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mercoledì, 1 Ottobre 2025

Mais & cambiamento climatico: il contributo della Rete Nazionale

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Il mais italiano è in crisi, stretto tra cambiamenti climatici, instabilità geopolitica e calo delle superfici coltivate. Per rilanciare la filiera, il CREA guida da oltre 50 anni la Rete Nazionale di confronto varietale, testando ogni anno decine di ibridi per individuare i più adatti alle diverse aree del Paese. Accanto al miglioramento genetico classico, avanzano genomica e Tecniche di Evoluzione Assistita, aprendo nuove prospettive per varietà più resistenti e sostenibili. La sicurezza alimentare è garantita anche da un sistema di monitoraggio delle micotossine, mentre i risultati delle sperimentazioni vengono condivisi ogni anno con l’intero settore nella tradizionale “Giornata del Mais”. 

Da oltre mezzo secolo il CREA, Centro di ricerca Cerealicoltura e colture industriali, coordina la Rete Nazionale di confronto varietale degli ibridi di mais. Le informazioni che ogni anno ne scaturiscono rappresentano un servizio fondamentale per l’intera filiera mais, una tra le più importanti per l’agricoltura del nostro Paese. Il mais, infatti, è una coltura strategica in Italia, essendo alla base del comparto zootecnico e, quindi, delle numerose eccellenze del nostro made in Italy agroalimentare, ma anche prestandosi a svariate altre destinazioni d’uso, da quello alimentare, a quello industriale ed energetico.  

Il mias italiano 

Il mais italiano, da più di vent’anni, sta attraversando una grave crisi strutturale, le cui cause sono di varia natura, da quelle economiche e geopolitiche (prezzi in calo, guerra in Ucraina) a quelle dovute ai cambiamenti climatici (siccità e ondate di caldo anomalo sempre più frequenti, inondazioni), che hanno portato ad un calo drammatico delle superfici coltivate e a un conseguente tasso di autoapprovvigionamento inferiore al 50%, mai così basso. Il miglioramento genetico operato dalle società sementiere, a fronte di importanti investimenti, è da sempre stato il motore trainante della maiscoltura, come del resto di tutte le altre specie di interesse agrario, assicurando progressi genetici costanti, tolleranza ai patogeni e qualità del prodotto. 

Miglioramento genetico 

Al miglioramento genetico classico si sono affiancati, negli ultimi decenni, strumenti di straordinaria utilità ed efficacia, frutto delle conoscenze e dei progressi nel campo della genomica e della bioinformatica che hanno accelerato i tempi e, quindi, anche i costi per arrivare alla costituzione di nuove varietà. Recentemente, grazie alle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), si sono aperte ulteriori e interessantissime possibilità che, se supportate da oculate scelte politiche e legislative, porteranno sicuramente ad ulteriori progressi, soprattutto in ambiti come la tolleranza agli stress biotici e soprattutto abiotici (caldo, siccità, salinità dei suoli), in cui il miglioramento genetico classico ha rivelato i suoi limiti. A fronte di questo enorme lavoro, ogni anno le società sementiere rilasciano nuovi ibridi di mais, che vanno ad affiancare e spesso sostituire quelli già in uso, tanto che nel mais il ricambio varietale è piuttosto spinto. 

Quale varietà? 

La scelta varietale costituisce un punto quanto mai cruciale nel processo decisionale che il maiscoltore deve affrontare, soprattutto oggi, nell’attuale scenario dominato dal cambiamento climatico, che impatta fortemente sulle rese e richiede maggiore attenzione nella scelta dei materiali più resilienti. Scegliere gli ibridi più adatti nei diversi ambienti, nelle diverse situazioni pedo-climatiche e nelle varie condizioni operative aziendali può contribuire, congiuntamente alle buone pratiche agronomiche e alla corretta difesa fitosanitaria, al raggiungimento di buoni risultati, sia in termini di resa che di qualità. 

Cosa sta facendo il CREA? 

In questo contesto si colloca il ruolo della Rete Nazionale di confronto varietale che, a fronte dei risultati ottenuti da una sperimentazione su diverse località delle varie Regioni maidicole, è in grado di fornire informazioni precise, puntuali ed imparziali sulla performance generale degli ibridi, ma anche sulle caratteristiche qualitative e sul loro adattamento e posizionamento per aree geografiche. La Rete Nazionale Mais testa ogni anno circa 90-100 di ibridi, sia per la produzione di granella che di trinciato integrale, forniti dalle principali società sementiere operanti sul mercato italiano, in 15 località delle Regioni maidicole del Nord e Centro Italia, in collaborazione con Enti ed istituzioni pubbliche e private che conducono la sperimentazione adottando le agrotecniche tipiche della zona di appartenenza. 

La rete di monitoraggio delle micotossine nel mais del CREA di Bergamo è un sistema coordinato che raccoglie e analizza campioni di mais per valutare la presenza di micotossine, sostanze tossiche prodotte da funghi. Attiva durante il periodo di coltivazione e raccolta, la rete coinvolge centri di stoccaggio-trasformazione, enti pubblici e aziende agricole. I dati raccolti permettono di individuare aree a rischio, supportare le decisioni agronomiche e garantire la sicurezza alimentare. Il monitoraggio è fondamentale per prevenire contaminazioni nella filiera agroalimentare e tutelare la salute dei consumatori, oltre a fornire indicazioni utili per la ricerca e le politiche agricole. 

I risultati relativi alla performance generale degli ibridi, ai loro caratteri agronomici e qualitativi e alla loro adattabilità ai diversi ambienti, vengono annualmente presentati ad agricoltori, esperti del settore, associazioni di filiera e settore ricerca in occasione della “Giornata del Mais”, tradizionale convegno organizzato dal Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo e pubblicati sulle principali riviste del settore e sul sito istituzionale del CREA. 

Gianfranco Mazzinelli
Primo Tecnologo 
CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, sede di Bergamo 

Si occupa di miglioramento genetico del mais, sperimentazione agronomica ed analisi statistica dei dati. Coordina la Rete Nazionale di confronto varietale su mais. 

#lafrase La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare (Jovanotti) 

Chiara Lanzanova
Primo Ricercatore 
CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, sede di Bergamo 

Si occupa principalmente della ricerca di fonti di tolleranza a stress biotico compreso lo studio delle proprietà bioattive di composti di origine vegetale, ottenuti anche da scarti di produzione industriale, per la protezione sanitaria delle principali colture cerealicole, in una ottica di economia circolare.  

#lafrase Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini  (Frida Kahlo) 

Sabrina Monica Locatelli
Primo Ricercatore 
CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, sede di Bergamo 

Sicurezza e qualità alimentare sono gli argomenti principali dell’attività scientifica condotta mediante indagini sul contenuto delle micotossine più diffuse in granella e trinciato di mais. Coordina la Rete Qualità Mais per il monitoraggio della qualità igienico sanitaria di partite di mais commerciali e di campioni della rete di confronto varietale. Le indagini sulla presenza di micotossine sono condotte anche su Canapa, frumento duro e tenero. 

#lafrase Le parole troveranno credito quando i fatti daranno certezze (Socrate) 

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