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mercoledì, 3 Luglio 2024

Impresa agricola, il contributo delle Organizzazioni/4: Copagri 

Della stessa Rubrica

Ricerca e innovazione per una impresa redditizia e resiliente che valorizzi ambiente e territorio.  

Editoriale di Tommaso Battista, presidente della Copagri 

L’impresa agricola moderna è un insieme sempre più complesso di beni materiali e immateriali, che il produttore agricolo utilizza con sapiente maestria e con sempre maggiori difficoltà per seguire lo sviluppo di un ciclo biologico vegetale o animale, andando al contempo a valorizzare l’ambiente, il territorio e, in seconda battuta, la società intera. 

È proprio questa valorizzazione dell’ambiente, del territorio e della società che l’imprenditore agricolo, stante l’attuale e complessa congiuntura economica, deve sapere promuovere e mettere a profitto, anche con le tante innovazioni apportate dal Legislatore negli ultimi anni. Si pensi, ad esempio, alle molteplici declinazioni della multifunzionalità agricola, a partire dall’attività agrituristica o dalle esperienze legate al turismo enogastronomico, così come alle possibilità di diversificazione del reddito legate alle agroenergie; a tutto ciò vanno aggiunte le diverse forme di impresa dell’agricoltura sociale e didattica, che puntano sul profilo etico e si distinguono per legami diretti e innovativi col mondo “esterno” all’agricoltura, ovvero la società civile e i consumatori. 

Tralasciando gli aspetti societari e civilistici dell’impresa agricola, mi preme concentrarmi sul lato economico, sostenibile e sociale di un’agricoltura come la nostra, che non ha eguali al mondo. Parliamo di un’attività sempre più complessa, portata avanti in un delicatissimo equilibrio tra la redditività, la sostenibilità e la multifunzionalità, ovvero quelli che a mio avviso sono i tre pilastri sui quali si basa l’essenza stessa dell’imprenditorialità agricola; pilastri che rappresentano, senza ombra di dubbio,  dei punti di forza dai quali partire e ripartire per difendersi dalle innumerevoli avversità con le quali tutti i produttori agricoli sono quotidianamente costretti a doversi confrontare. 

Oltre alla già richiamata congiuntura sfavorevole, caratterizzata da incrementi record dei fattori produttivi che vanno a eroderne ulteriormente la redditività, la principale criticità con la quale si scontra l’impresa agricola, la cui attività è indissolubilmente legata ai cicli naturali, è certamente quella climatica; giova ricordare che l’agricoltura è il settore produttivo che più di tutti paga lo scotto delle bizze del meteo e della natura, incertezze sempre meno prevedibili in ragione dell’intensificarsi degli effetti del climate change, le cui conseguenze risultano più immediate ed evidenti con danni tangibili che incidono sulla produttività e sul margine di guadagno. 

Se, come si diceva, prevedere gli eventi climatici estremi è sempre più complesso, molto si può fare sul versante della prevenzione e della mitigazione del rischio, “approfittando” delle innumerevoli possibilità offerte dall’innovazione e dalla ricerca applicate all’agricoltura, a cominciare da tutta la partita del miglioramento genetico, che rappresenta una buona fetta dello sviluppo del Primario. 

Puntare sul miglioramento genetico, infatti, non solo aiuterà l’agricoltura ad aumentare la resistenza contro i vari parassiti, ma consentirà anche al genoma delle piante di adattarsi con minore stress ai sempre più frequenti effetti del climate change, contribuendo al contempo a mantenere, o in alcuni casi addirittura a incrementare, la produttività e la resa delle piante, anche in situazioni sfavorevoli. In questo senso, non si può mancare di ribadire l’importanza delle Tecniche di Evoluzione Assistita-TEA, che non vanno assolutamente confuse con i ‘vecchi OGM’ transgenici, con i quali hanno ben poco a che vedere, in quanto non fanno altro che accelerare ciò che già avviene in natura, ovvero la selezione delle piante che meglio si adattano a determinati contesti. 

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