Un tempo considerata un cereale “minore”, l’avena sta vivendo una nuova stagione di gloria grazie alle sue straordinarie proprietà nutrizionali. Ricca di proteine, fibre solubili e antiossidanti unici come le avenantramidi, è sempre più apprezzata da chi cerca un’alimentazione sana e bilanciata. Tollerata anche da chi è sensibile al glutine e ideale per le coltivazioni biologiche, l’avena rappresenta una scelta sostenibile e salutare. Il CREA di Bergamo custodisce una collezione di quasi mille varietà e guida il rilancio di questo cereale con nuove cultivar italiane, pronte a conquistare un mercato in piena crescita.
L’avena, ritenuto in passato un cereale minore e noto soprattutto come alimento di qualità per gli equini, negli ultimi anni è stata oggetto di un interesse crescente, dovuto al riconoscimento delle sue proprietà salutari per l’alimentazione umana. La granella di avena, infatti, è caratterizzata da una composizione chimica particolarmente equilibrata in cui proteine, carboidrati, grassi, fibra, vitamine e minerali sono di qualità tale da renderla un alimento rispondente alle esigenze nutritive di diversi gruppi di consumatori.

I benefici nutrizionali
La granella di avena ha un elevato tenore di proteine, che può arrivare al 20% nelle varietà a granella nuda, contenente un’alta percentuale di lisina, un aminoacido essenziale alla nostra dieta. Un vantaggio ulteriore di questa specie è la bassissima percentuale di proteine alcool-solubili, una caratteristica che la rende potenzialmente utilizzabile per i consumatori con intolleranza al glutine. La frazione lipidica dell’avena varia tra il 2 e l’8% del peso del chicco e costituisce una buona fonte di energia. Un componente molto interessante della granella di avena è costituito dalla frazione della fibra solubile, o β-glucano (2-6% del peso della cariosside), al cui consumo nel 1997 è stato riconosciuto dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti un ruolo attivo nella riduzione del livello di colesterolo ematico. Infine, l’attività antiossidante dell’avena è legata alla presenza di numerosi composti: tocoli (definiti genericamente come vitamina E), flavonoidi, e una classe di molecole presenti esclusivamente in questa specie, le avenantramidi, che funzionano come antiinfiammatori.

E quelli ambientali
L’avena è una specie ben adattabile a situazioni con interventi colturali ridotti (low-input), il che la rende adatta alla coltivazione in aree marginali o in aziende biologiche. La possibilità di ridurre l’utilizzo di sostanze chimiche durante la coltivazione grazie alla sua rusticità – ottenendo perciò alla raccolta materiali più sani – potrebbe renderla ancora più apprezzata dai consumatori.
Cosa sta facendo il CREA?
Nella banca del germoplasma del CREA Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo è mantenuta una vasta collezione di quasi mille (956) accessioni di avena, appartenenti a 15 specie diverse, tra le quali 858 sono le avene coltivate (Avena sativa). La biodiversità conservata dal CREA è affiancata a un programma di miglioramento genetico, che ha già portato al rilascio di due varietà a seme vestito (Bionda e TeoBD40) e due varietà a seme nudo (Irina e Luna). Queste ultime in quanto avene a seme nudo destinate alla alimentazione umana sono di particolare interesse quali varietà Italiane in un mercato in espansione.