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martedì, 30 Settembre 2025

Legumi: le proteine alternative da rilanciare 

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Le leguminose da granella tornano protagoniste nell’agricoltura italiana, dopo anni di declino,  grazie alla crescita dei consumi. Il progetto PROLEGU, finanziato dal MASAF e condotto dal CREA, punta a rilanciare,  colture come ceci, fagioli e soia, con nuove varietà più resistenti e ricche di proteine, frutto di ricerche su oltre 1.100 genotipi.  

Dalle prove in campo alla banca del germoplasma, l’innovazione mantiene viva la tradizione. L’approccio integrato di genetica, agronomia e nutrizione punta a valorizzare la biodiversità e ridurre la dipendenza dalle importazioni.  

Le leguminose da granella rappresentano una risorsa strategica per l’agricoltura europea e italiana, sia per il loro valore nutrizionale che per i benefici agronomici e ambientali. In Europa, la superficie coltivata a leguminose è cresciuta negli anni, oscillando tra 1,5 e 2,1 milioni di ettari. Tuttavia, la produzione è ancora deficitaria e fortemente orientata al settore zootecnico (feed), con piselli e fave/favino in testa. 

E in Italia? 

In Italia, si è assistito a una riduzione storica dei consumi pro capite di legumi (da 13 a 6 kg/anno), ma negli ultimi anni si è registrata una ripresa, con un incremento delle superfici coltivate e delle produzioni. Il cece, ad esempio, ha mostrato andamenti altalenanti con aumenti e decrementi significativi (ad esempio +72% solo nel 2017), portando l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Spagna. Anche il fagiolo ha visto un rinnovato interesse, mentre la soia, pur meno rilevante per il consumo umano diretto, è oggetto di attenzione per la produzione di derivati come latte e tofu

La crescente domanda di proteine vegetali spinta anche da diete vegetariane e vegane e dalla progressiva riduzione del consumo di proteine di origine animale, rende le leguminose un’opzione sempre più interessante. È stato osservato come un valore medio del 7-8% della popolazione europea rientri in questi due regimi alimentari, ma in molte regioni d’Italia si è abbondantemente oltre al 12-13% grazie alla spinta delle nuove generazioni; allo stesso modo cresce il trend “flexitariano”, ovvero di chi consuma proteine animali solo 2 volte a settimana. 

Nonostante questo interesse e queste potenzialità produttive, l’Italia presenta ancora una bilancia commerciale negativa per questi prodotti, a causa della concorrenza di paesi con costi di produzione più bassi (es. Turchia, India, Canada). 

Per cercare di rilanciare la coltivazione delle leguminose da granella in Italia, migliorandone la produttività, la sostenibilità e la qualità nutrizionale. Il MASAF ha finanziato tra gli anni 2019-2024 un progetto di ricerca denominato PROLEGU (PROgramma di rilancio LEGuminose da granella per alimentazione Umana), che ha adottato un approccio multidisciplinare, coinvolgendo agronomi, genetisti, biologi, chimici e microbiologi di diversi centri CREA (Bologna, Foggia, Roma, Pontecagnano, Treviglio). 

Acronimo progetto: PROLEGU 

Nome per esteso: PROgramma di rilancio LEguminose da Granella per alimentazione Umana 

Enti partecipanti: CREA 

CREA-CI Bologna, Foggia, Rovigo) 

CREA-OF (Pontecagnano) 

CREA-IT (Treviglio) 

CREA-AN (Roma), collaborazione con Università della Sapienza (Roma) 

Finanziamento: MASAF (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) 

Durata: 2019-2024 

Obiettivi: Tre sono stati i grandi obiettivi che hanno animato la ricerca di PROLEGU: 

  1. La Valorizzazione di varietà locali e della Biodiversità; 
  1. Il Miglioramento genetico; 
  1. Le Agrotecniche innovative. 

L’attività progettuale è schematizzata nella figura sottostante dove vengono evidenziate sia le macro-aree (gli obiettivi della “Valorizzazione di varietà locali e della biodiversità”, del “Miglioramento genetico” e delle “agrotecniche innovative”) così come le tre aree di congiunzione (“Caratterizzazione nutrizionale e tecnologica”, “Miglioramento delle rese produttive” e studio delle “Relazione radice-terreno”). Le linee di interconnessione sono molteplici, ad andamento bidirezionale, e collegano le tematiche grazie ad una rete di risultati ottenuti nei 5 anni di lavoro di campo e di laboratorio. 

