Fondamentali per la vita sul pianeta e indispensabili nel fornire benefici al genere umano, i boschi hanno da sempre accompagnato il viaggio dell’uomo sulla Terra. Il rapporto uomo-bosco si è sempre basato su un equilibrio delicato, che deve costruirsi su conoscenze e competenze, in grado di garantirne la salvaguardia e la diversità ecologica e bio-culturale. L’Italia, con oltre un terzo della superficie coperta da boschi è quindi diventato un paese ancora più forestale di quanto non lo sia mai stato, ma non ne è ancora consapevole.
I boschi ieri
Nel corso dei secoli gli ecosistemi forestali hanno accolto e accompagnato silenziosamente l’uomo e la sua crescita sociale ed economica. In particolare, i boschi d’Italia, dalle Alpi ai Nebrodi, sono stati vissuti, raccontati, sacralizzati, utilizzati, distrutti e ricreati, modificati e trasformati, ma sono rimasti sempre una sicura fonte di risorse insostituibili per la sopravvivenza di piccole comunità e per lo sviluppo di intere società. Hanno garantito per secoli materie prime rinnovabili e prodotti indispensabili per cucinare e scaldarsi, per costruire case, palazzi, ponti e navi, per ottenere nuove superfici da cui ricavare terre da coltivare e pascolare, nuovi spazi per costruire città, strade e infrastrutture. Anche se la società moderna ha perso memoria storica, sul bosco poggiano le fondamenta della nostra civiltà e della nostra cultura. Una relazione millenaria tra uomo e bosco che si è evoluta e concretizzata nei secoli, per soddisfare le esigenze quotidiane del tempo e che possiamo ancora oggi riconoscere nei paesaggi che conosciamo e tuteliamo.
Solamente negli ultimi due secoli questo rapporto ancestrale è progressivamente cambiato, portando ad una nuova percezione delle risorse forestali e a una nuova cultura del bosco. Ancora oggi il bosco rimane un simbolo di mistero e di paesaggio aspro e selvaggio, ma la sua storica funzione produttiva nel fornire beni utili e indispensabili all’uomo si è fortemente ridimensionata. Il suo ruolo si è arricchito di una nuova sensibilità, in relazione alle cambiate esigenze e necessità della società, ad una nuova e ampliata richiesta di servizi.
I boschi oggi
Al bosco viene oggi riconosciuta la possibilità di assolvere a una molteplicità di funzioni sociali ed ecosistemiche, considerandolo troppo spesso, però, come panacea di tutti i nostri mali, in particolare del cambiamento climatico. Ad esso viene richiesto, infatti, di garantire contemporaneamente: la conservazione della biodiversità, del suolo e delle risorse idriche; la purificazione dell’aria e dell’acqua; la mitigazione dei cambiamenti climatici; la protezione dell’identità paesaggistica e culturale dei territori; l’utilità didattica, turistica, ricreativa, nonché l’approvvigionamento di materie prime legnose.
Interessi ed esigenze che spesso entrano in conflitto, ma a prescindere da quali siano e del momento storico, il rapporto uomo-bosco si è sempre basato su un equilibrio delicato che, ora più che mai, deve costruirsi su conoscenze scientifiche e competenze operative, in grado di garantirne la salvaguardia, l’estensione, la distribuzione, la ripartizione geografica, la diversità ecologica e bio-culturale. Il bosco può apparire come una semplice superficie su cui si sviluppa un’associazione vegetale formata da alberi, arbusti e cespugli. In realtà, le foreste e il bosco sono molto di più: sono fondamentali per l’equilibrio della vita sulla Terra, indispensabili nel fornire benefici multipli, tangibili e intangibili al genere umano oggi riconosciuti come “Servizi Ecosistemici”. Le attività umane, di ogni tipo e genere, in ogni luogo e tempo, impattano ancora oggi sulle relazioni trofiche degli ecosistemi forestali (che descrivono l’interazione a livello nutrizionale tra gli organismi all’interno di un ecosistema, in altre parole chi mangia chi n.d.r.), modificando e creando nuovi equilibri ecologici, incidendo positivamente o negativamente, sulla loro capacità di fornire questi servizi.
Oggi il patrimonio forestale italiano ha superato gli 11,5 milioni di ettari, raddoppiando la sua estensione in meno di un secolo e coprendo più di un terzo del territorio nazionale. L’Italia è quindi diventato un paese ancora più forestale di quanto non lo sia mai stato, ma non ne è ancora consapevole.
Abbiamo oggi, politica, società e ricerca, la responsabilità di garantire le funzioni ambientali, economiche e socio-culturali che il bosco è in grado di fornire, per il mondo in cui viviamo e per le generazioni future. Una responsabilità che si deve consolidare su moderne conoscenze tecniche e scientifiche, costruire sulle radici storico-culturali del nostro territorio e che ci permetterà di proporre una nuova “cultura del bosco” per poter affrontare le sfide globali del nuovo millennio. In coerenza con gli indirizzi europei e gli impegni assunti in sede internazionale, solo attraverso una gestione razionale e sostenibile del bosco si è oggi in grado di poter conciliare tutto questo, cioè i molteplici interessi e le differenti esigenze che pesano sul patrimonio forestale nazionale e che troppo spesso di manifestano in modo conflittuale.

Ricercatore, Centro Politiche e Bioeconomia
Laureato in Scienze Forestali e Ambientali presso l’Università degli Studi di Torino. Corresponsabile dell’Osservatorio Foreste del Centro Politiche e Bioeconomia de CREA, esperto in sviluppo sostenibile, economia e politica forestale, ha collaborato alla redazione del Testo unico in materia di foreste e filiere forestali (d.lgs. n. 34 del 2018), della Strategia Forestale Nazionale (SFN), ed è oggi responsabile del progetto Sistema informativo nazionale delle foreste e delle filiere forestali (SINFor), curatore di sei volumi tecnico-scientifici e autore di oltre 120 articoli su riviste nazionali e internazionali. Attualmente è referente tecnico scientifico per la Direzione foreste ed economia montana del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
#lafrase Il rapporto millenario tra uomo e bosco si è sempre basato su un equilibrio delicato che, ora più che mai, deve ricostruirsi su una nuova cultura di conoscenze scientifiche e competenze operative.