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mercoledì, 3 Luglio 2024

CREA per l’Impresa/8: (Re)innovare con l’italian food design

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L’Italian Food Design, la piattaforma di ricerca dal CREA Alimenti e Nutrizione, ha tra i suoi obiettivi quello di accompagnare micro, piccole e medie imprese a riprogettare i loro prodotti (ma anche se stesse) in una chiave di sostenibilità e maggior qualità, per diventare più riconoscibili sui mercati. Ma scopriamo insieme di cosa si tratta insieme a Stefania Ruggeri prima ricercatrice e nutrizionista del CREA, responsabile scientifico della piattaforma.  

Tra le mission più importanti della piattaforma di ricerca Italian Food Design (IDF) del CREA- Alimenti e Nutrizione (http://www.italianfoodesign.crea.gov.it) c’è la valorizzazione e la modernizzazione delle micro, piccole e medie imprese dell’agroalimentare italiano: supportarle, cioè, nei loro processi di transizione ecologica, aumentare la qualità delle loro produzioni e soprattutto dare loro visibilità per renderle più competitive sul mercato nazionale e internazionale, attraverso l’uso della metodologia del Design Thinking (https://italianfoodesign.crea.gov.it/design-thinking/).  

Il tessuto del nostro agroalimentare è, per geografia e vocazione, costituito principalmente da micro, piccole e medie imprese, vivaci e coraggiose, che però nella maggior parte dei casi non riescono a “stare al passo con i tempi”.   

Credits:  Jill Morrow

Dal Rapporto ISMEA 2023 confermato dai dati ISTAT (ISTAT)​​ (Istat),​ emerge che nel 2022 le microimprese italiane (quelle con meno di 10 dipendenti) rappresentano il 95% del totale delle imprese dell’agroalimentare, le piccole (tra 11 e 50 dipendenti) il 4% e le medie (quelle tra 51 e 250 dipendenti) solo l’1% del totale.  Il rapporto CREA ItaliaConta 2023  (https://www.crea.gov.it/documents/68457/0/ITACONTA+2023_ITA_WEB+%282%29.pdf/bac4081f-f22d-171d-257d-981141c76bfc?t=1715264892006) riporta altri due dati interessanti: 1) la percentuale delle aziende con a capo persone sotto i 40 anni è molto bassa, pari al 9,3% delle aziende censite, 2) solo il 15% del totale delle PMI sono digitalizzate.  

Quindi un “piccolo” mondo produttivo che, se da un lato è energia economica, eccellenza alimentare e rappresenta la nostra ars agricolis, la nostra cultura agroalimentare, costruisce luoghi, paesaggi e, quindi, la geografia e la storia del nostro Paese, dall’altro lato, va necessariamente modernizzato, reso più attrattivo per nuove forze lavorative, empatico e attento alle nuove esigenze dei cittadini e dinamico, pronto ad affrontare le sfide della nuova agricoltura.  Tutto questo senza ovviamente privare le aziende dei loro “significati“ più profondi, né tantomeno uniformarle: aiutarle cioè a “rinnovare i rami e le fronde, quindi, senza modificare le loro radici”.  

Le micro, piccole e medie imprese italiane, già costituite così come quelle nascenti, devono competere, inoltre, tra di loro quando hanno linee produttive simili: in “orizzontale”, con quelle delle stesse dimensioni e “in verticale”, con quelle di dimensioni maggiori. Devono, quindi, trovare un loro, proprio microsistema, che le mantenga in vita in un organigramma agroalimentare e di consumo che diventa sempre più complesso.  

In questo orizzonte, la piattaforma di ricerca Italian Food Design- Creativity in Research for a new made in Italy  è vocata a collaborare con micro e piccole realtà produttive. Utilizza la metodologia del Design Thinking per empatizzare con i bisogni delle piccole aziende e, dopo aver definito insieme le necessità e i desideri, costruisce un gruppo di lavoro con esperti di discipline diverse (es. designer, esperti di agricoltura digitale, esperti di marketing, antropologi), per migliorare la qualità nutrizionale e le proprietà salutistiche dei prodotti e rinnovare o ideare la comunicazione del prodotto e del territorio e per trovare tutte soluzioni più adatte a valorizzare produttore e prodotto. 

Dal primo progetto  POMOFONDI) condotto con la metodologia del Design Thinking,  da cui sono emersi  risultati interessanti sulle scarsissime conoscenze dei produttori della Piana di Fondi sulle tematiche della sostenibilità ambientale (ad esempio nell’indagine: “Ritratto di un produttore” è emerso che l’85% dei produttori della Piana di Fondi associa principalmente la conversione al biologico per il miglioramento della sostenibilità delle produzioni), ora la piattaforma di Ricerca IFD è impegnata principalmente in  due attività: la prima con l’azienda Martino Rossi,  nell’ambito del progetto ONFOODS per la formulazione di nuovi alimenti plant-based per le donne in epoca preconcezionale e gravidanza, sempre attraverso l’applicazione della metodologia del Design Thinking.  

L’altra attività si sta sviluppando con la rete di micro-aziende di agricoltura eroica e solidale  RES Ciociaria per capire le peculiarità dei loro prodotti e costruire un racconto nuovo, più moderno del terreno produttivo di questo territorio.   

Italian Food Design: Creativity in Research for a new Made in Italy.   

Stefania Ruggeri,
Ricercatrice e nutrizionista del CREA Alimenti e Nutrizione 

Professore incaricato di Scienze e Tecnologie Alimentari e Healthy Food Design presso la Facoltà di  Medicina dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Conduce studi sulla qualità nutrizionale  degli alimenti e sul legame tra alimentazione, stile di vita e salute.

#lafrase Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare (Andy Warhol)

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