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sabato, 21 Settembre 2024

In campo con il climate change 

Della stessa Rubrica

L’agricoltura da un lato subisce gli effetti del cambiamento climatico e, al tempo stesso, contribuisce ad amplificarli. Quali evidenze scientifiche abbiamo degli effetti del cambiamento climatico sulle filiere della viticoltura, della produzione lattiero-casearia, e della coltivazione di frutta e ortaggi in Italia? Ce lo spiega il progetto ADA del CREA Politiche e Bioeconomia  

Introduzione 

L’agricoltura è da sempre al centro delle grandi trasformazioni ambientali e sociali, e oggi più che mai si trova ad affrontare sfide decisive. I cambiamenti climatici, con i loro effetti su temperature, precipitazioni ed eventi meteorologici estremi, stanno mettendo alla prova la capacità dei sistemi agricoli di adattarsi e mantenere la produttività. In questo contesto, è fondamentale capire come il clima influenzerà la produzione agricola e la redditività delle aziende, per poter sviluppare soluzioni innovative che assicurino la sostenibilità del settore agroalimentare.  

L’agricoltura, oltre a essere una delle attività economiche più vulnerabili al cambiamento climatico, è anche una delle principali fonti di emissioni di gas serra, principalmente a causa dell’uso di combustibili fossili. Questo crea un circolo vizioso: l’agricoltura subisce gli effetti del cambiamento climatico e, al tempo stesso, contribuisce ad amplificarli.  

Il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) ha sottolineato l’importanza di azioni globali immediate per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, spesso difficili da controllare (IPCC 2021). Anche l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha evidenziato i rischi ambientali sistemici per la sicurezza alimentare, derivanti dai cambiamenti climatici, con conseguenze potenziali sulla produzione agricola nell’Unione Europea (UE), in particolare nelle diverse zone climatiche europee (EEA 2015).  

La Vulnerabilità dell’Agricoltura Italiana  

In Italia, e più in generale nell’area mediterranea, i sistemi agricoli sono particolarmente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici (Wiebe et al. 2015). Gli effetti dei cambiamenti climatici non riguardano solo la quantità dei prodotti agricoli, ma anche la loro qualità, compromettendo gli standard richiesti dal mercato. Inoltre, l’aumento dei danni causati da eventi climatici rende sempre più difficile per le compagnie assicurative offrire coperture adeguate (Clapp e Isakson 2023).  

Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e il Piano Strategico della Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027 dell’UE evidenziano la necessità di azioni concrete per affrontare queste sfide. Oltre 12 miliardi di euro del bilancio PAC sono stati destinati a migliorare la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura italiana, con particolare attenzione a pratiche di conservazione del suolo e alla riduzione dell’uso di fertilizzanti e agrofarmaci. Questi sforzi nazionali si inseriscono in strategie europee più ampie, come il Green Deal Europeo e la Strategia UE per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici, nonché in accordi internazionali come l’Accordo di Parigi.  

Gli impatti del clima che cambia  

Uno studio condotto dai ricercatori del Centro di Politiche e Bioeconomia (CREA-PB) nell’ambito del progetto Life ADA, ha analizzato l’impatto dei cambiamenti climatici su tre filiere fondamentali dell’agricoltura italiana. I ricercatori sono partiti ponendosi la seguente domanda: Quali sono le evidenze offerte dalla letteratura scientifica riguardo agli effetti del cambiamento climatico sulle filiere della viticoltura, della produzione lattiero-casearia, e della coltivazione di frutta e ortaggi in Italia?  

Attraverso una revisione ad ampio raggio delle ricerche più recenti su queste filiere, l’analisi si concentra sugli effetti delle variazioni di temperature e precipitazioni sulle rese e sui redditi degli agricoltori, integrando raccomandazioni utili per affrontare questi impatti. Lo studio ha analizzato articoli scientifici scritti negli anni dal 2000 al 2022 e reperiti sulle principali banche dati accademiche come Web of Science, Scopus e Google Scholar.   

