I sistemi agroforestali per un’agricoltura bella, produttiva e sostenibile
I sistemi agroforestali, che associano cioè specie arboree ed erbacee, sono fondamentali nella gestione delle risorse naturali ed hanno un forte impatto sulla fertilità del suolo e la conservazione delle risorse naturali. La funzione di questi sistemi è duplice: produttiva, per quanto riguarda il prodotto alimentare della specie erbacea, ed ambientale – che si esplica, per esempio, nella riduzione del taglio degli alberi e nella migliore gestione dei nutrienti del suolo.
Il CREA lavora in tal senso nelle aziende sperimentali del Centro Agricoltura e Ambiente (sede di Bari), anche con dispositivi sperimentali realizzati per questo scopo, ma è impegnato in progetti specifici anche con il Centro Foreste e Legno.
I sistemi agroforestali, costituiti dalla consociazione di specie arboree ed erbacee, sono sistemi polifunzionali, dinamici, di gestione delle risorse naturali e non, ad alto tasso di diversificazione e biodiversità. A seconda delle specie coltivate, dei sesti di impianto e del management agronomico, si caratterizzano per un diverso grado di intensificazione produttiva, di impatto sulla fertilità del suolo e sulla conservazione delle risorse naturali.
La funzione produttiva riguarda il prodotto alimentare della specie erbacea e di quella arborea, l’energia per la combustione di alberi abbattuti e residui di potatura, il foraggio ricavato dalla specie erbacea e dai residui delle specie arboree.
La funzione ambientale si esplica attraverso la riduzione del taglio di alberi forestali, la migliore gestione dei nutrienti del suolo, l’elevato sequestro di carbonio e la conseguente rigenerazione di suoli degradati, l’ombreggiamento, la mitigazione della temperatura e la conseguente riduzione dell’evapotraspirazione della specie erbacea.
Caratteristiche, e di particolare valore, sono le funzioni estetiche che incidono grandemente sulla bellezza del paesaggio rurale.
Per tutti questi motivi, i sistemi agroforestali rispondono pienamente agli obiettivi delle politiche globali, europee e nazionali di sviluppo agricolo sostenibile in un contesto di contrasto al cambiamento climatico.
Con lo scopo di progettare e realizzare sistemi colturali a basso impatto ambientale e sostenibili dal punto di vista reddituale, nelle aziende sperimentali del CREA Agricoltura e Ambiente che fanno riferimento alla sede di Bari, sono in corso attività di ricerca con appositi dispositivi sperimentali realizzati.
L’agroforestale “autoctono” nell’azienda “Sant’Anna” di Monteroni di Lecce
In un territorio purtroppo devastato dalla Xylella fastidiosa, il dispositivo sperimentale agroforestale, con interfile di 8 m, è gestito in collaborazione con Fondazione Sylva e Università del Salento. Confronta quattro specie di quercia (vallonea, leccio, quercia spinosa e da sughero) consociate ad una o più specie erbacee (attualmente il favino) con l’obiettivo di valutare la capacità del sistema in studio di migliorare la fertilità un suolo degradato.
L’agroforestale in biologico nell’azienda “Campo 7” a Metaponto (MT)
A partire dal 2019 i ricercatori del CREA Agricoltura e Ambiente di Bari e Roma hanno promosso l’interazione con un gruppo eterogeneo di portatori di interesse (ricercatori, tecnici, agricoltori, consumatori, decisori politici, ecc.) riuniti nel Living Lab agroecologico AgroForSyLL (Agroforestry System Living Lab), definito a scala regionale in Basilicata. Incontri multi-attoriali, giornate tecniche e visite aziendali sono alla base della co-progettazione e valutazione partecipativa di sistemi produttivi rispondenti alle reali esigenze del territorio, caratterizzati da soluzioni agroecologiche di diversificazione temporale, spaziale e genetica per l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Il dispositivo agroforestale denominato VERVE (diVErsification foR Vegetable systEms) rappresenta, insieme ad aziende private del territorio, una delle componenti biofisiche del living lab. VERVE ha una estensione di circa un ettaro e confronta tre sistemi in biologico, due dei quali prevedono la consociazione con specie perenni. Nel dispositivo è presente una sistemazione idraulica del suolo per baulatura per la mitigazione degli eventi meteorologici estremi. I tre sistemi, ripetuti in tre blocchi (Fig. 1), sono basati su una rotazione quadriennale di colture orticole in strisce, in avvicendamento con Materiale Eterogeneo Biologico di frumento duro (MEB – Reg. 2018/848/UE) e sull’inserimento di colture di copertura, oltre ad una specie arborea (il fico) ed una arbustiva (la mora). L’introduzione del fico rispecchia un’esigenza locale di riscoperta di una cultura tipica del territorio, con scarse esigenze, elevata adattabilità e un mercato in espansione. Così progettato VERVE rappresenta sul territorio un potenziale hub di condivisione della conoscenza e di innovazione che contribuisce alla transizione verso un sistema alimentare più sostenibile.
L’agroforestale col cotone rigenerativo nell’azienda “Maria Elisa Venezian Scarascia” a Rutigliano

