Simbolo di cultura, paesaggio e innovazione, coltivato da secoli tra Piemonte e Lombardia, dove si concentra la metà della produzione europea, il riso è parte integrante della storia agricola del Paese. Oggi l’Italia è leader europeo nella produzione, ma guarda al futuro con una sfida ambiziosa: rendere il riso sempre più sostenibile, tra attenzione all’ambiente e tutela della biodiversità. Cresce così il biologico, con tecniche innovative e progetti di ricerca come Risobiosystems che guidano la transizione green.
In Italia, il riso è molto più di un alimento: è parte della nostra storia agricola, soprattutto nel distretto risicolo tra il Piemonte e la Lombardia dove, grazie anche alla grande disponibilità di acqua proveniente dalle montagne, è coltivato da secoli. Il nostro Paese è il maggiore produttore europeo, coprendo da solo circa la metà della produzione della UE che, tuttavia resta in larga parte un’importatrice di riso proveniente dai paesi asiatici. Oltre a rappresentare un settore economico di fondamentale importanza per l’agricoltura e l’agroindustria del Nord Italia, caratterizzato da un forte grado di specializzazione e di capacità di innovazione, la coltivazione del riso è anche strettamente unita ad aspetti culturali, paesaggistici e ambientali. In particolare, il legame del riso con le risorse idriche, necessarie alla sommersione primaverile ed estiva delle risaie. Da un lato, ha effetti spettacolari sul paesaggio (migliaia di km di canali, tra cui grandi opere idrauliche come il canale Cavour realizzato nel 1866) e sulla biodiversità (gli ecosistemi risicoli ospitano numerose specie tipiche degli ambienti umidi). Dall’altro, rende più rilevante il rischio di dispersione di prodotti chimici utilizzati in agricoltura e, quindi, di contaminazione delle acque. In questo senso, negli ultimi anni, la domanda di alimenti biologici, e quindi di riso biologico, è cresciuta costantemente, spinta da consumatori sempre più attenti all’ambiente e alla salute.
Il Riso bio
Sebbene il biologico rappresenti ancora solo una piccola quota della produzione mondiale di riso (meno dell’1% nel 2023), in Italia si registra una crescita significativa e oggi oltre due terzi del riso bio europeo si coltiva proprio qui. Coltivare riso biologico non è semplice. I produttori devono affrontare diverse sfide, soprattutto quelle legate al controllo delle erbe infestanti e all’adozione di rotazioni colturali. Per individuare le tecniche colturali corrette e valutare gli altri aspetti rilevanti, compresi quelli economici e del sistema di certificazione, è nato il progetto Risobiosystems, promosso dal Ministero dell’Agricoltura, coordinato dal CREA e che ha coinvolto le università ed enti di ricerca che lavorano sul tema e numerose aziende risicole biologiche nel Nord Italia.
Il progetto Risobiosystems
Il progetto Risobiosystems – Progetto di ricerca, sviluppo e trasferimento a sostegno della risicoltura biologica – finanziato dal MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole e Forestali), ha svolto, nel periodo 2017-2021, una intensa attività di ricerca e sperimentazione dei sistemi di produzione di riso biologico nazionale. Il progetto è stato realizzato da Università ed Enti di ricerca con competenze di eccellenza per quanto riguarda i temi affrontati, con il CREA in qualità di coordinatore, ed Ente Nazionale Risi, Università di Torino (DISAFA), Università di Milano (ESP) e CNR (IRCRES) come partners. Il progetto ha seguito un approccio multidisciplinare e multi-attore, che ha previsto il coinvolgimento e la partecipazione degli stakeholder e degli operatori del settore, con l’applicazione dei metodi della ricerca partecipata e l’organizzazione di diversi momenti di divulgazione nel territorio risicolo (convegni, openday nei campi sperimentali, workshop tematici). Per ulteriori informazioni relative al progetto e ai video divulgativi realizzati, consultare la pagina web di progetto accessibile dal sito di SINAB (http://www.sinab.it).
Molte di queste aziende hanno adottato tecniche innovative come la pacciamatura verde (Fig. 1) che consiste nella semina del riso su colture di copertura per limitare le infestanti in modo naturale.

Fig. 1: La tecnica della pacciamatura verde consiste nella trasemina del riso su una coltura di copertura permettendo il controllo delle infestanti e favorendo l’aumento della biodiversità nelle aziende risicole biologiche
Altre aziende usano la falsa semina e il controllo meccanico delle infestanti (Fig.2).

Fig. 2: La tecnica della semina del riso a file interrate e controllo meccanico delle infestanti consiste nell’applicare diverse pratiche colturali tra quali la falsa semina e la strigliatura
La scelta tra uno di questi due sistemi di coltivazione, o una loro alternanza su diversi appezzamenti aziendali o in diversi anni, è indispensabile, insieme alla rotazione con altre colture oltre al riso, per poter realizzare una risicoltura biologica corretta, che abbia effetti positivi reali sull’ambiente e sulla biodiversità. In questo senso, il riso biologico rappresenta una scommessa importante per un’agricoltura più sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e del Green Deal europeo, che puntano a ridurre l’uso di fitofarmaci e aumentare la biodiversità entro il 2030. Grazie a progetti di ricerca come Risobiosystems, l’Italia si conferma un laboratorio all’avanguardia nella transizione verso un modello agroecologico.

Ricercatore in agronomia e sistemi di coltivazione erbacei al CREA-IT di Torino
Gli interessi scientifici oggetto di studio sono la sostenibilità dei sistemi agricoli, i cambiamenti climatici, il ciclo degli elementi, la gestione delle risorse in agricoltura e la circular economy.
#lafrase Agricoltura: un mondo affascinante dove scienza, innovazione e sostenibilità si intrecciano.