TESTATA GIORNALISTICA ONLINE DEL CREA, ISCRIZIONE N. 76/2020 AL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI ROMA DEL 29/7/2020

17.9 C
Roma
mercoledì, 1 Ottobre 2025

Patata da seme nazionale: un’opportunità per la Sila

Della stessa Rubrica

L’altopiano della Sila si conferma area strategica per il rilancio della produzione nazionale di tubero-seme di patata, in un contesto europeo segnato dal calo dell’offerta e dall’aumento dei costi. Le recenti attività di monitoraggio fitosanitario hanno evidenziato condizioni favorevoli alla produzione, grazie alla bassa incidenza di afidi e virus. Miglioramenti gestionali e sorveglianza rafforzata su insetti e patogeni consolidano la Sila come areale ideale per una filiera sostenibile e certificata. 

Tra le colture industriali, la patata rappresenta una risorsa agricola di rilevanza in Italia, contribuendo in modo significativo al fabbisogno alimentare, allo sviluppo economico rurale e del settore agroindustriale, e alla valorizzazione di tradizioni e varietà regionali.  

Tuttavia, l’Italia dipende ancora in larga misura dall’importazione di tubero seme dal Nord Europa, rendendo urgente la necessità di investire in una filiera nazionale autonoma e sostenibile

In questi ultimi anni, il costo del tubero seme ha registrato un forte aumento, dovuto alla progressiva riduzione dell’offerta da parte dei Paesi esportatori: nel 2024, la superficie coltivata a tubero-seme in Europa si è ridotta di circa 10.000 ettari. Questo decremento produttivo è riconducibile a una combinazione di fattori economici, climatici e fitosanitari.  

Il rilancio della produzione del seme sull’altipiano della Sila rappresenta, quindi, un tema strategico e ricorrente. Una delle ultime analisi disponibili risale al 2011, quando l’ARSSA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura), stimava un fabbisogno nazionale di circa 180.000 tonnellate di tubero seme per soddisfare le produzioni di patata da consumo in Italia. Di questo fabbisogno, solo 12.000 tonnellate erano di origine silana. Il documento dell’ARSSA ha individuato tutti gli elementi a favore del riconoscimento dell’altopiano Silano come area pedo-climatica privilegiata per la produzione del seme patata in Italia

Campo di patata in Sila

E la situazione fitosanitaria? 

Il CREA Centro di Ricerca Difesa e Certificazione (CREA-DC)  ha condotto attività di monitoraggio dell’areale pataticolo dell’altopiano Silano, , avviate nel 2021, nell’ambito del progetto SILAVIRUS, finanziato dall’Ente Parco Nazionale della Sila, e proseguite, dal 2023, con il progetto SILAPEST, promosso dal Consorzio Produttori Patata Associati (PPAS) e sostenuto da finanziamenti europei (Regolamento UE 2021/2115).

Nei quattro anni, sono state confermate le buone peculiarità fitosanitarie dell’altipiano Silano, per la sua idoneità intrinseca (altitudine e valori termici)  a limitare il passaggio, l’insediamento e la proliferazione degli afidi responsabili della trasmissione dei virus della patata (virus dell’accartocciamento fogliare della patata; virus della patata Y, X, A, M,). Questi virus rientrano nei controlli diagnostici per la  certificazione del tubero-seme (Direttiva 2002/56/CE del Consiglio e s.m.i), che regola le modalità di commercializzazione della patata nell’Unione Europea e stabilisce le percentuale di infezione virali idonee al rilascio del certificato stesso .  

Che cosa facciamo 

Con questo intento, le coltivazioni dell’altopiano silano sono state monitorate per il volo degli afidi con trappole cromotropiche (idonee ad attrarre gli afidi grazie al loro colore giallo e ad intrappolarli sulla propria superficie adesiva)ed è stata determinata la presenza di infezione virale, controllando i tuberi all’impianto e alla raccolta. Nel primo biennio di attività, sono stati riscontrati alcuni casi di infezione superiore alle soglie ammesse ai fini della certificazione, che erano riconducibili, però, alla presenza di appezzamenti limitrofi, impiantati con seme autoriprodotto, e che mostravano evidenti sintomi fogliari di natura virale, rappresentando pertanto una fonte di inoculo.  