Coordinato dall’European Forest Institute, in sinergia con PRETATERRA e finanziato da Armani S.p.A., Apulia Regenerative Cotton (ARCO) è un progetto quinquennale che mira alla coltivazione di cotone in agroforestale con tecniche di agricoltura rigenerativa. Su un’area attualmente di 5 ha, la coltivazione del cotone (Fig. 2) rappresenta il primo tentativo in Europa di coltivare cotone rigenerativo e interamente made in Italy in consociazione con pioppo, melograno, carrubo, fico e gelso. Il cotone è coltivato con tecniche di minima lavorazione ed è avvicendato con covercrop di leguminose che assicurano un miglioramento della fertilità del suolo grazie all’azotofissazione. La corretta programmazione irrigua con tecniche di smart e deficit irrigation assicurano un miglioramento dell’uso efficiente dell’acqua. Il monitoraggio del suolo, dei consumi idrici, dell’emissioni dei gas climalteranti e dell’ecofisiologia delle piante anche con tecniche di remote sensing evidenziano importanti effetti positivi del cotone rigenerativo sulla fertilità del suolo, la conservazione dell’acqua e la biodiversità.
Il sistema agromandorlicolo nell’azienda sperimentale “La Piantata” a Bitetto (BA)


Accanto ad una collezione di germoplasma di mandorlo con più di 200 varietà (di cui circa 100 autoctone) e 500 selezioni, il dispositivo sperimentale con 3 blocchi si basa sulla consociazione di mandorlo (varietà Filippo Ceo con sesto d’impianto di 3,5 m × 8 m) con colture erbacee (cereali o leguminose) non-irrigue (Fig. 3). L’obiettivo è quello di studiare la risposta varietale delle specie erbacee o gli effetti della gestione dei residui colturali delle specie erbacee sul suolo ed eventualmente sulla produttività del mandorlo.
Agroforestazione: L’esperienza del Centro Foreste e Legno