Risultati principali  

Nel settore vitivinicolo, i risultati mostrano come il cambiamento climatico stia influenzando significativamente la produzione di uva nelle principali zone vinicole italiane. L’aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni previste dagli scenari futuri comporteranno diverse conseguenze: cicli di crescita più brevi, una riduzione delle rese finali e uno spostamento delle aree di produzione di vini di alta qualità verso altitudini più elevate. Alcuni studi indicano che, per lo scenario più critico, entro la fine del secolo alcune aree diventeranno troppo calde per la coltivazione delle uve.  

Per quanto riguarda il settore della frutticoltura e dell’orticoltura, è emerso che il cambiamento climatico potrebbe avere impatti significativi sulla resa e sulla qualità dei prodotti, specialmente per le colture sensibili alle variazioni climatiche come il pomodoro. Per le colture perenni, come gli alberi da frutto, si evidenzia una vulnerabilità particolare a causa dei cambiamenti stagionali, con fioriture anticipate e una possibile riduzione della qualità dei frutti in presenza di temperature estreme.  

Il settore zootecnico, in particolare per il bestiame da latte, sarà notevolmente influenzato dai cambiamenti climatici che impatteranno la produzione di cereali fondamentali per l’alimentazione del bestiame. Nella Valle del Po, temperature elevate e scarse precipitazioni comporteranno un maggior consumo di risorse idriche, specialmente per l’irrigazione. Se al Nord Italia le rese potrebbero rimanere stabili, al Sud e nelle isole si prevede una maggiore variabilità nella produzione e un rischio di riduzioni significative. Studi recenti segnalano che i cambiamenti climatici potrebbero gravare sui pascoli di montagna. Le proiezioni indicano che l’aumento delle temperature potrebbe alterare la vegetazione e ridurre la disponibilità di pascoli naturali, minacciando la biodiversità e incrementando i costi per gli agricoltori, che dovranno fornire nutrienti aggiuntivi al bestiame.  

Conclusioni e Raccomandazioni  

La revisione della letteratura mostra che i cambiamenti climatici possono influire negativamente sulle rese agricole e sui redditi degli agricoltori, danneggiando direttamente le colture nelle fasi critiche della crescita e riducendo l’efficacia degli input agricoli, come l’irrigazione, sia nel breve che nel lungo termine. Nonostante il riconoscimento degli impatti sul reddito degli agricoltori, manca ancora una valutazione quantitativa accurata del loro effetto futuro. L’agroalimentare rappresenta un settore economico chiave per l’Italia, con un fatturato superiore a 500 miliardi di euro e oltre 3,6 milioni di lavoratori. Tuttavia, l’Italia dipende per oltre il 22% dalle importazioni di prodotti agricoli e per il 49% dagli input produttivi esteri (Carriero et al. 2022), esponendo il sistema a vulnerabilità esterne e shock esogeni.  

In conclusione, per affrontare le sfide del cambiamento climatico è cruciale sviluppare strategie di adattamento mirate. La gestione del suolo, l’uso ottimizzato dei fertilizzanti, le tecniche agronomiche avanzate e la digitalizzazione possono migliorare la resilienza delle filiere agroalimentari italiane. Investire in tecnologie sostenibili e infrastrutture, adottare meccanismi finanziari inclusivi e sfruttare i programmi di sostegno europei, come la PAC, sarà fondamentale. Solo con una visione strategica a lungo termine, che combini ricerca scientifica e conoscenze pratiche, si potrà garantire la sostenibilità e la resilienza delle catene del valore agricole italiane.  

