TESTATA GIORNALISTICA ONLINE DEL CREA, ISCRIZIONE N. 76/2020 AL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI ROMA DEL 29/7/2020

21.8 C
Roma
domenica, 1 Giugno 2025

Boschi da difendere/1: le minacce alle foreste mediterranee 

Della stessa Rubrica

Esplosioni demografiche di insetti, comparsa di specie aliene, non di rado favorite dai cambiamenti climatici in atto, ed emergenze fitosanitarie causano danni significativi alle foreste in diverse aree d’Italia e del Mediterraneo e impongono un’azione congiunta delle forze in campo sia dal lato strettamente fitosanitario che da quello prettamente forestale, accompagnata dall’indispensabile Piattaforma Tecnologica Integrata “Custos Plantis – Guardiano delle Piante”.  

Ce ne parla Pio Federico Roversi, direttore del CREA Difesa e Certificazione, Istituto Nazionale di Riferimento per la Protezione delle Piante.

L’Italia presenta una grande diversità di contesti biogeografici che si riflette nel numero di piante che formano le sue foreste, a partire dalle pinete costiere fino ad arrivare ai boschi di conifere dell’arco alpino, ecosistemi che nella loro totalità costituiscono i più grandi serbatoi di biodiversità animale. 

Questo eterogeneo complesso di formazioni boscate, incluso nella più generale categoria delle Foreste Mediterranee dove l’azione dell’uomo da millenni ha profondamente modificato gli ambienti, mostra in misura crescente, da alcuni decenni, fenomeni di deperimento. Sempre più evidenti sono divenuti i danni diretti e gli stati di stress fisiologico indotti da attacchi di massa e talvolta anche vere e proprie esplosioni numeriche di insetti fitofagi. Gradazioni di lepidotteri, particolarmente aggressivi nei nostri ambienti e noti per la loro capacità di dare luogo periodicamente a comparse in gran numero – per esempio, la Tortrice verde e la Limantria i cui bruchi stanno facendo registrare lungo la Penisola distruzione delle foglie nei boschi di querce – si accompagnano ad attacchi massali su estese superfici di specie, ritenute in passato di minore importanza, come rilevato ad esempio per la Processionaria della quercia in Italia centrale e meridionale. 

Il Bostrico tipografo, l’insetto che sta infestando le foreste di Abete rosso 

Tra le specie di Insetti già presenti nei boschi italiani, ma di recente resesi protagoniste di vere e proprie devastazioni, va ricordato anche un piccolo Coleottero noto con il nome comune di “Bostrico tipografo”, considerato uno degli insetti di interesse forestale più importanti in Europa per la capacità di causare estese infestazioni con disseccamento di interi boschi di Abete rosso. Le formazioni forestali e le particelle sperimentali di Abete rosso realizzate negli anni passati sulle Alpi hanno subìto dapprima gli effetti di eventi meteorici estremi, che hanno determinato stroncature di cime e schianti di molte piante su ampie superfici. La grande quantità di piante atterrate o stroncate e le situazioni di generale indebolimento dei boschi di Abete rosso hanno innescato da alcuni anni lo sviluppo di attacchi del Bostrico, con diffusione a macchia d’olio dei danni e morie di decine di milioni di Alberi. 

Cambiamento climatico: le specie esotiche nel Mediterraneo 

I cambiamenti climatici in atto sono parte integrante del nuovo scenario di infestazioni di Insetti nei boschi del nostro Paese non solo per la capacità di favorire specie indigene, ma anche per quanto attiene alle possibilità di creare condizioni idonee ad uno stabile insediamento di specie aliene provenienti da altre aree geografiche. Con riferimento al nostro Paese si evidenzia infatti il marcato aumento negli ultimi anni delle introduzioni di specie esotiche seguite da vere e proprie invasioni biologiche: basti pensare che delle oltre 400 specie di insetti stabilmente introdotti in Europa originari dell’Australasia, dell’Africa e del Centro e Sud America, la maggior parte si riscontra nella regione Mediterranea. 