Grazie alla presenza del CREA-DC sul territorio, al contatto con i coltivatori e a periodici incontri divulgativi, si è registrato un significativo miglioramento nella gestione delle buone pratiche per la prevenzione delle malattie virali. Negli ultimi due anni (2023-2024) sono stati così individuati areali potenzialmente idonei alla moltiplicazione del tubero-seme, caratterizzati da bassa pressione virale e da una limitata presenza di afidi, per lo più circoscritta a specie poco efficienti nella trasmissione dei virus. 

Trappole per afidi e elateridi (Sila)

Altri esperti del CREA-DC hanno ampliato le indagini sul territorio, integrando conoscenze sugli insetti e i nematodi (vermi cilindrici presenti nel terreno) dannosi che sono fondamentali per la selezione dei campi destinati alla produzione di seme. Le attività stanno consentendo di mappare l’altopiano relativamente ai nematodi cisticoli (Globodera spp.), la cui assenza è condizione imprescindibile per la produzione di seme certificato, e agli elateridi (Agriotes spp.), per garantire una buona resa e qualità del prodotto/seme. In parallelo, è stata prevista la sorveglianza rafforzata su tutti gli aspetti fitosanitari rilevanti (batteri, funghi e altri insetti) che potrebbero inficiare la produzione e la moltiplicazione del tubero seme. 

Conclusioni 

Questa attività dimostra come il nostro lavoro non si limiti solo alla ricerca scientifica, ma si traduca in una presenza attiva e continuativa sul territorio, nell’ascolto costante delle criticità del comparto pataticolo e nell’elaborazione di soluzioni sostenibili e concrete.  

La produzione di patata da seme silana si sta rivelando sempre più una possibilità consolidata e un esempio virtuoso produttivo saldamente ancorato al suo contesto naturalistico e paesaggistico. 

Sabrina Bertin
Ricercatore III livello, CREA Centro Difesa e Certificazione, sede di Roma

#lafrase Pazienza e precisione ripagano sempre, consentendo di fare il più affascinante tra i lavori possibili

Silvia Landi
CREA Centro Difesa e Certificazione – Firenze

Stefania Loreti
Dirigente di ricerca, CREA Centro Difesa e Certificazione

Laureata in Scienze Biologiche,  lavora presso il CREA dal 1992 e si occupa di patologia vegetale con particolare riferimento allo studio delle malattie delle piante indotte da batteri fitopatogeni.

#lafrase In questioni di scienza, l’autorità di un migliaio di persone non vale tanto quanto l’umile ragionamento di un singolo individuo (Galileo Galilei)

Antonio Tiberini
Primo Ricercatore, CREA Centro Difesa e Certificazione, sede di Roma

#lafrase Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata (Albert Einstein)

Giulia Torrini
Tecnologa, CREA Centro Difesa e Certificazione, sede di Firenze

Responsabile del Laboratorio Nazionale di Riferimento per la Nematologia, lavora nel campo della diagnosi dei nematodi fitoparassiti e nel controllo degli insetti dannosi alle colture agrarie mediante l’utilizzo di nematodi entomopatogeni.

#lafrase Nematologa di professione e per passione

Laura Tomassoli
Dirigente di ricerca, CREA Centro Difesa e Certificazione

Agronomo laureato presso l’Università di Perugia. Specializzato in Virologia vegetale, attualmente coordinatore dei programmi fitosanitari nazionali per la sorveglianza degli organismi nocivi delle piante, ai sensi delle normative europee.  

#lafrase Sii meno curioso della gente, e più curioso delle idee (Marie Curie)

Gli ultimi articoli