Ricadute:  

Le 3 distinte fasi di “Caratterizzazione nutrizionale e tecnologica”, “Miglioramento delle rese produttive” e “Relazione  Radice-Terreno” hanno visto un approccio multidisciplinare, con la partecipazione di esperti di genetica e miglioramento genetico, di agronomia, di chimica, di microbiologia, etc. che, grazie ad approcci moderni ed innovativi,  hanno identificato genotipi resistenti a stress biotici e abiotici; hanno individuato caratteri chimico/fisici importanti ed innovativi (proteine e polifenoli) per la caratterizzazione del germoplasma studiato nel progetto; hanno sviluppato programmi colturali specifici per colture e/o varietà aventi diversi periodi di semina, utilizzando tecniche innovative di semina o di irrigazione, di rilevamento dei dati di accrescimento, nutrizionali e dello stato fitosanitario delle colture in campo e indicando le migliori combinazioni di inoculo di microrganismi simbionti e di funghi mutualistici per aumentare la resa e la sostenibilità.  

Il progetto è stato coordinato dal CREA-Cerealicoltura e colture Industriali di Bologna, che a partire dalla metà degli anni ’60 del secolo scorso è un punto di riferimento nazionale per il miglioramento genetico delle leguminose.  Ha rilasciato, infatti, oltre 40 varietà di fagiolo e pisello, adatte sia alla coltivazione in pieno campo sia in ambiente protetto, con resistenze a stress biotici (nematodi, virus, funghi) e abiotici (alte temperature, cascola fiorale), e le cui ricerche sono state supportate da numerosi progetti pubblici e privati, con un approccio interdisciplinare e orientato all’innovazione. 

Il centro dispone di una grande collezione di Leguminose da granella (1310 accessioni conservate) comprendente ecotipi locali, varietà tradizionali e commerciali, fonti di resistenza, etc.  

Focus: contenuto proteico nei fagioli conservati in collezione 

Uno degli aspetti più innovativi del progetto PROLEGU è stato lo studio del contenuto proteico nei semi di fagiolo conservati nella collezione di biodiversità. I risultati ottenuti, caratterizzando oltre 1100 accessioni di questa specie, hanno evidenziato una grande variabilità tra i diversi gruppi genetici attraverso i quali si possono catalogare i fagioli (per origine geografica e per classe merceologica). Ad esempio, il gruppo mesoamericano ha mostrato i valori più elevati e omogenei, mentre la tipologia tradizionale Borlotto ha evidenziato una selezione genetica che nel passato si è orientata più all’aspetto estetico che al contenuto proteico. Al contrario, i tipi mangiatutto e Snapbean, pur selezionati per altri scopi, hanno mostrato un contenuto proteico sorprendentemente alto. 

Questi risultati sottolineano come una banca del germoplasma ben caratterizzata possa essere strumento attivo per correggere eventuali derive genetiche e orientare il miglioramento varietale verso obiettivi nutrizionali. 

Focus: risultati delle prove di campo sulla soia (Rovigo 2023) 

Nel biennio 2023-24, nell’ambito del progetto PROLEGU, il CREA-CI ha condotto una prova varietale di confronto su 11-15 varietà di soia presso l’azienda agricola sperimentale del CREA-CI di Rovigo. L’obiettivo era valutare il potenziale agronomico-produttivo delle varietà in condizioni di basso input energetico e su parcelle di grandi dimensioni

Le varietà sono state caratterizzate da parametri biomorfologici, agronomici e qualitativi (contenuto proteico e di olio), che sono stati presentati sia nel 2023 che nel 2024 in due open-day (Giornata della Soia) rivolti a tecnici di campo (regionali e di ditte sementiere), agricoltori, agronomi, studenti. 

Conclusione 

Progetti come PROLEGU rappresentano importanti iniziative per rilanciare, attraverso le innovazioni prodotte dalla ricerca, la coltivazione delle leguminose da granella in Italia, con un approccio integrato che combini biodiversità, genetica, agronomia e nutrizione. I risultati ottenuti, sia in termini di miglioramento delle rese che di qualità nutrizionale, offrono strumenti concreti per affrontare le sfide della sostenibilità agricola e della sicurezza alimentare. 

Ilaria Alberti
Primo Ricercatore, Sede CREA di Rovigo

Laurea in Scienze Agrarie, Diploma di specializzazione in Fitopatologia ed abilitazione Agronomo conseguite presso l’Università di Bologna.  L’attività professionale indirizzata allo studio di tecniche diagnostiche per l’isolamento e l’identificazione di agenti patogeni su colture cerealicole e industriali con particolare interesse per le sementi.

#lafrase Albero: l’esplosione lentissima di un seme (Bruno Munari) 

Andrea Carboni
Ricercatrice CREA Centro Politiche e Bioeconomia

Ricercatore presso Cerealicoltura e Colture Industriali di Bologna, si occupa di Biodiversità e Genetica delle Leguminose da granella.

#lafrase “The minute you get a religion you stop thinking. Believe in one thing too much and you have no room for new ideas.” (Ray Bradbury, The October Country)

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