L’aumento della domanda di piantine di specie arboree e arbustive riflette la necessità dei vivai forestali di produrre in numero elevato le principali specie utilizzabili non solo per i nuovi impianti, ma anche per incrementare la presenza di spazi verdi nelle aree urbane e periurbane. In questo contesto, è importante valutare gli aspetti fitosanitari, sia in termini di disponibilità di seme selezionato, sia in relazione alla produzione e al trasporto di materiale vivaistico vulnerabile alle avversità biotiche.
La domanda di piantine di specie arboree sta facendo registrare un notevole incremento anche in Italia. Le motivazioni sono riconducibili sia alle richieste di piantagioni per la produzione di legname, pasta di legno, pannelli e legna da ardere, per la stabilizzazione dei suoli e il miglioramento di ambienti rurali, sia a quelle legate alla realizzazione di progetti di verde in aree urbane e periurbane.
Il nostro Paese presenta peraltro una grande diversità di contesti fitoclimatici, da cui consegue la necessità di impiegare un ventaglio diversificato di specie arboree e arbustive, con scelte che dovranno tenere conto anche del fatto che tutto il ciclo vitale di questi organismi viventi, – misurabile, nella maggior parte dei casi, in decenni – dovrà svolgersi nel luogo dove noi esseri umani li avremo piantati, fronteggiando più che in passato due sfide non facili: i trend climatici in atto e l’aumento dei rischi fitosanitari.
Un Paese così peculiare come l’Italia richiede quindi particolare cura nella tendenza verso una maggiore diffusione di aree verdi. Infatti, accanto a inedite opportunità, questi nuovi sviluppi introdurranno anche la necessità di porre la dovuta attenzione ad aspetti di protezione delle piante – biologici, selvicolturali, tecnici e normativi – che si dipanano in un percorso complesso, che parte dalla produzione di semi di qualità per poi svilupparsi attraverso la successiva crescita, cura, trasporto e messa a dimora di un gran numero di piantine.

Come accade per molte piante forestali che si intende produrre in vivaio, il primo aspetto da considerare è relativo alla disponibilità di seme, che deve fare i conti non solo con gli aspetti genetici e di selezione degli arboreti da seme, ma anche con la nota alternanza di produzione nelle differenti annate, cui si accompagna ormai un numero crescente di situazioni di veri e propri crolli produttivi.
Il rilancio del Vivaismo Forestale in Italia richiede inoltre molta cautela rispetto all’aumento dei rischi fitosanitari, associati alla presenza ormai conclamata nel nostro Paese di specie aliene, per le quali a un costante monitoraggio è necessario unire azioni di contrasto diretto e di lotta biologica. Infine, un innalzamento dei controlli con personale specializzato sarebbe importante in relazione agli scambi internazionali e inter/regionali di semi e piantine per piantagioni e/o creazione di arboreti da seme.
In aggiunta a tutto questo si devono considerare quegli insetti che non hanno lo status di parassiti forestali economici, ma che possono essere considerati parassiti negli arboreti da seme e nei vivai forestali. Infine, occorre ricordare che oltre 400 specie di insetti fitofagi e acari sono note a livello mondiale come agenti di danno per i semi delle sole conifere.
Bibliografia
Roversi P.F. (2021): Il Rinascimento nella protezione delle piante. La nuova stagione di un corretto approccio al controllo delle specie invasive, Libro Bianco del Verde 2021. Focus emergenza Pini: 42-51.
Roversi P.F. (2024): Difesa fitosanitaria delle sementi e del materiale vivaistico frontiera del rilancio forestale. Giornata di studio: Ricreare la Rete Nazionale della Vivaistica Forestale (30 marzo 2023) In Atti della Accademia dei Georgofili, Serie VIII, Vol.20, pagg 293-302. ISBN 978-88-6032-745-I

Direttore del CREA Centro Difesa e certificazione
Entomologo, ricercatore in difesa fitosanitaria delle piante