Il Centenario della sede di Sanremo del CREA, eredità diretta della Stazione Sperimentale per la Floricoltura di Sanremo istituita con Regio Decreto nel 1925, rappresenta un’occasione per ripercorrere la storia e le tappe evolutive della ricerca in Italia sul florovivaismo, vanto troppo poco conosciuto del nostro made in Italy.
100 Anni di storia all’insegna dell’eccellenza nella scienza della floricoltura, a partire dai fondatori Mario Calvino e Eva Mameli (genitori del grande scrittore Italo, nato nel 1923). Due scienziati illuminati e visionari, due pionieri che, con il sostegno di importanti finanziatori locali, hanno creduto nell’idea di una ricerca a supporto dell’allora nascente floricoltura industriale, in Riviera, concretizzandola.
Lui, agronomo (coltivazione e miglioramento genetico di rosa e garofano), definito “un rivoluzionario tra le piante”, che ha dato un apporto fondamentale nell’invenzione di tecniche agricole e nell’introduzione e acclimatazione di specie tropicali, nonché nella divulgazione della loro conoscenza nell’Imperiese.
Lei, botanica (malattie delle piante e studio del loro ambiente, con una visione attualissima che precorreva i tempi) e sempre a fianco dei coltivatori di fiori. Prima donna a conseguire la libera docenza in botanica in una università italiana e a dirigere un centro di ricerca nel nostro Paese, in quanto, dalla morte del marito (nel 1950) fino al 1968 ha diretto la Stazione, impostando il lavoro di ricerca sui fiori, sulle piante officinali e da profumo.
Da presidente del CREA è un orgoglio poter ricordare queste due figure eccezionali, tra le tante che hanno reso grande il nostro Ente, e che hanno lasciato un patrimonio di conoscenze indispensabili ancora oggi per chi lavora nel settore.
A Sanremo, i ricercatori hanno fatto la differenza, in anni lontani per rosa e garofano e, più di recente, per ranuncolo, gerbera, lisianthus, orchidea terrestre.
Una lunga storia di successi confluita nel CREA Orticoltura e Florovivaismo e da questo portata avanti con tenacia. L’esperienza acquisita nel tempo ha consentito al Centro di affermarsi come punto di riferimento per il settore -coltivatori, ibridatori e vivaisti – in linea con l’evolversi delle esigenze di mercato e capace di avviare, da precursore, alcuni temi di ricerca, sempre incentrati sulle specie floricole e ornamentali: dal miglioramento genetico alla difesa sostenibile, dalle biotecnologie allo sviluppo della propagazione in vivo e in vitro, dalla conservazione e valorizzazione del germoplasma mediterraneo all’agrobiodiversità, fino ad arrivare alla qualità e sostenibilità delle coltivazioni, con specie e varietà sempre più adatte alle nuove esigenze di produttori e consumatori e nuove promettenti filiere, dai fiori eduli alle piante officinali.
Quindi, un supporto importante, quello dato dal CREA, in termini di innovazione e competitività per il florovivaismo italiano, che si conferma tra i settori più interessanti dell’agricoltura nazionale. Dati CREA alla mano nel 2023, infatti, il valore alla produzione ha superato i 3 miliardi di euro, un record storico che consente all’Italia di posizionarsi terza nella classifica dei principali produttori dell’Unione Europea, dietro a Paesi Bassi e Spagna. Il 43% proviene dalla produzione florovivaistica, in particolare fiori e piante in vaso, mentre il restante 57% è generato dai vivai. L’Italia è, inoltre, un esportatore netto dei prodotti del florovivaismo: circa il 70% è destinato all’export, un dato che ci colloca tra i principali fornitori di fiori e piante sul mercato internazionale, con un valore delle esportazioni di oltre 1,2 miliardi di euro e a un saldo positivo della bilancia commerciale di circa 305 milioni di euro.
L’importanza che riveste il settore non è data solo dalla rilevanza economica, ma è anche strettamente legata alla funzione ambientale svolta e al consistente contributo nell’attenuare le problematiche climatiche, migliorare la qualità della vita nei centri urbani, anche attraverso benefici psico-fisici e salutistici sempre più scientificamente dimostrati.
A testimoniare la crescente attenzione da parte delle Istituzioni al comparto, lo scorso luglio, è stata emanata l’attesa legge delega con cui il Parlamento ha dato mandato al governo di presentare, entro i prossimi due anni, un piano complessivo per la filiera florovivaistica, al fine di poter calibrare le politiche di settore.
Il CREA, dal canto suo, anche dalla sua centenaria sede di Sanremo, continuerà a supportare con le sue ricerche chi – imprese e istituzioni – si occupi di verde e di fiori. Auspicabilmente per i prossimi 100 anni. Almeno.