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venerdì, 30 Maggio 2025

Editoriale

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Sono i boschi la principale infrastruttura verde del nostro Paese.   

E’ quanto emerge dalla Carta Forestale d’Italia di cui abbiamo recentemente curato la pubblicazione per conto del MASAF e che conferma un dato strutturale ormai consolidato: la superficie forestale nazionale è in costante e significativa espansione da oltre settant’anni e occupa circa un terzo del territorio nazionale. Per completare il quadro, dobbiamo inoltre considerare che negli ultimi decenni sono stati registrati sia un aumento significativo della biomassa per unità di superficie sia un miglioramento sostanziale della qualità ambientale, come documentano i dati dell’Inventario Forestale Nazionale, realizzato dall’Arma dei Carabinieri con il supporto tecnico-scientifico del CREA.  

Parallelamente, a partire dalla metà del secolo scorso, il ruolo del bosco ha conosciuto un’evoluzione sostanziale: alla progressiva riduzione della funzione produttiva tradizionale –  fonte di approvvigionamento di prodotti legnosi e non legnosi – si è affiancata una crescente valorizzazione delle funzioni ecosistemiche, inerenti la regolazione ambientale e climatica, la tutela degli habitat e della biodiversità, la prevenzione del dissesto idrogeologico e i benefici culturali, paesaggistici  e ricreativi.  

Dal punto di vista squisitamente economico, il sistema produttivo connesso alle filiere foresta-legno, conta oggi circa 30.800 imprese operanti nel comparto, delle quali circa l’80% connotate da un carattere artigianale e specializzate nell’utilizzo della materia prima legnosa per la produzione manifatturiera, generando un volume complessivo di beni, di cui un quarto destinato all’esportazione e il restante impiegato per soddisfare la domanda interna. Tuttavia, il settore presenta una criticità strutturale legata all’elevato ricorso a materia prima di provenienza estera, determinato dalla scarsa disponibilità e accessibilità del legname locale.  

Occorre, quindi, perseguire un incremento calibrato e sostenibile dell’utilizzo di legname dalle foreste italiane, da attuarsi attraverso un’efficace pianificazione forestale, una selvicoltura razionale ispirata a criteri di sostenibilità e l’adozione del principio di utilizzo “a cascata” che prevede l’impiego del legno prioritariamente come materia prima o materiale da costruzione, anche in forma riciclata, riservandone l’uso energetico solo nelle fasi terminali del ciclo di vita. 

In questo scenario, riveste un ruolo centrale la ricerca scientifica e applicata condotta dal Centro di Ricerca Foreste e Legno del CREA, il più antico istituto italiano dedicato allo studio e alla gestione del patrimonio boschivo nazionale, con oltre 100 anni di storia, sempre focalizzato sull’innovazione, che, nel settore forestale, si esprime attraverso un’ampia gamma di approcci e strumenti, calati sul territorio, mirati a mitigare gli impatti ambientali e favorire la conservazione della biodiversità e i servizi ecosistemici oltre a incrementare la produttività e la competitività. Tra le direttrici più rilevanti si annoverano l’introduzione di tecnologie avanzate – quali sensoristica prossimale e remota, intelligenza artificiale e meccatronica – e l’adozione di metodologie interdisciplinari derivate da ambiti quali la genomica, l’ecofisiologia, la statistica, l’informatica e la robotica. 

Cruciale, al pari della generazione dell’innovazione, è il suo trasferimento e la sua applicazione concreta sul territorio, affinchè che le conoscenze scientifiche e le tecnologie sviluppate dalla nostra ricerca siano effettivamente accessibili e adottabili a livello operativo. Non ultima, la promozione di una cultura forestale diffusa, orientata alla sostenibilità e alla consapevolezza delle funzioni ambientali e sociali svolte dal bosco e capace di riconoscere nella sua gestione attiva uno strumento essenziale per la salvaguardia del territorio e la coesione sociale. 

Il CREA, con il suo centro di ricerca Foreste e Legno, è  impegnato nella valorizzazione e tutela del patrimonio forestale nazionale e nella promozione di un modello di sviluppo territoriale sostenibile, resiliente e innovativo, in linea con gli obiettivi dei regolamenti europei, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. 

I nostri boschi, la nostra ricerca, ricchezza d’Italia. 

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