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giovedì, 21 Novembre 2024

Alieni del Riso/1: i nematodi  

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Riso, ma anche avena, frumento, mais, miglio, orzo, sorgo, legumi soia, fava, fagiolo, pisello, fava, melanzana, patata, pomodoro, cetriolo, cavolo, lattuga, spinacio, cipolla. Sono queste le piante maggiormente colpite da Meloidogyne graminicola, un nematode altamente pericoloso inserito nella lista degli organismi da quarantena per la Comunità europea. Come lo sta affrontando il CREA? 

La risicoltura ha sempre rivestito un ruolo molto importante nel comparto agroalimentare del nostro paese. L’Italia è, infatti, il primo produttore di riso in Europa con circa 227.040 ha ettari di superficie investita a risaia, pari a più del 50% dell’intera superficie comunitaria (Fonte: FAOSTAT). La coltivazione del riso in Italia è localizzata principalmente in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. 

Nel 2016 è stata segnalata per la prima volta in Piemonte (prima segnalazione sul territorio UE) una delle specie di Nematodi fitoparassiti tra le più nocive in agrosistemi di risaia, Meloidogyne graminicola. Dopo due anni dal primo ritrovamento, purtroppo, la superficie risicola nazionale infestata da questo temuto nematode è aumentata, a causa principalmente di un nuovo ritrovamento in Lombardia. 

Nematodi

Piccoli vermi che si annidano nelle radici delle piante evitandone lo sviluppo e la giusta crescita.   

Piantina di riso che mostra galle a livello dell’apparato radicale (Foto Giulia Torrini)

Descritto per la prima volta nel 1965 negli Stati Uniti, questo piccolo verme si è ampiamente diffuso soprattutto nei principali paesi produttori di riso, in particolare del sud e del sud-est asiatico, ed è segnalato anche per il Sud Africa e l’America Latina. 

Proprio per la sua pericolosità, subito dopo il suo ritrovamento nelle risaie Piemontesi, questa specie è stata inserita nella lista di allerta dell’European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO). Sulla base dell’Analisi del Rischio (PRA) – redatta dal CREA Difesa e Certificazione (CREA-DC ) per il territorio italiano – e delle successive valutazioni sulle Misure fitosanitarie da adottare per il suo contenimento/eradicazione – condotte dal Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi dell’Unione europea e dal Panel EPPO – Meloidogyne graminicola è stata inserita nel 2023 della Lista A2 degli organismi da quarantena per la Comunità europea

Meloidogyne graminicola: l’alieno del riso e non solo 

Meloidogyne graminicola è un nematode polifago, che ha come ospite principale il riso (Oryza sativa), ma è stato trovato associato a più di 100 piante ospiti, tra cui i cereali avena, frumento, mais, miglio, orzo e sorgo e i legumi soia, fava, fagiolo, pisello, fava, nonché su piante da orto quali melanzana, patata, pomodoro, cetriolo, cavolo, lattuga, spinacio, cipolla e numerose piante spontanee comunemente presenti nelle risaie, come giavone, Heteranthera, panico, piantaggine e Alismatacee. Queste piante selvatiche possono rappresentare purtroppo i principali serbatoi di infestazione anche in assenza della coltivazione di riso. 

Le risaie infestate da M. graminicola mostrano sintomi aspecifici come la perdita di vigore, nanismo, accorciamento degli internodi, ingiallimento (clorosi), scarsa/assente fioritura, sino anche alla morte delle piante in caso di infestazioni di eccezionale portata. 

I sintomi tipici dell’infestazione del Nematode si possono osservare a livello di apparato radicale con la produzione di galle (malformazioni) di diverse dimensioni, da cui il nome di nematode galligeno. In corrispondenza dell’apice radicale le galle si possono incurvare formando un uncino, sintomo tipico prodotto da questo nematode. Meloidogyne graminicola riduce la funzionalità dell’apparato radicale, che non è più in grado di assorbire acqua e sostanze nutritive in quantità sufficiente a garantire i normali processi fisiologici della pianta e, conseguentemente, a sostenere la produzione di riso. 

I nematodi si spostano attivamente nel terreno di pochi metri all’anno, quindi la diffusione di M. graminicola è principalmente di tipo passivo. Tra i possibili pathways di diffusione troviamo, per lo più, lo spostamento di terreno contaminato, trasportato dall’acqua dei canali, che delimitano le risaie, da uccelli e altri animali, che spostandosi da un campo all’altro giocano un ruolo fondamentale nella diffusione del parassita, così come il terreno presente su attrezzi, macchine agricole di contoterzisti, che lavorano in più campi. Da sottolineare che la diffusione non avviene via seme. 

L’attività del CREA Difesa e Certificazione 

Fin dai primi ritrovamenti di Meloidogyne graminicola in Italia, il CREA-DC si è interessato alla problematica redigendo, su richiesta del Servizio Fitosanitario nazionale, il Pest Risk Analysis per il territorio italiano (disponibile sul sito EPPO: https://pra.eppo.int/pra/68ea888e-6c58-4010-b17a-d0d96b0ac4a7). Inoltre, in collaborazione con il Servizio Fitosanitario della Lombardia, ha condotto prove sperimentali per il controllo dell’infestazione del nematode galligeno in risaie coltivate in asciutta, mediante la tecnica della trap crop 
, tecnica che è stata poi inserita anche nel Regolamento di Esecuzione (UE) 2022/1372 della Commissione del 5 agosto 2022 relativo a misure temporanee per prevenire l’ingresso, lo spostamento, la diffusione, la moltiplicazione e il rilascio nell’Unione di Meloidogyne graminicola

Progetto MELORISK

Trap crop

Una coltura trappola (trap crop) è una piccola coltura di piante appositamente selezionate per attirare i parassiti (di norma insetti) al fine di distrarli dalla coltivazione principale. Questa strategia, basata sulla complementarità delle coltivazioni, presenta il vantaggio di poter combattere i parassiti senza dover ricorrere a pesticidi.

Il CREA-DC Area Nematologia, quale Laboratorio Nazionale di Riferimento, sta collaborando con i Laboratori della Rete laboratoristica europea (EURL) per la messa a punto di metodi sempre più affinati per la diagnosi di questo Nematode da quarantena e sta partecipando al progetto EUPHRESCO – MeloRisk: Preventing Meloidogyne graminicola spread in European rice paddies (2022-2025). 

Giulia Torrini
Tecnologa, CREA Centro Difesa e Certificazione, sede di Firenze

Responsabile del Laboratorio Nazionale di Riferimento per la Nematologia, lavora nel campo della diagnosi dei nematodi fitoparassiti e nel controllo degli insetti dannosi alle colture agrarie mediante l’utilizzo di nematodi entomopatogeni. 

#lafrase Nematologa di professione e per passione

Sara Amoriello
Collaboratore Tecnico nell’ambito della Nematologia Agraria e Forestale

Laureata in Scienze Agrarie, sta completando gli studi magistrali in Produzioni Agroalimentari e Gestione degli Agroecosistemi. 

#lafrase Qual è il punto di avere gusti diversi, se non mostrare che i cervelli lavorano diversamente, che pensiamo diversamente?” (Benedict Cumberbatch – Alan Turing dal film “The Imitation Game”)

Chiara Sciandra
Dottoranda di ricerca in Biodiversità e Conservazione, CREA Centro Difesa e Certificazione, sede di Firenze e Università degli Studi di Siena

Laurea magistrale in Scienze Naturali – Università degli Studi di Torino.

#lafrase Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli (Proverbio Navajo)

Stefania Simoncini

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