Il CREA Foreste e Legno lavora da anni sui modelli di agroforestazione, concentrandosi sui benefici che possono assicurare le piante da legno, con particolare riguardo al pioppo. Nel passato il pioppo veniva abitualmente consociato in alcune Regioni del Nord, con mais, soprattutto durante i primi anni di crescita, quando ancora le chiome non fanno troppa ombra. Come specie a rapida crescita, in grado di assicurare legno da industria in tempi rapidi e con una filiera ben consolidata, il pioppo, nei sistemi di agroforestry, può assicurare un elevato reddito. Inoltre, la presenza di alberi sui campi coltivati permette di aumentare l’assorbimento di carbonio, in parte incamerato stabilmente nel prodotto legnoso grazie alla fotosintesi, in parte inglobato nel suolo grazie alla lettiera e ai processi di rinnovo radicale.
Negli ultimi anni sono stati tre i progetti importanti su questa tematica. “AGROMIX”, ora concluso, ha riunito le competenze di 28 partner da tutta Europa per lavorare sui differenti modelli di agroforestazione, cercando di fare luce sui punti di forza, sull’adattabilità alle differenti situazioni pedo-climatiche e sociali, ma anche sulle criticità da superare, grazie alla collaborazione con agricoltori e decisori politici. A questo link https://agromixproject.eu/knowledge-hub/ è possibile collegarsi alla raccolta di tutte le informazioni caricate dai vari partner su pubblicazioni, eventi, video, progetti, applicazioni per la progettazione e la gestione colturale ed altro ancora.
“MRV4SOC” è il progetto, attualmente in corso, che si occupa di individuare, valutare e monitorare possibili tecnologie e modelli per la stima dell’andamento di carbonio stoccato nei suoli agricoli, mediante l’applicazione di pratiche di Carbon Farming (pratiche colturali che dovrebbero favorirne la riduzione delle emissioni di Carbonio in atmosfera e/o aumentarne lo stoccaggio nel suolo), anche attraverso l’uso di immagini satellitari. Il progetto include 15 siti dimostrativi in tutta Europa; l’Italia ha proposto l’agroforestazione con pioppo come pratica di Carbon Farming e il CREA Foreste e Legno monitora un impianto di agroforestazione ormai maturo in Veneto, mentre un nuovo impianto pilota con pioppo e soia è stato piantato presso l’azienda ‘Mezzi’ di Casale Monferrato. Infine, in collaborazione con Veneto Agricoltura, il CREA Foreste e Legno segue il progetto “AGRO4VENETO” all’interno del quale differenti cloni di pioppo MSA sono stati testati in pioppeto tradizionale e confrontati in modello di agroforestazione (Figura 1) con colture agrarie in rotazione. Nella primavera di quest’anno è stato eseguito un primo abbattimento di alcuni dei pioppi, seguito da misurazioni e campionamenti per verificare la meccanizzazione applicabile a questi modelli e la qualità del legno ottenuto; è possibile vedere il video della giornata dimostrativa sul canale YouTube di Veneto Agricoltura
Per il CREA Foreste e Legno due tra le principali sfide nello studio dei modelli di agroforestazione con pioppo sono:
1) migliorare la qualità del prodotto legnoso, individuando i cloni più adatti, i sesti d’impianto più bilanciati e tecniche di potatura adeguate;
2) misurare il carbonio assorbito negli alberi e nel suolo per l’iscrizione di queste quantità nel Registro dei crediti di carbonio, necessario per attivare il mercato volontario.
Infine, nei prossimi mesi partirà il progetto “Forecast”, in collaborazione con l’Università di Pavia e altri 9 partner Europei, con la finalità di valutare modelli di agroforestazione con pioppo e leguminose (legumi orfani).
Di Sara Bergante e Pier Mario Chiarabaglio

Ricercatore CREA Centro Agricoltura e Ambiente
#lafrase L’acqua piove, la terra la sorbisce per necessità d’omore, el sole l’asciuga non per necessità ma per potenzia (Leonardo da Vinci)

Ricercatrice CREA Centro Agricoltura e Ambiente
Responsabile di progetti di ricerca nazionali e internazionali su agricoltura biologica, sostenibile e agroecologia. Specializzata in recupero di matrici organiche di scarto per la produzione di biofertilizzanti, nell’ottica dell’economia circolare.
#lafrase Rendere sostenibile l’agricoltura è una sfida e un impegno irrinunciabile.

Ricercatrice CREA Centro Agricoltura e Ambiente
#lafrase La biodiversità è la bellezza della creazione, un dono che dobbiamo custodire con amore e rispetto (Papa Francesco)

Ricercatore CREA Centro Agricoltura e Ambiente
La mia attività riguarda principalmente lo studio dell’impatto del cambiamento climatico sull’agricoltura e di come sia possibile, attraverso l’agronomia, aumentare le sue capacità di adattamento e mitigazione riducendo l’emissione dei gas climalteranti nel processo di coltivazione
#lafrase Chi non conosce la verità è sciocco, ma chi pur conoscendola la chiama menzogna è un criminale (Galileo Galilei)

Ricercatrice CREA Centro Foreste e Legno
Laureata in Scienze Naturali all’Università di Pavia consegue il dottorato in scienze Agrarie, Forestali ed Agroalimentari presso l’università di Torino. Dal 2005 lavora presso il CREA-FL di Casale Monferrato occupandosi di modelli colturali per produzioni legnose con specie a rapida crescita, protezione e miglioramento ambientale.
#lafrase La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l’universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l’insegnamento calato dall’alto, in una parola Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede (Margherita Hack)

Ricercatore CREA Centro Foreste e Legno
Dottore Forestale si occupa di Ecologia forestale, con particolare attenzione all’ambiente nel caso dell’arboricoltura da legno e dell’agroforestazione
#lafrase Noi non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli (Proverbio degli Indiani d’America)