Bibliografia  

  • Carriero A, Massimo RM, Torreggiani S, Veccia G (2022). La filiera agroalimentare italiana tra scarsità di materie prime e siccità: quali opzioni? Cassa Depositi e Prestiti, Roma.
  • Clapp J, Isakson SR (2023). Private finance for food system climate adaptation: opportunity or contradiction? Curr Opin Environ Sustain 61:101273.
  • EEA (2015). The European environment — state and outlook 2015: synthesis report. European Environment Agency, Copenhagen.
  • Wiebe K, Lotze-Campen H, Sands R et al (2015). Climate change impacts on agriculture in 2050 under a range of plausible socioeconomic and emissions scenarios. Environ Res Lett 10:085010
  • IPCC (2021). Summary for policymakers. In: Climate Change 2021: the physical science basis. contribution of working group I to the sixth assessment report of the intergovernmental panel on climate Change. Geneva.  

https://agrifoodecon.springeropen.com/articles/10.1186/s40100-024-00317-7

Progetto ADA  

Il progetto LIFE-ADA: Adaptation in Agriculture (https://www.lifeada.eu/it/), cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE, mira a favorire la capacità del settore agricolo nella definizione di piani di adattamento ai cambiamenti climatici, al fine di migliorare la gestione dei rischi e la prevenzione dei danni. Il partenariato del progetto è pubblico-privato, con UnipolSai Assicurazioni come coordinatore e CREA-PB, ARPAE Emilia-Romagna, C.I.A agricoltori italiani, Festambiente, Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Leithà, Regione Emilia-Romagna partner di progetto.   

Il progetto è indirizzato a singoli agricoltori e a organizzazioni di produttori (OP e cooperative) coinvolti nelle filiere agroalimentari lattiero-casearia, vitivinicola e ortofrutticola con le seguenti finalità: 

  • trasferire le conoscenze sulle proiezioni future del cambiamento climatico, la gestione del rischio e le misure di adattamento per migliorare la capacità degli agricoltori di affrontare i rischi climatici attuali e futuri;  
  • sviluppare strumenti adeguati a supportare il processo decisionale nella definizione di piani di adattamento efficienti; 
  • promuovere un approccio innovativo da parte delle assicurazioni per rafforzare la capacità di coprire i danni da rischio climatico (attuale e futuro) al fine di mantenere l’assicurabilità a lungo termine degli agricoltori.  

Nello specifico, il progetto ADA supporta gli agricoltori e le OP nell’adozione di piani di adattamento attraverso lo sviluppo di uno strumento web (https://www.lifeada.eu/it/ada-tool/). Lo strumento ADA Tool include:   

  1. informazioni presenti e future sulle principali avversità meteorologiche (grandine, gelate tardive, siccità ecc.): proiezioni climatiche e mappe di pericolosità;   
  2. una libreria delle principali misure di adattamento ai cambiamenti climatici;   
  3. informazioni sui costi e benefici delle misure di adattamento elencate in biblioteca e una stima della convenienza economica dell’attuazione di ciascuna misura.   

ADA Tool è stato testato da 53 aziende pilota in Emilia-Romagna e successivamente è stato esteso ad altre 72 aziende in tutto il territorio italiano.   

Gruppo di lavoro (Pulighe G., Di Fonzo A., Gaito M., Giuca S., Lupia F., Bonati G., De Leo S.)   

In the field with climate change

Agriculture has played a significant role in shaping environmental and social transformations, and today it faces greater challenges than ever before. Climate change, with its effects on temperatures, rainfall, and extreme weather events, is challenging the ability of agricultural systems to adapt and remain productive. In this context, it is essential to understand how climate change will impact crop production and farm profitability in order to develop innovative solutions that can ensure the sustainability of the agri-food sector. 

Agriculture is highly vulnerable to climate change and is also a significant contributor to greenhouse gas emissions, mainly because of its dependence on fossil fuels. This creates a challenging feedback loop in which agriculture is both impacted by climate change and contributes to its worsening effects. 

The Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) has stressed the urgent need for global action to address the harmful effects of climate change (IPCC 2021). Likewise, the European Environment Agency (EEA) has highlighted how climate change presents extensive risks to food security, potentially affecting agricultural production in various climate zones across the European Union (EU) (EEA 2015). 

The Vulnerability of Italian Agriculture 

Agricultural systems in Italy and throughout the Mediterranean region are particularly exposed to the effects of climate change, facing significant risks and challenges (Wiebe et al. 2015). Climate change impacts not only the quantity of agricultural products but also their quality, potentially compromising market standards throughout the entire value chain. The growing damage from climate-related events is making it harder for insurance companies to provide adequate coverage (Clapp and Isakson 2023). 

