Eredi della grande tradizione del Corpo Forestale dello Stato, custodi della natura del nostro Paese, difensori di animali e piante a rischio e infaticabili organizzatori di iniziative e campagne di educazione ambientale e di sensibilizzazione per tutti i cittadini: il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità è in prima linea sul fronte della tutela del patrimonio naturale e ambientale italiano.

Ne parliamo con il loro Comandante, generale Raffaele Manicone.
Cosa fa il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità per le foreste italiane?
Il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità assicura, attraverso i suoi 28 Reparti dislocati su tutto il territorio italiano, la cura e la salvaguardia del nostro prezioso patrimonio forestale. Gestisce 150 Riserve Naturali Statali e 20 aree demaniali, 130mila ettari di capitale naturale con la maggiore concentrazione di biodiversità in Europa. La tutela di questa dorsale verde, che attraversa idealmente tutto il territorio italiano, è fondamentale per la salvaguardia stessa del nostro Pianeta. Tutelando le foreste italiane, infatti, si è in grado di contrastare efficacemente l’inquinamento atmosferico, visto che ad un aumento della superficie verde corrisponde un conseguente risparmio di anidride carbonica.
La protezione delle foreste è quindi un imprescindibile elemento nella lotta globale contro i cambiamenti climatici per la loro eccezionale capacità di assorbire e immagazzinare carbonio, ma è di vitale importanza anche per la biodiversità, i cicli del carbonio, dell’acqua e dell’energia su scala planetaria.
La gestione unitaria delle Riserve Statali affidata al Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, ha favorito la nascita di una rete nazionale di cura, amministrazione, studio e conservazione del patrimonio naturale italiano, permettendo un reale mantenimento degli equilibri ambientali.
Azienda Speciale del Demanio Forestale
La conservazione del capitale ambientale e la divulgazione, fornendo il giusto esempio, diventano il caposaldo delle attività del Real Corpo Forestale, poi Milizia Forestale (1923) e Corpo forestale dello Stato (1948). Attraverso l’A.S.F.D. si realizza così un piano sostenibile, moderno ed efficace che prevede una capillare cura del territorio e una diffusa attività d’ingegneria forestale volta al contrasto del dissesto idrogeologico. L’azione di acquisizione e accrescimento delle aree boschive demaniali, inoltre, porta negli anni ‘60 alla gestione di un territorio di circa 500 mila ettari di superficie.
Successivamente, negli anni ‘70, la gestione di molte di queste aree passò alle Regioni. Al Corpo forestale dello Stato rimasero però le aree naturali ritenute più importanti.
“… da destinare a scopi scientifici, sperimentali e didattici di interesse nazionale …”. Questi territori, che attualmente costituiscono 150 Riserve e aree demaniali, a partire dal 1 gennaio 2017, sono affidati alla cura del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità che ne assicura la tutela e la conservazione attraverso una gestione unitaria nell’interesse generale dei cittadini di oggi e delle generazioni di domani.
Per aumentare o mantenere la biodiversità dei differenti habitat è infatti necessario differenziare la cura del territorio con idonee modalità di gestione. Partendo da indirizzi generali, comuni a tutte le aree, a seconda degli ambienti coinvolti, gli interventi devono essere specificatamente progettati al fine di tutelare tutti gli elementi di quel determinato ambiente.
Le particolari caratteristiche ambientali di ciascuna area protetta gestita hanno determinato la necessità di adottare differenti gradi e tipologie di protezione, garantendo la sopravvivenza di numerose specie vegetali e animali.
Quali sono le vostre priorità?
La nostra priorità è la cura, la gestione e la salvaguardia del patrimonio ambientale italiano, fortemente interconnesso con il benessere della persona umana e del suo habitat vitale. La salvaguardia della biodiversità dunque intesa come miglioramento delle condizioni di vita dell’uomo.
Le foreste – e soprattutto i boschi urbani – possono contribuire alla mitigazione degli effetti causati dai cambiamenti climatici e alla produzione di benefici per la salute e la qualità della vita, assumendo un ruolo vitale e strategico nelle politiche di sviluppo urbanistico per la costruzione di città resilienti.
A tal riguardo diventano prioritarie anche le strategie e le esperienze di sensibilizzazione dei cittadini e di promozione dei processi partecipativi.
Consapevolezza, conoscenza e condivisione risultano fondamentali affinché la protezione della natura diventi una profonda convinzione diffusa tra tutte le persone. Convinto di questa necessità, il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità svolge una intensa attività di educazione ambientale volta a tutte le fasce di popolazione.
Le attività privilegiano il contatto diretto con la natura che implica la stimolazione delle dimensioni emotive, cognitive e pratiche in un percorso che porta al riconoscimento dei valori profondi legati alla tutela della biodiversità.
Educazione, dunque, intesa non solo come atto dell’insegnare, ma anche come azione di indirizzo, di conduzione, di guida.
Tutto questo per assicurare alle nuove generazioni un futuro migliore, un futuro “più verde”.
Da alcuni anni promuovete e organizzate importanti convegni ed iniziative internazionali per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi quali biodiversità, natura e foreste. Penso soprattutto a Nature in mind. Come nasce questa iniziativa e come si è evoluta nel tempo? E cosa bolle in pentola per quest’anno?
Nature in Mind è stata la prima Conferenza Internazionale organizzata dall’Arma dei Carabinieri nel 2022 con la partecipazione di vari Ministeri, enti universitari e associazioni ambientaliste per avviare un ciclo di incontri finalizzati alla costruzione di una nuova cultura ambientale. Una vera e propria opportunità per confrontare conoscenze e opinioni dei massimi esperti mondiali del tema ambientale declinato in tutte le sue accezioni: dall’educazione alla comunicazione passando per il ruolo fondamentale svolto dai Carabinieri Forestali nella salvaguardia della biodiversità. In particolare, l’educazione ambientale diventa educazione alla “legalità” ambientale: un approccio globale alla sostenibilità per la formazione di una profonda coscienza sociale naturale, che rappresenta l’unica possibilità per un futuro migliore.
Con queste premesse e con gli stessi obiettivi si sono svolte negli anni successivi le Conferenze Internazionali “The Forest factor” e “The Forest City”, che hanno messo sempre al centro dell’attenzione l’importanza e il ruolo fondamentale svolto dalle foreste nella lotta ai cambiamenti climatici.
Proseguendo su tale strada, anche quest’anno abbiamo intenzione di realizzare un Convegno Internazionale sul tema degli Antichi Alberi e Foreste Vetuste, un tesoro di Natura, Vita e Cultura.
L’obiettivo è porre l’accento sul valore e l’importanza delle Foreste vetuste, quale patrimonio inestimabile di valori naturali e culturali eterogenei, ecosistemi unici, fondamentali per lo studio degli impatti del cambiamento climatico in aree ove non prevale l’influenza delle attività antropiche.

Direttrice Responsabile CREA Futuro e Capo Ufficio Stampa CREA
Storica per formazione, giornalista per vocazione e comunicatrice per passione
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(Gabriel García Márquez)