Pini seccati per attacchi della Cocciniglia tartaruga

La Cocciniglia tartaruga che fa strage di pini 

Considerando anche il solo Pino domestico (Pinus pinea L) – dopo il quasi totale annullamento della produzione di Pinoli determinata dalla diffusione della Cimice americana delle conifere, introdotta accidentalmente in Italia negli anni ’90 e ormai diffusa in gran parte d’Europa – si deve evidenziare il più recente arrivo della Cocciniglia tartaruga che, inizialmente segnalata in Campania, ha ormai devastato gran parte delle Pinete tirreniche di questa Regione e del Lazio, divenendo in breve causa della distruzione di migliaia di Pini anche nei parchi urbani e periurbani, tanto che negli ultimi anni la spesa per il suo contrasto e la sostituzione delle piante seccate ha superato i 10 milioni di euro. 

I danni del nematode del legno del pino  

A quello che nei modi più disparati ha raggiunto il nostro Paese, è necessario aggiungere organismi nocivi a forte rischio di introduzione, come il “Nematode del legno del Pino”, già presente nel territorio dell’Unione in Portogallo e Spagna e arrivato con materiale infestato dall’Asia, la cui stima dei danni potenziali per i prossimi decenni – nel caso in cui non sei riesca ad arrestarne l’avanzata – supera 27 miliardi di euro per i rischi di perdite di legname in Europa, senza contare le ricadute ambientali

Querce defogliate per attacchi di Limantria

Lotta, prevenzione e monitoraggio fitosanitario 

La necessità di difendere la risorsa forestale dai fattori che ne stanno progressivamente compromettendo lo stato fitosanitario, richiede di affiancare a tutti gli strumenti di politica forestale anche il potenziamento dei sistemi di monitoraggio fitosanitario permanente sul territorio, accompagnati dall’ormai indispensabile realizzazione di piattaforme tecnologiche avanzate per un tempestivo supporto diagnostico e la messa a punto di strategie di controllo, non solo con riferimento alle specie dannose già individuate sul territorio italiano, ma anche per lo sviluppo di mezzi di controllo preventivo per quelle specie nocive a forte rischio di introduzione. La messa a punto di strumenti per la lotta alle specie aliene di Insetti, Nematodi e Patogeni, richiede tempo e prepararsi preventivamente a controllare i “pests forestali” più pericolosi costituisce una strategia che sta sempre più prendendo campo a livello mondiale. 

Il ruolo chiave del CREA-Difesa e Certificazione 

Alla luce della nuova normativa fitosanitaria Nazionale ed Europea e della recente pubblicazione il 2.02.2021 del D.lgs N.19 “Norme per la protezione delle piante dagli organismi nocivi”, il CREA Difesa e Certificazione, individuato quale Istituto Nazionale di Riferimento per la Protezione delle Piante, ha assunto un ruolo chiave nella prevenzione dell’entrata e della diffusione degli organismi dannosi delle piante, anche in qualità di Laboratorio Nazionale di Riferimento (NRL) per le 6 categorie di organismi e microrganismi e di Laboratorio Europeo di Riferimento (EURL) sia per la Virologia che per la Batteriologia.  

In tale contesto il Centro di ricerca del CREA dovrà supportare su molteplici fronti il Sistema Paese nella difesa delle piante e dell’agricoltura nazionale. Al fine di mettere a disposizione una infrastruttura nazionale in grado operare in condizioni di sicurezza biologica e di livello paragonabile a quanto già realizzato a livello mondiale nei principali Paesi industrializzati, è stata avviata la progettazione della Piattaforma Tecnologica Integrata “Custos Plantis – Guardiano delle Piante”, il cui progetto complessivo è stato elaborato dal Centro CREA Difesa e Certificazione in accordo con il MASAF. 

Elementi base della piattaforma sono: il Laboratorio Nazionale da Quarantena per il Controllo dei Patogeni dannosi alle Piante, Virus, Viroidi, Fitoplasmi, Batteri, Funghi (LNQ-VBF) e il Laboratorio Nazionale da Quarantena per il Controllo degli Insetti, degli Acari e dei Nematodi dannosi alle Piante (LNQ-IAN) (Fonte https://creafuturo.crea.gov.it/11563/).  

Pio Federico Roversi
Direttore del CREA Centro Difesa e certificazione

Entomologo, ricercatore in difesa fitosanitaria delle piante


Gli ultimi articoli