The National Adaptation Plan for Climate Change and the EU Common Agricultural Policy (CAP) Strategic Plan 2023-2027 highlight the need for concrete actions to address these challenges. Over €12 billion of the CAP budget has been allocated to enhance the competitiveness and sustainability of Italian agriculture, with a focus on soil conservation practices and reducing the use of fertilizers and agrochemicals. These national efforts are part of broader European strategies, such as the European Green Deal and the EU Strategy for Adaptation to Climate Change, as well as international agreements like the Paris Agreement. 

The Consequences of Climate Change 

Researchers at the Center for Policies and Bioeconomy (CREA-PB) conducted a study under the Life ADA project to assess the impact of climate change on three major sectors of Italian agriculture. The researchers began by asking the following question: What insights does the scientific literature provide about the effects of climate change on the wine industry, dairy production, and fruit and vegetable cultivation in Italy? 

Through a scoping review of the most recent research on these sectors, the analysis examines how changes in temperature and precipitation affect crop yields and farmers’ incomes and offers practical recommendations to mitigate these impacts. The study examined scientific articles published between 2000 and 2022, sourced from major academic databases such as Web of Science, Scopus, and Google Scholar. 

Key Findings 

In the viticulture sector, the findings show that climate change is significantly impacting grape production across various Italian wine regions. Increased temperatures and reduced precipitation predicted for the future will lead to several consequences: shorter growth cycles, lower yields, and a shift in premium wine production areas to higher altitudes. Some studies suggest that, under the most critical scenario, certain regions may become too hot for grape cultivation by the end of the century. 

In the fruit and vegetable sectors, studies indicate that climate change could have significant impacts on both yield and quality, especially for crops sensitive to climate variations like tomatoes. For perennial crops, such as fruit trees, studies report particular vulnerability due to seasonal changes, with earlier flowering and a potential decrease in fruit quality under extreme temperatures. 

The livestock sector, especially dairy cattle, will be significantly affected by climate change, which will in turn impact the production of cereals crucial for their feed. In the Po Valley, high temperatures and low precipitation will lead to increased water usage, particularly for irrigation. Yields in Northern Italy are expected to remain stable, whereas the South and the islands may face increased variability and a higher risk of substantial reductions. Other research highlights that climate change could have a substantial impact on mountain pastures. Projections indicate that rising temperatures may alter vegetation patterns and reduce the availability of natural pastures. This shift poses a threat to biodiversity and may increase costs for farmers, who will need to supplement their livestock’s diet with additional nutrients. 

Conclusions and Recommendations 

The literature review shows that climate change can negatively impact agricultural yields and farmers’ incomes by directly damaging crops during critical growth stages and reducing the effectiveness of agricultural inputs, such as irrigation and agrochemicals, both in the short and long term. Although most studies recognize the impact of climate change on farmers’ incomes, a precise quantitative assessment of its future effects is still lacking. The agri-food sector is a vital economic pillar for Italy, with a turnover exceeding €500 billion and more than 3.6 million workers. However, Italy relies on imports for over 22% of its agricultural products and 49% of its production inputs (Carriero et al., 2022), exposing the system to external vulnerabilities and exogenous shocks. 

In conclusion, tackling the challenges of climate change requires the development of targeted adaptation strategies. Improved soil management, optimized fertilizer use, advanced agronomic techniques, and digitalization can significantly boost the resilience of Italy’s agri-food supply chains. Investing in sustainable technologies and infrastructure, adopting inclusive financial mechanisms, and leveraging European support programs such as the CAP will be crucial. Ensuring the sustainability and resilience of Italy’s agricultural value chains will depend on a strategic long-term vision that integrates scientific research with practical knowledge. 

