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mercoledì, 1 Ottobre 2025

Piante come Biofabbriche/3: le bucce di patata

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Ogni anno in Italia si producono fino a 300.000 tonnellate di bucce di patate, considerate uno scarto, ma in realtà ricchissime di molecole bioattive dal grande valore. Il CREA-Cerealicoltura e Colture Industriali sta trasformando questo residuo in una risorsa preziosa per la salute, l’agricoltura e la cosmetica, puntando su un modello di economia circolare. Gli estratti di buccia hanno dimostrato attività antifungina su patogeni del mais e del frumento e sono ora allo studio anche per il loro potenziale effetto antitumorale. Dallo scarto alla soluzione sostenibile: è la rivoluzione nascosta sotto la buccia.

Preziosa fonte di biomolecole, oggi la buccia delle patate rappresenta però per lo più uno “scarto” proveniente dalla fase di pelatura del processo di trasformazione per la produzione di french fries, patate congelate o chips, per un totale di 260.000/300.000 tonnellate di buccia di scarto in Italia ogni anno. La buccia di patata contiene glicoalcaloidi, α-solanina (circa il 40%) e α-ciaconina (circa il 60%), che, considerati tossici, sono consentiti in buccia con un limite massimo pari a 200 mg/kg di polpa fresca (FAO/WHO – OECD, 2002); e acidi fenolici, prevalentemente acido clorogenico, di cui spesso si sente parlare per le proprietà benefiche soprattutto in relazione al the verde e caffè verde. Reintrodurre queste molecole utili in filiera è l’innovativo obiettivo su cui il CREA Cerealicoltura e Colture Industriali sta investendo al fine di rispondere alla crescente attenzione relativa ai temi di sicurezza ambientale, salute umana e animale, emblematicamente racchiusi dall’UE nei 17 SGDs (Sustainable Development Goals; progetto SUSinCER).  

Le bucce di patate possono essere reindirizzate nella filiera agro-alimentare o destinate all’industria cosmetica e farmaceutica puntando a dare vita ad un modello di economia circolare sostenibile: l’estratto grezzo proveniente dalle bucce si è, infatti, preliminarmente rivelato efficace come risorsa nella difesa delle due colture alimentari più importanti al mondo: mais e frumento. Test in vitro utilizzando le varietà da industria tra quelle più utilizzate in Italia, hanno, infatti, consentito di individuare un’attività di protezione contro due pericolosi patogeni fungini: Fusarium verticillioides e Fusarium graminearum. Alcuni di questi funghi sono micotossigenici ossia in grado di accumulare nella granella importanti micotossine dannose per la salute umana e animale. Questi patogeni fungini sono quindi responsabili ogni anno di importanti perdite qualitative e sanitarie, lavoro recentemente pubblicato su ACS Food Science & Technology (https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acsfoodscitech.4c00189?ref=PDF (2024).  

Lo straordinario potenziale racchiuso nelle bucce è, inoltre, l’oggetto di studio della collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna, nell’ambito di un Dottorato di Ricerca in Scienze Biotecnologiche, Biocomputazionali, Farmaceutiche e Farmacologiche in cui si sta esplorando la possibilità di utilizzare questo scarto in ambito farmaceutico, confrontando l’effetto degli estratti di buccia sulla vitalità cellulare di linea cellulari tumorali (HT29) e linee cellulari sane di fibroblasti dermici umani non trasformati (HDFa). 

GUARDA IL VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=6ea0MsbL53g;  

Daniela Pacifico
Ricercatore – CREA Centro Cerealicoltura e Colture Industriali

Responsabile della comunicazione scientifica del Centro e redattrice scientifica del sito web di Centro. Si occupa con approccio multidisciplinare della ricerca su patata: aspetti nutrizionali, vocazionalità ambientale, difesa della coltura da stress biotici e germoplasma.

#lafrase Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, noi stessi diventiamo qualcosa di nuovo (Leo Buscagliadocente e scrittore 1924 – 1998)

Chiara Lanzanova 
Primo Ricercatore CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, sede di Bergamo 

Si occupa principalmente della ricerca di fonti di tolleranza a stress biotico compreso lo studio delle proprietà bioattive di composti di origine vegetale, ottenuti anche da scarti di produzione industriale, per la protezione sanitaria delle principali colture cerealicole, in una ottica di economia circolare.  

#lafrase Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini (Frida Kahlo) 

        

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