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martedì, 30 Settembre 2025

Alle radici del grano d’Italia/2: il Senatore Cappelli

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Ha nutrito generazioni di italiani ed è ancora oggi simbolo di qualità e tradizione: il grano duro Senatore Cappelli è una leggenda dell’agricoltura italiana. Nato nel 1915 dal genio di Strampelli e dall’intuizione del marchese Cappelli, ha conquistato i campi del Sud e il cuore dei pastai. Rustico, proteico e adattabile, negli anni ’40 copriva oltre metà delle superfici coltivate a grano duro in Italia. Oggi vive una nuova stagione di successo nel biologico, come “padre” genetico dei grani moderni. Con il suo DNA presente nell’80% dei grani coltivati nel mondo, il Cappelli è un’icona della tradizione cerealicola italiana.  

Una storia tutta italiana, tra innovazione, territorio e identità alimentare. 

La varietà di grano duro Senatore Cappelli, ottenuta nel 1915 dal genetista Nazareno Strampelli attraverso un programma di selezione genealogica a partire dalla popolazione nordafricana, rappresenta una delle varietà più significative nella storia della cerealicoltura italiana. La varietà nasce grazie all’intuizione del marchese Raffaele Cappelli, politico lungimirante, e all’ingegno di Nazareno Strampelli, genetista e agronomo di fama mondiale. Fu proprio il marchese, infatti, a mettere a disposizione i terreni della sua masseria nell’assolato Tavoliere delle Puglie, per realizzare un campo sperimentale, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei contadini e la produttività agricola del Sud. 

Caratterizzata da taglia elevata, granella vitrea di grosse dimensioni, alta concentrazione proteica e buona adattabilità a condizioni pedoclimatiche avverse, la varietà si è imposta per decenni come riferimento agronomico e qualitativo. Distribuito agli agricoltori a partire dal 1923, si diffuse rapidamente, a partire dalla provincia di Foggia, dove nel giro di pochi anni la sua coltivazione si estendeva su una superficie di oltre 87.000, in tutta Italia. Nel 1949 arrivò a coprire il 57% della superficie nazionale coltivata a grano duro.  

Amato dagli agricoltori per la resistenza e rusticità, e dai pastai per la qualità della semola, il Cappelli è stato la varietà più coltivata d’Italia fino agli anni ’60. Poi ha ceduto il passo a nuove varietà più produttive, ma senza mai scomparire. Ancora oggi il grano Senatore Cappelli è apprezzato dai consumatori italiani per la sua granella vitrea e ricca di proteine, nonostante un glutine considerato debole, secondo gli standard industriali odierni. È ideale per le produzioni biologiche di pasta e prodotti da forno, ed è considerato l’antenato genetico di molte varietà moderne. Circa l’80% dei grani duri coltivati nel mondo ne conserva una parte del DNA.  

Il suo nome, oggi più che mai, è sinonimo di qualità: il grano che ha nutrito generazioni di italiani, contribuendo a costruire l’identità alimentare del Paese, e che ancora oggi racconta una storia di innovazione, territorio e tradizione. 

Principali caratteristiche morfologiche, agronomiche e qualitative della varietà Cappelli 

Genealogia: selezione della popolazione nord africana “Jeanh Rhetifah” SINONIMI 
 Classifica secondo Percival: Triticum turgidum ssp. durum var. Reichembachi
Regione di maggiore diffusione: largamente diffuso in tutti gli ambienti adatti per la coltivazione dei grani duri 
Taglia della pianta: alta 
Spiga: piatta e serrata 
Glume: bianche, glabre 
Reste: nere con apice chiaro, lunghe 
Cariossidi: color ambra, grosse 
Accestimento: scarso 
Resistenza all’allettamento: mediocre 
Resistenza alle malattie: buona 
Resistenza al freddo: mediocre 
Resistenza alla bianconatura delle cariossidi: ottima 
Qualità tecnologiche della granella: ottime 
Produttività: mediocre 
Grado di adattamento alle avversità pedo-climatiche: buono 
Colorazione al fenolo: forte 
 

Nicola Pecchioni
Direttore CREA Centro Cerealicoltura e Colture Industriali. 

Specializzazione in Biotecnologie Vegetali, laurea in Scienze Agrarie. Direttore Centro di ricerca cerealicoltura e colture industriali del CREA e docente Università di Modena e Reggio Emilia. Valutatore di progetti nazionali e internazionali, di prodotti della ricerca, VQR 2011-2014, membro commissione esperti PNR 2021-27. Supervisiona progetti europei, nazionali e regionali del suo Centro. Genetista e plant breeder 

#lafrase La conoscenza è un oceano profondo che non si colma, ma nel quale c’è uno spazio immenso di studio per tutti

Pasquale de Vita
Dirigente di ricerca CREA Centro Cerealicoltura e Colture Industriali

L’attività scientifica riguarda gli aspetti della ricerca legati alla genetica, al miglioramento genetico ed alla gestione agronomica del frumento duro. E’ responsabile del programma di miglioramento genetico del grano duro e da diversi anni cura il mantenimento di collezioni varietali di cereali per la salvaguardia e la valorizzazione della biodiversità e lo sviluppo di nuovi “stock genetici” per lo studio dei determinanti genetici di interesse agronomico. E’ autore di oltre 350 contributi scientifici ed è titolare e/o co-titolare di N. 2 Brevetti industriali, N. 7 varietà di grano duro  iscritte al Registro Nazionale (INIZIO, FARIDUR, GITAGO, P22D84, PR22D63, NATAL, NADIF) e N. 2 “Varietà da Conservazione” una di grano duro “Saragolla Lucana” ed una di grano tenero “Risciola”.  

#lafrase Non c’è miglior pasta che di grano… duro

Patrizia Vaccino
Prima ricercatrice CREA-Cerealicoltura e Colture Industriali

Le principali tematiche di studio sono la caratterizzazione genetica e qualitativa di frumento tenero e riso, il miglioramento genetico con metodi tradizionali ed avanzati, lo studio dei loci codificanti per le proteine di riserva dei frumenti. 

#lafrase L’ignoranza afferma o nega rotondamente; la scienza dubita (Voltaire)

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