References 

  • Carriero A, Massimo RM, Torreggiani S, Veccia G (2022). La filiera agroalimentare italiana tra scarsità di materie prime e siccità: quali opzioni? Cassa Depositi e Prestiti, Roma.
  • Clapp J, Isakson SR (2023). Private finance for food system climate adaptation: opportunity or contradiction? Curr Opin Environ Sustain 61:101273.
  • EEA (2015). The European environment — state and outlook 2015: synthesis report. European Environment Agency, Copenhagen.
  • Wiebe K, Lotze-Campen H, Sands R et al (2015). Climate change impacts on agriculture in 2050 under a range of plausible socioeconomic and emissions scenarios. Environ Res Lett 10:085010
  • IPCC (2021). Summary for policymakers. In: Climate Change 2021: the physical science basis. contribution of working group I to the sixth assessment report of the intergovernmental panel on climate Change. Geneva. 

https://agrifoodecon.springeropen.com/articles/10.1186/s40100-024-00317-7

The LIFE-ADA 

Adaptation in Agriculture project (https://www.lifeada.eu/en) co-financed by the European Union through the LIFE programme, aims to foster the capacity of the agricultural sector to define adaptation plans to climate change, in order to improve risk management and damage prevention.  

The project partnership is public-private, with UnipolSai Assicurazioni as coordinator and CREA-PB, ARPAE Emilia-Romagna, C.I.A Agricoltura Italiana, Festambiente, Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Leithà, Regione Emilia-Romagna as project partners. 

The project targets farmers and producer organizations (POs and cooperatives) involved in the dairy, wine, and fruit and vegetable agri-food chains with the following objectives: 

  • Transfer knowledge on future climate change projections, risk management, and adaptation measures to improve farmers’ ability to cope with current and future climate risks; 
  • Develop appropriate tools to support decision-making in establishing efficient adaptation plans 
  • Promote an innovative approach by insurance companies to strengthen their ability to cover climate risk damages (current and future) in order to maintain farmers’ long-term insurability. 

Specifically, the ADA project supports farmers and POs in adopting adaptation plans through the development of a web tool (https://www.lifeada.eu/it/ada-tool/).  

ADA Tool includes: 

  1. Present and future information on major weather events (hail, late frost, drought, etc.): climate projections and hazard maps; 
  2. A library of key climate change adaptation measures; 
  3. Information on the costs and benefits of the adaptation measures listed in the library and an estimate of the cost-effectiveness of implementing each measure. 

The ADA tool was tested by 53 pilot farms in Emilia-Romagna and was later extended to another 72 farms throughout Italy. 

Workin group (Pulighe G., Di Fonzo A., Gaito M., Giuca S., Lupia F., Bonati G., De Leo S.) 

Giuseppe Pulighe
Ricercatore, CREA Centro Politiche e Bioeconomia

#lafrase Il miglior tempo per piantare un albero era vent’anni fa. Il secondo miglior tempo è ora (Proverbio cinese)

Simonetta De Leo
Ricercatrice, CREA Centro Politiche e Bioeconomia

#lafrase Il miglior tempo per piantare un albero era vent’anni fa. Il secondo miglior tempo è ora (Proverbio cinese)

Antonella Di Fonzo
Ricercatrice, CREA Centro Politiche e Bioeconomia

#lafrase Il miglior tempo per piantare un albero era vent’anni fa. Il secondo miglior tempo è ora (Proverbio cinese)

Marco Gaito
Primo Tecnologo, CREA Centro Politiche e Bioeconomia

Dottore di ricerca in politica agraria. La sua attività è indirizzata al settore dell’economia e della politica agraria, alle aree rurali e alle filiere agroalimentari. Temi di ricerca specifici sono l’analisi e la valutazione delle politiche di sviluppo rurale, l’agricoltura sociale ed i cambiamenti climatici

#lafrase Ci sono uomini che sanno tutto, peccato che questo è tutto quello che sanno (Niccolò Machiavelli) 

Sabrina Giuca
Primo ricercatore, CREA Centro Politiche e Bioeconomia 

Svolge ricerca sui temi della sicurezza alimentare e della qualità e valorizzazione dei prodotti tipici e biologici. Ha inoltre esperienza sulle interazioni sociali e ambientali, analisi del reddito e della sostenibilità delle filiere

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