizione energetica, è necessario che le istituzioni dedichino maggiore attenzione a questa tematica, procedendo all’individuazione di un iter amministrativo e autorizzativo omogeneo e all’individuazione delle aree idonee e non idonee in cui poter installare gli impianti FER. 

Alle tecnologie FER citate, si aggiungono le agroenergie e le bioenergie, in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei in materia di energia rinnovabile.  

Green Deal

Il Green Deal europeo è un insieme di iniziative politiche proposte dalla Commissione europea, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 in Europa. L’intenzione è quella di aggiornare ogni legge in vigore in materia di clima e, inoltre, di introdurre nuove norme sull’economia circolare, sulla ristrutturazione degli edifici, sulla biodiversità, sull’agricoltura e sull’innovazione. 

Il piano include, inoltre, possibili tasse sul carbonio per i Paesi che non riducono le loro emissioni di gas ad effetto serra alla stessa velocità degli altri.  Il programma comprende anche: 

  • un piano d’azione per l’economia circolare; 
  • un controllo e un’eventuale revisione (ove necessario) di tutti gli strumenti politici pertinenti relativi al clima, compreso il Sistema di scambio di quote di emissione; 
  • la strategia “Dal produttore al consumatore” e uno spostamento dell’attenzione dalla compliance alla performance (che premierà gli agricoltori per la gestione e lo stoccaggio del carbonio nel suolo, per una migliore gestione dei nutrienti, per la riduzione delle emissioni…); 
  • una revisione della Direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici che esamina da vicino le sovvenzioni ai combustibili fossili e le esenzioni fiscali (trasporto aereo, trasporto marittimo); 
  • una strategia di mobilità sostenibile e intelligente e un piano forestale dell’UE. Quest’ultimo avrà come obiettivi fondamentali il rimboschimento, la tutela e il recupero delle foreste in Europa. 

Piano Nazionale Ripresa e Resilienza

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il piano approvato nel 2021 dall’Italia per rilanciarne l’economia dopo la pandemia dovuta al COVID-19, al fine di permettere la transizione verde e digitale del Paese. 

Il PNRR è parte del programma dell’Unione europea Next Generation EU: esso consiste in un fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa europea. All’Italia sono stati assegnati 191,5 miliardi di cui 70 miliardi – il 36,5% – in sovvenzioni a fondo perduto e 121 miliardi – il 63,5% – in prestiti. 

Valerio Di Stefano,
CREA – Centro di ricerca Foreste e Legno

Funzionario, Responsabile Amministrativo

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