Oggi più che mai è sempre più riconosciuto il ruolo cruciale delle foreste per la loro capacità di generare diversi servizi eco-sistemici, che contribuiscono ampiamente all’assorbimento del carbonio atmosferico. Il riconoscimento economico di questo servizio passa attraverso il mercato dei crediti di carbonio, che consente ai proprietari e gestori forestali di essere remunerati per le attività di gestione in grado di favorire l’assorbimento del carbonio.
Nei secoli attraverso la gestione e coltivazione del bosco, l’uomo ha ottenuto indiscutibili esternalità materiali e immateriali di fondamentale importanza per la vita e la sopravvivenza delle comunità, meglio conosciute oggi come Servizi Ecosistemici: di supporto alla vita (es: ciclo dei nutrienti, formazione del suolo e produzione primaria), di approvvigionamento (es: produzione di cibo, acqua potabile, materiali, legno e fibre, energia, o combustibile), di regolazione (es. mitigazione climatica, maree, depurazione dell’acqua, controllo dell’erosione, impollinazione e controllo delle infestazioni, ecc.), di valori culturali (es. estetici, spirituali, educativi, ricreativi, ecc.).
Il Servizio ecosistemico più conosciuto è sicuramente la capacità di assorbimento del carbonio da parte degli ecosistemi forestali. La possibilità di migliorare o incrementare la fornitura di questo servizio attraverso l’adozione di pratiche di gestione sostenibile è ormai ampiamente riconosciuta e utilizzata quale strumento operativo nel perseguimento degli obiettivi internazionali di riduzione dei gas serra in atmosfera e lotta al cambiamento climatico.
Il riconoscimento economico di questo servizio passa attraverso il mercato dei crediti di carbonio, uno strumento in grado di finanziare le attività aggiuntive di gestione sostenibile realizzate dagli imprenditori agricoli e forestali attraverso la vendita dei crediti generati da azioni di gestione virtuose in un vero e proprio mercato delle emissioni, volto a compensare le emissioni di beneficiari/compratori.
In Italia, da più di dieci anni il mercato volontario dei crediti di carbonio agroforestali rappresenta una prospettiva economica importante per privati e aziende, che trovano in questo strumento non solo un’opportunità di compensare le proprie emissioni, ma anche un impegno etico e un’opportunità di marketing. Dal monitoraggio del mercato dei crediti di carbonio forestali, effettuato dal gruppo di lavoro del CREA “Nucleo Monitoraggio Carbonio” dal 2011 al 2022 (www.nucleomonitoraggiocarbonio.it), si evidenziano fluttuazioni elevate di prezzo e volume e un modesto utilizzo degli strumenti di certificazione dei crediti di carbonio generati. Inoltre, emerge che gli investitori italiani preferiscono acquistare crediti generati nei Paesi in via di sviluppo, dove la grande dimensione dei progetti consente di generare crediti certificati a prezzi inferiori. Il monitoraggio evidenzia, anche, che le transazioni dei crediti generati in Italia sono ancora limitate sia dagli elevati costi di produzione dei crediti stessi, sia dalla mancanza di un chiaro riferimento normativo e istituzionale in materia.

Prendendo atto di tale situazione, l’Italia ha deciso nel 2023 di dotarsi di un proprio Registro nazionale dei crediti di carbonio volontari generati da pratiche agroforestali sostenibili, al fine di poter garantire criteri e indirizzi per la generazione, certificazione e vendita dei crediti di carbonio nazionali (art. 45, com. 2-quater a 2-octies, d.lgs. 24 febbraio 2023, n. 13). L’obiettivo principale del Registro, che sarà gestito dal CREA, è quello di poter garantire efficacia operativa e trasparenza per gli attori e fruitori del mercato dei crediti di carbonio.
Il CREA, su richiesta dei soggetti gestori di superfici agroforestali, ammetterà all’iscrizione nel Registro i crediti di carbonio generati e certificati generati da attività di imboschimento, rimboschimento e gestione sostenibile agricola e forestale, aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla normativa di settore vigente. Le modalità per il calcolo e la certificazione dei crediti generati e degli assorbimenti prodotti, vengono definite in apposite Linee guida, che sono attualmente in fase di approvazione con decreto interministeriale (MASAF, MASE) previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni.
L’attivazione di un Registro nazionale dei crediti di carbonio per il settore forestale, prevista per l’inizio del 2026, consentirà di finanziare progetti di gestione selvicolturale altrimenti difficilmente sostenibili dal punto di vista finanziario. Inoltre, favorirà la partecipazione di investitori privati nella realizzazione di progetti che, congiuntamente, garantiscono il mantenimento di altri servizi ecosistemici, contribuendo così a una sostenibilità concreta e duratura a beneficio della collettività.

Ricercatore, Centro Politiche e Bioeconomia
Laureato in Scienze Forestali e Ambientali presso l’Università degli Studi di Torino. Corresponsabile dell’Osservatorio Foreste del Centro Politiche e Bioeconomia de CREA, esperto in sviluppo sostenibile, economia e politica forestale, ha collaborato alla redazione del Testo unico in materia di foreste e filiere forestali (d.lgs. n. 34 del 2018), della Strategia Forestale Nazionale (SFN), ed è oggi responsabile del progetto Sistema informativo nazionale delle foreste e delle filiere forestali (SINFor), curatore di sei volumi tecnico-scientifici e autore di oltre 120 articoli su riviste nazionali e internazionali. Attualmente è referente tecnico scientifico per la Direzione foreste ed economia montana del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
#lafrase Il rapporto millenario tra uomo e bosco si è sempre basato su un equilibrio delicato che, ora più che mai, deve ricostruirsi su una nuova cultura di conoscenze scientifiche e competenze operative.