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domenica, 1 Giugno 2025

Tutto un bosco in un solo albero

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Gli alberi monumentali sono dei veri e propri testimoni del passato. Spesso ultimi rappresentanti della loro generazione, oppure unici sopravvissuti del bosco che prima li ospitava, rappresentano un vero e proprio patrimonio botanico e culturale. In Italia sono tutelati da una legge ed i loro semi, impiegati nei vivai forestali, trasmettono al futuro la loro eredità di forza e resilienza alle insidie climatiche.

È noto come il termine “bosco” evochi scenari paesaggistici, ecologici, culturali, salutistici, mitologici, e protezionistici. Ebbene, talvolta capita di trovare tutti questi aspetti in un solo albero: un solo maestoso esemplare arboreo

Alberi antichi, carichi di storia, che hanno spesso intrecciato la loro esistenza a quella degli uomini attraverso le generazioni. 

Questi esemplari, sovente un unicum nel loro genere, anche dal punto di vista botanico, sono scrigni preziosi in quanto ultimi rappresentanti della loro generazione in ambito regionale e/o nazionale, relitti di antichi ed estesi boschi scomparsi a causa di eventi naturali o, ancor più spesso in tempi recenti, per cause antropiche.  

In chi ha già incontrato da vicino uno di questi grandi alberi, avranno sicuramente destato stupore e tanta curiosità la ostinata volontà di persistere nel tempo, la capacità di superare le avversità, la veneranda età, le notevoli dimensioni del tronco e della chioma e, non di rado, le bizzarre architetture “lignee-viventi” scolpite dai numerosi e talvolta nefasti eventi biologici e atmosferici. Osservate con attenzione, le mutevoli architetture delle chiome, rade o folte in un intreccio fittissimo di possenti e gracili rami, sembrano racchiudere IN UN SOLO ALBERO UN INTERO BOSCO

Un concentrato di energia vitale presente in un singolo Essere, che merita rispetto e protezione. 

A tal fine, lo Stato tutela i grandi alberi italiani attraverso la Legge n. 10 del 14 gennaio 2013 e il relativo Decreto attuativo del 23 ottobre 2014.  

L’articolo 7 della Legge n. 10 riporta la seguente definizione giuridica di Albero Monumentale

  1. l’albero isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali, ovunque ubicato, che costituisca raro esempio di maestosità e/o longevità o che mostri un particolare pregio naturalistico per rarità della specie o che costituisca un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario e delle tradizioni locali;  
  2. i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani; 
  3. gli alberi inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private. 

Nel Decreto 23/2014 vengono inoltre definiti i criteri di attribuzione del carattere di monumentalità fondamentali per la valutazione degli esemplari arborei, e cioè: 

  • il pregio legato all’età e alle dimensioni 
  • il pregio legato alla forma e al portamento 
  • il valore ecologico 
  • il pregio legato alla rarità botanica 
  • il pregio legato all’architettura vegetale 
  • il pregio storico-culturale-religioso 
  • il pregio paesaggistico 

Per un quadro legislativo aggiornato e complessivo, si consiglia di visitare il sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (https://www.masaf.gov.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11260). Dallo stesso sito sono inoltre scaricabili la “Scheda di segnalazione” e la “Scheda di identificazione albero o formazione vegetale monumentale” utili per chi volesse segnalare un esemplare arboreo monumentale non ancora censito. Nell’elenco degli “Alberi Monumentali d’Italia” sono attualmente inseriti 4655 patriarchi verdi.  

Oltre agli aspetti già detti, il pregio del singolo albero e l’importanza di salvaguardarlo possono essere determinati dalla rarità botanica, dalla spettacolare architettura vegetale, dalle valenze storico-culturali locali e religiose, o perfino da valori epico-mitologici.  

In aggiunta, bisogna tener presente come i differenti parametri dimensionali (circonferenza del tronco), necessari per la tutela dell’esemplare e riportati nella suddetta legge, differiscono nell’ambito delle diverse specie arboree, e sono da rapportare agli aspetti pedo-climatici del territorio dove la pianta vegeta, alla diffusione globale della specie di appartenenza e al suo patrimonio genetico (ecotipi locali). Quest’ultimo aspetto è particolarmente significativo, essendo i semi degli alberi monumentali ampiamente impiegati nei vivai forestali, la loro antica forza si perpetuerà nei boschi del futuro, fornendo la resilienza necessaria ad affrontare le problematiche ambientali, alcune delle quali già in atto. 

Osservarli nel contesto territoriale attuale, e studiarne i diversi aspetti vitali, può aiutarci a conoscere meglio anche le nostre di radici.  

L’invito è, ad impegnarsi di persona con il desiderio di portare allo scoperto un nuovo “grande albero” ancora nascosto nell’ambiente urbano e/o naturale, magari non lontano dal luogo in cui viviamo! 

Grande esemplare di quercia (Quercus congesta C. Presl) per il quale il CREA-OFA di Acireale nel 2024 ha richiesto e ottenuto il riconoscimento di ‘albero monumentale’ (Foto S. Bella).  

Nel 2024 il CREA-OFA di Acireale, al fine di evitarne il taglio (per la classica ‘ripulitura’ del terreno dopo decenni di abbandono), si è interessato di un antico filare arboreo prossimo al confine del Centro. Dall’esame dei caratteri di monumentalità, tre dei tredici esemplari censiti hanno presentato i parametri dettati dalla legge e, grazie alla richiesta effettuata, sono stati riconosciuti per l’inserimento nell’elenco degli “Alberi Monumentali d’Italia”.  

Il filare arboreo ha meritato la tutela per il valore paesaggistico, ecologico e per la veneranda età raggiunta, che nell’assieme è anche un unicum in ambiente urbano. Il riconoscimento di monumentalità ha interessato una quercia (Roverella s.l.), un terebinto (Pistacia terebinthus L.) e un Olivo (Olea europaea L. var. europaea). 

La foto ritrae la quercia (Quercus congesta C. Presl) con età stimata di 200 anni, circonferenza del tronco m 3,50 (rilevata a 1,30 cm dal suolo come dettato dalla legge) e altezza di 13 metri. Le sue dimensioni ‘ridotte’ raffrontate al numero di anni posseduti sono legate al substrato lavico particolarmente tenace nel quale insiste il suo apparato radicale. Gli aspetti ecologicamente difficili del sito di crescita fanno rientrare l’esemplare nella fattispecie descritta nella nota ministeriale esplicativa del 09/03/2020 che afferma “nel caso in cui, ad esempio, l’albero vegeti in condizioni stazionali difficili o non adatte alla specie, i valori di circonferenza possono essere inferiori alla soglia prevista”. 

Salvatore Bella
Ricercatore, CREA Centro Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura

Laurea in Scienze Agrarie. Dottorato di ricerca in “Scienze Entomologiche e Difesa degli Agro-ecosistemi”, conseguito presso l’Università degli studi di Catania. 

Ricercatore presso il CREA OFA di Acireale dal 2015, si interessa di Entomologia: gestione agroecosistemi, specie aliene, insetti impollinatori, diversità lepidotteri notturni. 

#lafrase Nulla è più vero di una gemma più incantevole di un fiore più reale di una foglia più importante di un albero! (S. Bella)

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